Mentre il Comune di Cagliari ricorre ancora al Tar contro la Soprintendenza, che vuole tutelare una vecchia area mineraria localizzata nell’area di Tuvixeddu, rimangono in campo le ragioni di chi non accetta che il cemento diventi la misura imposta alla più grande necropoli punica e alla memoria storica del luogo.
E’ scandaloso che il Comune consideri pretestuoso il tentativo di tutela da parte della Soprintendenza. Secondo questa maggioranza di centrodestra i paesaggi e l’identità dei luoghi si appiattiscono tutti alla misura dei tristi quartieri progettati dagli speculatori. È vero che stavolta non si parla dell’inestimabile eredità punica, una grande storia antica comunque mai rispettata dagli amici di Betoniera Selvaggia. Parliamo però di un pezzo misconosciuto di archeologia industriale nel cuore di un’importante città. Un patrimonio dei sardi che meriterebbe di essere valorizzato, come si dovrebbe fare in questi casi, anziché deturparlo clonando stili abitativi delle periferie brianzole degli anni settanta, il vero modello di chi pure si riempie la bocca con la retorica della Capitale del Mediterraneo.»
Ancora una volta una pubblica amministrazione sembra volersi privare del potere di decidere l’assetto del territorio, attribuendolo a chi ha i soldi, al di fuori di qualunque interesse pubblico, in questo caso legato anche a valori d’identità storica che hanno attraversato i secoli e i millenni. Occasioni per imprenditori lungimiranti ci sarebbero. I popoli del Mediterraneo troverebbero naturale guardare ai giacimenti di cultura offerti da Cagliari. Ma c’è chi glielo vuole impedire mettendoci in mezzo altri brutti palazzi, unedilizia mediocre, il suo chiasso, la sua incapacità di costruire e ricostruire con canoni ecologici internazionali.
Claudia Zuncheddu
( consigliera comunale e regionale)
Rossomori
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