Un dibattito senza fine
Su “emergenza casa”
In questi ultimi 10 anni, in Italia, solo l’1% della spesa totale sulla casa è stata destinata all’edilizia economico – popolare, ciò vuol dire che il ruolo di guida del processo urbanistico della città di Cagliari e di soddisfazione di esigenze primarie di ceti popolari sul “bene casa” è stato demandato dalle amministrazioni pubbliche (comuni-regioni etc.) ai privati. Da ciò il fenomeno dell’indebitamento dei cittadini in mutui che apparentemente sembravano vantaggiosi, ma che di fatto si sono rivelati uno strumento di strozzo in mano alle banche e alla speculazione immobiliare che in questo ultimi 12 mesi hanno aumentato enormemente il profitto a scapito dei cittadini.
Perciò CHIEDO che il comune si faccia promotore politicamente, di un “fondo ad hoc”, presso le banche, affinché questi fenomeni di “messa all’asta” dei beni che momentaneamente non sono stati onorati, vengano bloccati.
A maggior ragione il Comune deve sospendere gli “irresponsabili sfratti” degli inquilini morosi dalle proprie case e procedere a una ridiscussione e a una nuova rateazione degli importi medesimi, valutando le situazioni una per una, e anche in questo caso, costituendo un fondo di solidarietà per le famiglie bisognose.
La saggezza politica, che la situazione richiede, deve indurre l’amministrazione a tener conto del sempre più grave fenomeno dell’impoverimento dei cittadini cagliaritani. Le contraddizioni non si risolvono sicuramente mettendo le famiglie per strada, perché a questo si sommano altri gravi problemi che investono sia i singoli che la collettività.
Considero necessaria l’istituzione di una commissione consiliare (che veda rappresentate tutte le formazioni politiche) che funga da garante dei due fondi sopraccitati.
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