Una soluzione per i lavoratori disabili del progetto Lavor@bile
Esistono lavoratori letteralmente “dimenticati” dal mondo.
Esistono storie di “ordinaria discriminazione”.
È la storia dei lavoratori disabili del progetto Lavor@bile che, dal 2006, hanno lavorato presso i “Centri Servizi per il Lavoro” (gli ex uffici di collocamento) grazie agli stanziamenti del fondo regionale per i disabili, istituito con legge regionale n. 20/2002.
A inizio dicembre ho avuto il piacere di incontrarli per farmi spiegare la loro storia e pensare alle possibili soluzioni.
Questi lavoratori hanno svolto una funzione essenziale per il mercato del lavoro in Sardegna: hanno garantito l’aggiornamento delle banche dati del SIL (Sistema Informativo del Lavoro). E a differenza della maggior parte dei colleghi assunti presso i CSL senza l’attivazione di alcuna procedura concorsuale, i lavoratori del Progetto Lavor@bile hanno superato una selezione pubblica, cui requisiti erano quelli dell’iscrizione alle liste della legge 68/1999 e il possesso del titolo di operatore di computer.
Per motivi che ancora stentiamo a capire, è stata loro preclusa l’opportunità di partecipare alla procedura di stabilizzazione all’interno dell’Agenzia regionale per il lavoro.
I lavoratori di Lavor@bile chiedono solo di essere trattati al pari dei loro colleghi dei CSL.
L’assessore risponda: è un problema di soldi? Benissimo. Si usino i fondi europei, sfruttando il programma “Youth Guarantee” (Garanzia europea per i giovani). Per anni la Regione Sardegna ha impiegato i lavoratori dei CSL sfruttando i fondi europei stanziati dal POR Sardegna.
La Youth Guarantee è una iniziativa europea che punta a combattere la disoccupazione giovanile. A partire dal 2014 le Regioni dovranno garantire ai giovani, tramite i CSL, di ricevere un’offerta di lavoro o di tirocinio entro quattro mesi dalla conclusione degli studi o dall’inizio del periodo di disoccupazione.
I CSL per funzionare al meglio dovranno adeguarsi agli standard europei e integrarsi telematicamente con tutti gli altri centri per l’impiego europei. Ma per fare questo, occorre investire nei CSL e garantire un aggiornamento costante dei portali informatici SIL.
Guarda caso, chi si occupava dell’aggiornamento di queste banche dati erano proprio i Lavor@bile.
La soluzione esiste, e ci consentirebbe di raggiungere due obiettivi: combattere la disoccupazione giovanile garantendo l’aggiornamento del SIL e il collegamento con il Sistema europeo dei centri per l’impiego “Eures”, e valorizzare il lavoro che, per anni, è stato svolto da questi lavoratori.
Costruire una Sardegna più equa si può: basta non dimenticarsi di nessuno.
Se nessuno rimane indietro, tutti possiamo fare un passo in avanti.
Claudia Zuncheddu
Il testo della mozione e dell’interpellanza presentate lo scorso 7 gennaio:
CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
MOZIONE N. 293
MOZIONE ZUNCHEDDU – COCCO Daniele Secondo – SECHI – CUGUSI per la tempestiva risoluzione della vertenza dei lavoratori disabili del progetto Lavor@bile.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– con delibera n. 48/10 del 21 novembre 2006 è stato avviato il progetto Lavor@bile, elaborato in attuazione degli obiettivi di inserimento lavorativo delle persone con disabilità, ai sensi della legge 12 marzo 1999, n. 68 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili) e della legge regionale 28 ottobre 2002, n. 20 (Istituzione del Fondo Regionale per l’occupazione dei diversamente abili);
– il progetto consisteva nell’avviamento al lavoro presso le province e i relativi centri servizi per il lavoro (CSL) di circa 100 disoccupati con disabilità iscritti alle liste speciali di cui alla legge n. 68 del 1999, mediante l’utilizzo del fondo regionale per i disabili istituito con legge regionale n. 20 del 2002;
– gli obiettivi del progetto erano quelli di offrire la possibilità a lavoratori disabili di affrontare un’esperienza lavorativa e professionalizzante della durata di otto mesi all’interno della pubblica amministrazione (province e CSL), capace di incidere sulle condizioni di occupabilità dei partecipanti, nonché supportare le province nell’aggiornamento tempestivo della banca dati del sistema informativo del lavoro in Sardegna (SIL) al fine di poter contare su dati reali dei disoccupati, delle aziende sarde e delle loro interazioni con il mercato del lavoro regionale e nazionale;
– visto il successo dell’iniziativa, i positivi risultati ottenuti in termini di produttività e di acquisizione di capacità operative da parte dei diversamente abili, al termine degli otto mesi i contratti in essere sono stati prorogati mediante l’approvazione della delibera n. 44/32 del 6 agosto 2008, stanziando ulteriori 660.000 euro;
VALUTATO che:
– dal 2008 al 2012 i soggetti diversamente abili hanno lavorato presso i CSL della Sardegna grazie al suddetto progetto;
– a differenza della maggior parte dei colleghi assunti presso i CSL senza l’attivazione di alcuna procedura concorsuale, per poter lavorare all’interno delle strutture pubbliche i lavoratori del progetto Lavor@bile hanno superato una selezione pubblica, cui requisiti erano quelli dell’iscrizione alle liste della legge n. 68 del 1999 ed il possesso del titolo di operatore di computer;
– all’interno dei CSL i lavoratori del progetto Lavor@bile hanno svolto compiti essenziali, inerenti l’aggiornamento del SIL Sardegna, il “Servizio informativo lavoro” che collega i centri per l’impiego, raccoglie tutti i dati dei lavoratori e delle aziende iscritte (includendo l’anagrafica, le liste speciali, la mobilità ecc.) e fornisce servizi e informazioni online per favorire l’occupazione e l’incontro fra domanda e offerta nel mercato del lavoro;
RILEVATO che con una operazione di disconoscimento dei ruoli che questi lavoratori hanno ricoperto per anni all’interno dei CSL, è stata loro preclusa l’opportunità di partecipare alla procedura di stabilizzazione che prevede la possibilità di far confluire i dipendenti di CSL e CESIL nell’Agenzia regionale per il lavoro;
CONSIDERATO che:
– la legge 30 ottobre 2013, n. 125, all’articolo 7, comma 6 recita: “Le amministrazioni pubbliche procedono a rideterminare il numero delle assunzioni obbligatorie delle categorie protette sulla base delle quote e dei criteri di computo previsti dalla normativa vigente, tenendo conto, ove necessario, della dotazione organica come rideterminata secondo la legislazione vigente. All’esito della rideterminazione del numero delle assunzioni di cui sopra, ciascuna amministrazione è obbligata ad assumere, a tempo indeterminato, un numero di lavoratori pari alla differenza fra il numero come rideterminato e quello allo stato esistente. La disposizione del presente comma deroga ai divieti di nuove assunzioni previsti dalla legislazione vigente, anche nel caso in cui l’amministrazione interessata sia in situazione di soprannumerarietà. Per i lavoratori delle categorie protette di cui all’articolo 1 della legge 12 marzo 1999, n. 68, assunti a tempo determinato nel rispetto dell’articolo 7, comma 2, della medesima legge n. 68 del 1999, si applica l’articolo 5, commi 4-quater e 4-sexies, del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, e successive modificazioni, nei limiti della quota d’obbligo”;
– il dispositivo citato evidenzia come, nel rispetto degli obblighi sanciti dalla legge n. 68 del 1999, l’Amministrazione regionale sia obbligata ad assumere i soggetti disabili esclusivamente mediante contratti a tempo indeterminato;
– la ratio della norma è proprio quella di evitare la creazione di “sacche” di precariato proprio tra i soggetti più deboli: in quest’ottica occorre leggere il penultimo capoverso del comma 6, laddove chiarisce che le seguenti disposizioni derogano “ai divieti di nuove assunzioni previsti dalla legislazione vigente, anche nel caso in cui l’amministrazione interessata sia in situazione di soprannumerarietà”;
– all’ultimo capoverso, il comma 6 specifica inoltre che per questa tipologia di lavoratori trovano applicazione l’articolo 5, commi 4-quater, 4-sexies del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368; in sostanza, riferendosi alla situazione dei lavoratori appartenenti alle categorie protette assunti, in passato, a tempo determinato, il disposto prevede, per coloro che abbiano prestato servizio per oltre 6 mesi, la possibilità di acquisire il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato;
PRESO ATTO che:
– a partire dal 1° gennaio 2014 si avvierà a livello europeo il programma “Youth Guarantee” (Garanzia europea per i giovani) secondo il quale entro il 2020 gli stati membri e le regioni dovranno realizzare degli interventi qualitativamente validi a sostegno dell’aumento dell’occupazione giovanile;
– l’iniziativa punta a garantire la possibilità, per i giovani, di ricevere un’offerta di lavoro, di formazione, di apprendistato o di tirocinio entro quattro mesi dalla conclusione degli studi o dall’inizio del periodo di disoccupazione; a tal fine, assume particolare importanza il ruolo dei Centri dei servizi per l’impiego, che dovranno adeguarsi agli standard europei e integrarsi telematicamente con tutti gli altri centri per l’impiego europei e con la piattaforma europea “Eures”;
– l’iniziativa è stata finanziata a livello europeo con 6 miliardi di euro: i fondi strutturali messi a disposizione dovranno specificatamente essere impiegati per rafforzare i CSL, e i sistemi informativi e telematici degli stessi;
– il 31 ottobre 2013 è stato approvato il Piano per la garanzia giovani, dove si specifica che la ripartizione delle risorse tra le regioni sarà approvata in sede di conferenza Stato-regioni, ed entro 60 giorni le regioni devono predisporre piani attuativi per indicare le modalità operative e politiche che intendono attuare per conseguire gli obiettivi;
POSTO che:
– per anni la Regione autonoma della Sardegna ha impiegato i lavoratori dei CSL sfruttando i fondi europei stanziati mediante le misure 3.1, 3.4 e 3.10 del POR Sardegna 2000/2006;
– la nuova iniziativa “Youth Guarantee” sopra indicata, ed i finanziamenti ad essa collegati, potrebbero rappresentare l’occasione per valorizzare le professionalità acquisite in ambito informatico e gestionale dai lavoratori del progetto Lavor@bile, garantendo loro la possibilità di continuare a lavorare all’interno dei CSL, svolgendo un servizio di essenziale utilità nella lotta alla disoccupazione giovanile e mantenendo aggiornato il Sistema informativo del lavoro in Sardegna (SIL),
impegna il Presidente della Regione e l’Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale ad attivarsi per garantire la definitiva stabilizzazione dei lavoratori del progetto Lavor@bile all’;interno dell’Agenzia regionale per il lavoro, anche eventualmente utilizzando le risorse derivanti dall’iniziativa europea “Youth Guarantee”.
Cagliari, 7 gennaio 2014
CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 484/A
INTERPELLANZA ZUNCHEDDU – COCCO Daniele Secondo – SECHI – CUGUSI sulla drammatica situazione dei lavoratori del progetto Lavor@bile.
I sottoscritti,
premesso che:
– con deliberazione n. 48/10 del 21 novembre 2006 è stato avviato il progetto Lavor@bile elaborato in attuazione degli obiettivi di inserimento lavorativo delle persone con disabilità, ai sensi della legge 12 marzo 1999, n. 68 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), e della legge regionale 28 ottobre 2002, n. 20 (Istituzione del Fondo regionale per l’occupazione dei diversamente abili);
– il progetto consisteva nell’avviamento al lavoro presso le province e i relativi centri servizi per il lavoro (CSL) di circa 100 disoccupati con disabilità iscritti alle liste speciali di cui alla legge n. 68 del 1999, mediante l’utilizzo del fondo regionale per i disabili istituito con legge regionale n. 20 del 2002;
– gli obiettivi del progetto erano quelli di offrire la possibilità a lavoratori disabili di affrontare un’esperienza lavorativa e professionalizzante della durata di otto mesi all’interno della pubblica amministrazione (province e CSL), capace di incidere sulle condizioni di occupabilità dei partecipanti, nonché supportare le province nell’aggiornamento tempestivo della banca dati del Sistema informativo del lavoro in Sardegna (SIL) al fine di poter contare su dati reali dei disoccupati, delle aziende sarde e delle loro interazioni con il mercato del lavoro regionale e nazionale;
– visto il successo dell’iniziativa, i positivi risultati ottenuti in termini di produttività e di acquisizione di capacità operative da parte dei diversamente abili, al termine degli otto mesi i contratti in essere sono stati prorogati mediante l’approvazione della deliberazione 6 agosto 2008, n. 44/32, stanziando ulteriori 660.000 euro;
valutato che:
– dal 2008 al 2012 i soggetti diversamente abili hanno lavorato presso i CSL della Sardegna grazie al suddetto progetto;
– a differenza della maggior parte dei colleghi assunti presso i CSL senza l’attivazione di alcuna procedura concorsuale, per poter lavorare all’interno delle strutture pubbliche i lavoratori del progetto Lavor@bile hanno superato una selezione pubblica, cui requisiti erano quelli dell’iscrizione alle liste della legge n. 68 del 1999 ed il possesso del titolo di operatore di computer;
– all’interno dei CSL i lavoratori del progetto Lavor@bile hanno svolto compiti essenziali, inerenti l’aggiornamento del SIL Sardegna, il “Servizio informativo lavoro” che collega i centri per l’impiego, raccoglie tutti i dati dei lavoratori e delle aziende iscritte (includendo l’anagrafica, le liste speciali, la mobilità ecc.) e fornisce servizi e informazioni online per favorire l’occupazione e l’incontro fra domanda e offerta nel mercato del lavoro;
rilevato che, con una operazione di disconoscimento dei ruoli che questi lavoratori hanno ricoperto per anni all’interno dei CSL, è stata loro preclusa l’opportunità di partecipare alla procedura di stabilizzazione che prevede la possibilità di far confluire i dipendenti di CSL e CESIL nell’Agenzia regionale per il lavoro;
considerato che:
– il decreto legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, all’articolo 7, comma 6, recita: “Le amministrazioni pubbliche procedono a rideterminare il numero delle assunzioni obbligatorie delle categorie protette sulla base delle quote e dei criteri di computo previsti dalla normativa vigente, tenendo conto, ove necessario, della dotazione organica come rideterminata secondo la legislazione vigente. All’esito della rideterminazione del numero delle assunzioni di cui sopra, ciascuna amministrazione è obbligata ad assumere, a tempo indeterminato, un numero di lavoratori pari alla differenza fra il numero come rideterminato e quello allo stato esistente. La disposizione del presente comma deroga ai divieti di nuove assunzioni previsti dalla legislazione vigente, anche nel caso in cui l’amministrazione interessata sia in situazione di soprannumerarietà. Per i lavoratori delle categorie protette di cui all’articolo 1 della legge 12 marzo 1999, n. 68, assunti a tempo determinato nel rispetto dell’articolo 7, comma 2, della medesima legge n. 68 del 1999, si applica l’articolo 5, commi 4-quater e 4-sexies, del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, e successive modificazioni, nei limiti della quota d’obbligo”;
– il dispositivo citato evidenzia come, nel rispetto degli obblighi sanciti dalla legge n. 68 del 1999, l’Amministrazione regionale sia obbligata ad assumere i soggetti disabili esclusivamente mediante contratti a tempo indeterminato;
– la ratio della norma è proprio quella di evitare la creazione di sacche di precariato proprio tra i soggetti più deboli: in quest’ottica occorre leggere il penultimo capoverso del comma 6, laddove chiarisce che le seguenti disposizioni derogano “ai divieti di nuove assunzioni previsti dalla legislazione vigente, anche nel caso in cui l’amministrazione interessata sia in situazione di soprannumerarietà;
– all’ultimo capoverso, il comma 6 specifica inoltre che per questa tipologia di lavoratori trovano applicazione l’articolo 5, commi 4-quater, 4-sexies del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, in sostanza, riferendosi alla situazione dei lavoratori appartenenti alle categorie protette assunti, in passato, a tempo determinato, il disposto prevede, per coloro che abbiano prestato servizio per oltre sei mesi, la possibilità di acquisire il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato;
preso atto che:
– a partire dal 1° gennaio 2014 si avvierà a livello europeo il programma “Youth Guarantee” (Garanzia europea per i giovani) secondo il quale entro il 2020 gli stati membri e le regioni dovranno realizzare degli interventi qualitativamente validi a sostegno dell’aumento dell’occupazione giovanile;
– l’iniziativa punta a garantire la possibilità, per i giovani, di ricevere un’offerta di lavoro, di formazione, di apprendistato o di tirocinio entro quattro mesi dalla conclusione degli studi o dall’inizio del periodo di disoccupazione; a tal fine, assume particolare importanza il ruolo dei centri dei servizi per l’impiego, che dovranno adeguarsi agli standard europei e integrarsi telematicamente con tutti gli altri centri per l’impiego europei e con la piattaforma europea “Eures”;
– l’iniziativa è stata finanziata a livello europeo con 6 miliardi di euro: i fondi strutturali messi a disposizione dovranno specificatamente essere impiegati per rafforzare i CSL e i sistemi informativi e telematici degli stessi;
– il 31 ottobre 2013 è stato approvato il Piano per la garanzia giovani, dove si specifica che la ripartizione delle risorse tra le regioni sarà approvata in sede di conferenza Stato-regioni, ed entro sessanta giorni le regioni devono predisporre piani attuativi per indicare le modalità operative e politiche che intendono attuare per conseguire gli obiettivi;
posto che:
– per anni la Regione autonoma della Sardegna ha impiegato i lavoratori dei CSL sfruttando i fondi europei stanziati mediante le misure 3.1, 3.4 e 3.10 del POR Sardegna 2000/2006;
– la nuova iniziativa “Youth Guarantee” sopra indicata, ed i finanziamenti ad essa collegati, potrebbero rappresentare l’occasione per valorizzare le professionalità acquisite in ambito informatico e gestionale dai lavoratori del progetto Lavor@bile, garantendo loro la possibilità di continuare a lavorare all’interno dei CSL, svolgendo un servizio di essenziale utilità nella lotta alla disoccupazione giovanile e mantenendo aggiornato il Sistema informativo del lavoro in Sardegna (SIL),
chiedono di interpellare l’Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:
1) se nella procedura di stabilizzazione dei lavoratori CSL/CESIL sia prevista l’assunzione a tempo indeterminato anche dei lavoratori del progetto Lavor@bile;
2) quali siano le azioni intraprese dall’Assessorato per garantire che ciò avvenga;
3) quali siano stati gli esiti degli incontri avvenuti presso l’Assessorato per discutere della vertenza in oggetto;
4) se si intenda adempiere al disposto normativo sancito dall’articolo 7 della legge n. 125 del 2013 che prevede un obbligo specifico nei confronti dei lavoratori disabili; obbligo che l’Amministrazione regionale ha il compito di rispettare;
5) se, in caso di mancanza di fondi per procedere tempestivamente alle assunzioni, si sia valutata l’opportunità di agire tramite i fondi europei che nel corrente anno saranno a disposizione grazie all’iniziativa “Youth Guarantee”;
6) se l’Assessorato abbia già provveduto a predisporre il piano attuativo della “Youth Guarantee” a livello regionale richiesto dal Ministero per ottenere i finanziamenti.
Cagliari, 7 gennaio 2014
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