Una risposta dovuta: Appo aggradesciu sa cummissioni e arrespundu
La tua segnalazione sulle maldicenze politiche gratuite nei miei confronti riguardanti il mio operato sardista apparse in un sito ben individuato, non mi giunge nuova. Non c’è da stupirsi di chi spara da dietro i muretti a secco. Fa parte di uno stile politico molto diffuso e a me estraneo.
Io non conosco politicamente il gestore del sito “tesserato d’ufficio” al Psd’Az grazie al suo incarico istituzionale.
Nell’ultima campagna elettorale, per l’elezione del Parlamento Italiano, mi è capitato di seguire alcuni suoi discorsi e con tutto il rispetto non solo non mi sono mai piaciuti, ma li ho trovati estranei alla mia cultura sardista, progressista e antifascista.
Mi sorprendeva la sua faciloneria nel preannunciare il suo grande successo elettorale: “decine e decine di migliaia di voti suoi personali avrebbero garantito una enorme crescita del Psd’Az”. Purtroppo la realtà politica ed elettorale era altra e personalmente l’avevo ben chiara sin dal momento dell’accettazione della mia candidatura (accettata come servizio al Partito senza nessuna possibilità di elezione).
I risultati hanno parlato chiaro: 15.000 voti circa. Il Partito, gestito da un gruppo dirigente la cui unica prospettiva politica è quella personale, non poteva che scendere al minimo storico.
Hai analizzato i risultati elettorali per aree geografiche comunali e provinciali? Ti assicuro che è molto interessante ed esplicativo.
E’ sconcertante l’atteggiamento di chi ha la presunzione di considerarsi dirigente di un partito che in sede di Consiglio Nazionale fa un’analisi del voto decantando il “grande successo” contro il tentativo di stritolamento di due grandi blocchi; mentre in Direzione Nazionale denuncia la “sconfitta” elettorale arrivando a chiedere per tutte le federazioni (che secondo lui non si sono attivate) il commissariamento come terapia d’urto, più esattamente un “elettroshock salutare” per l’intero Partito, come monito per la sconfitta.
In questa imbarazzante situazione, dato l’ennesimo insuccesso, come in tutti i partiti politici ci saremo aspettati che il gruppo dirigente, responsabilmente, dopo un’analisi del dato elettorale, facesse un’autocritica e si presentasse dimissionario, cosa non avvenuta. Quest’atteggiamento irresponsabile e schizofrenico è stato condiviso da tutto il gruppo dirigente del Psd’Az.
L’infantilismo politico talvolta si paga anche con brutte reazioni del sistema nervoso. L’angoscia genera panico e confusione arrivando a manifestarsi anche nei siti/blog con forma di maldicenza… rigorosamente anonime… non si sa mai.
Non frequento quel sito perché non lo considero un luogo di dibattito politico sardista. Preferisco occuparmi di sardismo con il mio modesto operato in altre sedi.
La tecnica della provocazione, della denigrazione e della censura in perfetta coerenza con la pratica del commissariamento proposto da “questi dirigenti” sono proprie di posizioni politiche opportuniste e trasformiste, azioni di “mesu ominis”; L’antitesi del sardismo: “ominis” e come tali liberi e coraggiosi difensori della propria patria, dell’ambiente, della cultura e della tradizione irriducibile del proprio popolo contro ogni forma di colonizzazione e di privazione della propria identità.
Chi mi conosce sa che sono una sarda libera. I miei ideali sardisti non muteranno con o senza il “povero” Psd’Az, così profondamente e volutamente trasformato e adeguato alle esigenze personali di piccoli uomini subalterni a partiti “strangiusu”: liquidatori della storia di antifascismo e libertà del Partito di Lussu, di Bellieni, Simon Mossa e i fratelli Melis.
Tornando al “tema” del sito citato. Mi incuriosiscono le persone che si avvicinano al sardismo, e in particolar modo quelle che provengono da storie di militanza (anche a “certi livelli”) in partiti che hanno avuto enormi responsabilità storiche sull’impoverimento e sulla sudditanza dei sardi; Mi riferisco a quei partiti che in 60 anni di autonomia sono stati responsabili, in tempi e modi diversi, della svendita del nostro patrimonio culturale e del nostro territorio ai colonizzatori, compresi quelli dell’ultima ora con “villa” in Sardegna.
Mi sarebbe piaciuto conosce l’on Maninchedda come militante sardista, per comprendere gli “affascinanti” processi evolutivi del suo Pensiero che l’hanno guidato verso il sardismo (ideologia di liberazione nazionale di un popolo che si confronta con la globalità del mondo) e non solo il suo prodigarsi per il patto di consultazione fra il Psd’Az, l’Udc e l’Udeur, questi ultimi partiti che si autodefiniscono di centro ma ben identificati nei luoghi del potere.
L’on Maninchedda ha preferito evitare il confronto con i militanti della Base, e nel caso specifico optando per una scelta antidemocratica e antistatutaria, da “tagliatore di teste”: il “commissariamento di tutte le federazioni del Partito”. Tutto ciò con il sostegno politico del segretario, della sua segreteria e del presidente del Partito.
Per tale vocazione l’hanno chiamato “S’Accabbadora de su Partidu”.
Porgo a questo signore e agli amici del suo sito, siano essi anonimi che con nomi di circostanza, i miei migliori auguri.
Veniamo a noi. Noi sardisti non dobbiamo pensare a Maninchedda e ai suoi attuali soci. E’ un “deja vu”.
E’ giunto il momento di porci una domanda:
Il Psd’Az è vivo? E se non è defunto che cosa è diventato?
Da qui la necessità oggi di un’analisi seria partendo dalla storia, dai valori fondanti e dal ruolo storico del Partito nel processo di emancipazione e di liberazione del popolo sardo.
– Il Psd’Az continua ad essere antifascista e progressista?
– E’ in prima fila per la difesa dell’ambiente, del territorio, dei suoi
beni identitari?
– E’ antimilitarista e anticolonialista?
– Il Psd’Az è per uno sviluppo economico ecocompatibile?
– E’ libertario e laico?
– E’ in prima file per le lotte per i diritti civili?
– E’ a fianco delle donne che si battono per la propria
autodeterminazione a partire dalla maternità?
– E’ portavoce di ogni forma di diversità culturale, di religione, di sesso, di censo?
– E’ solidale con tutti i popoli senza nazione in Europa e nel resto del
mondo?
– E’ per la pace e per il libero confronto nel rispetto delle identità di tutti i popoli?
– E’ per il federalismo solidale?
– E’ un partito nazionalitario e indipendentista?
– Il suo ruolo è teso al raggiungimento della sovranità del popolo? Quindi di tutti quei processi di rottura della dipendenza per creare l’indipendenza?
Ritengo siano queste le linee a cui attenerci per sviluppare un dibattito sul presente e sul futuro del Psd’Az.
Non ho scoperto nulla di nuovo nella gloriosa storia del Psd’Az, ho solo riassunto alcuni punti fondanti dello Statuto.
Grazie per l’informazione
A si biri e forza paris
Claudia
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