Una settimana fa omaggi e promesse all’artista Pinuccio Sciola
Domenica scorsa, l’addio a Pinuccio Sciola nella sua San Sperate vestita di bianco. Lenzuola candide ovunque, in una bella giornata di sole e di vento leggero. In uno spazio aperto, come avrebbe desiderato lo scultore, una grande presenza popolare, “cummenti logu’e festa”, per celebrare il nostro artista. I colori e i profumi di arance e di limoni tra i fiori, le musiche di Gavino Murgia e i messaggi ancestrali de is launeddas di Luigi Lai, sono sicuramente piaciute tanto al Maestro, che vigilerà dall’alto sul suo sogno di trasformare lo squallore e l’anonimato della Statale 131 in un museo all’aperto di sculture. Chissà se le istituzioni della Regione Autonoma della Sardegna, a cui in tante occasioni chiese di far proprio questo progetto di innovazione ne coglierà l’importanza.
Domenica, in quella cornice di bellezza e alla testa della sua salma, il Presidente Pigliaru ha promesso: “C’è ancora tempo per fare”. Ma mentre Pinuccio, emblema della nostra dignità e identità culturale, vigilerà dall’alto, il Popolo sardo, per cause storiche giustamente diffidente sulle promesse, vigilerà dal basso perché il sogno di uno dei suoi figli più cari che ha portato con orgoglio la nostra cultura e la nostra storia nel mondo, si possa concretizzare. Dalle forti radici identitarie del nostro sculture, ora attendiamo che si elevi la musica delle sue pietre dove lui desiderava: lungo la Statale 131, la TranSardegna, trasformata in un museo che richiamerebbe il mondo. Che bella pensata Pinuccio!
Claudia Zuncheddu
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