Sulla necessità di interventi finalizzati alla costituzione di parte civile della RAS nei procedimenti giudiziari relativi a inquinamenti e disastri ambientali
Sulla Mozione n° 281 “sulla necessità dell’obbligatorietà di interventi finalizzati alla costituzione di parte civile della RAS nei casi di procedimenti giudiziari relativi a inquinamenti e disastri ambientali, alla tutela della salute dei cittadini riguardanti il territorio della Sardegna
Tracce del mio intervento (guarda il video)
Ho sottoscritto questa mozione perché condivido la necessità che la RAS porti avanti tutti gli interventi possibili costituendosi parte civile, nei numerosi procedimenti giudiziari che impegnano la Procura della Repubblica nei diversi Tribunali e non solo in Sardegna.
Questi procedimenti giudiziari sono legati al perpetuarsi di disastri ambientali in aree sempre più vaste dell’Isola, come se in Sardegna non fosse reato l’inquinamento dell’ambiente e le ripercussioni sulla salute di noi sardi.
Sino ad oggi il lassismo della RAS ha reso impunibili bande di criminali che hanno inquinato la nostra terra, il mare e l’aria, e oggi, come se non bastasse, vogliono stravolgere anche il nostro sottosuolo con le trivelle. Tutto ciò in nome del profitto individuale.
In questo scenario si annoverano anche i disastri prodotti dallo stesso Stato italiano, tra servitù militari, industriali e “giochi di G8”. L’impunità è stata garantita a tutte le imprese d’importazione e le multinazionali che hanno trasformato la Sardegna in una “camera a gas” per la salute dei sardi e per le nostre economie.
La concentrazione di sostanze cancerogene nell’Isola, da Nord a Sud è elevatissima. Da Sarroch a tutto il Golfo di Cagliari le esalazioni tossiche della Saras, proseguono indisturbate con “centraline di rilevamento compiacenti e amministrazioni locali piegate”.
L’incidenza dei tumori, delle patologie croniche progressive, delle broncopneumopatie, delle malattie endocrine sino alle allergie, non hanno destato alcuna reazione da parte delle nostre istituzioni.
Le notizie sui danni genetici, legati alle mutazioni del DNA per l’esposizione a inquinanti rilevati recentemente nei bambini di Sarroch, che espongono a malattie genetiche le future generazioni, non ha destato alcuna reazione nelle Istituzioni sarde.
Che l’aria di Cagliari sia inquinata anche da diossine provenienti dall’inceneritore di Macchiareddu, con un’aumento di incidenza di malattie emolinfatiche come le leucemie in età pediatrica, non suscita reazioni e genera silenzi e complicità istituzionali.
Grazie alla Portovesme srl, ad esempio nel Sulcis, l’inquinamento è tale da aver indotto le Autorità sanitarie a fare un appello ai cittadini invitandoli a evitare la somministrazione di frutta e verdura, prodotta in loco, ai bambini di età inferiore ai 5 anni. Da indagini di laboratorio su 100 bambini, 40 sono affetti da patologie tiroidee.
Quirra, Porto Torres, Ottana sono esempi differenti di inquinamento ambientale purtroppo è sotto gli occhi di tutti.
Questa mozione molto importante, comprende numerose azioni istituzionali già portate avanti dal mio Gruppo politico, per cui per ragioni di tempo mi soffermerò sulla questione G8 a La Maddalena e sulla mancata costituzione di parte civile al processo contro la Protezione Civile del Governo italiano.
Ci troviamo di fronte a due processi:
– Il primo, citato nella mozione, è per il “disastro a mare”.
Furono stanziati 75 milioni di € per la bonifica dello specchio d’acqua di fronte all’Arsenale, dove la Marina militare italiana per oltre 100 anni ha riversato ogni sostanza inquinante.
Di fatto la bonifica non solo non è stata eseguita, ma la rimozione di una parte dello strato superficiale ha smosso il fango velenoso sottostante espandendolo in tutto lo specchio d’acqua, per cui ci troviamo di fronte a due reati: quello di “appropriazione indebita di danaro pubblico e quello di disastro ambientale”. Basti pensare che il waterfront dell’ex Arsenale è interdetto perché avvelenato. Su questa questione ha indagato il Pubblico Ministero Rossi del tribunale di Tempio, con rinvio a giudizio dei responsabili.
– il secondo processo, non contemplato nella mozione, ma che chiedo che sia inserito come: “bonifiche a terra”, riguarda le “mancate bonifiche a terra” (ex Arsenale militare).
Per queste operazioni sono stati stanziati 400 milioni di cui 100 milioni di Fondi FAS trasferiti dalle casse sarde a quelle della ”cricca di Bertolaso” grazie al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi. I 400 milioni sono finiti nelle tasche della “cricca” senza che le bonifiche venissero eseguite, visto che le opere a tutt’oggi non sono fruibili.
Dopo una lunga battaglia esitata con la sentenza del TAR Lazio che ha condannato la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della Protezione Civile e Unità Tecnica di Missione ordinando a quest’ultima di consegnare alla sottoscritta migliaia di atti amministrativi sino ad allora coperti da “segreto di Stato”, è stato possibile analizzare i danni e le umiliazioni che la “cricca” da Anemone a Balducci a Bertolaso, ha riservato ai sardi.
Le migliaia di documenti li ho fatti pervenire tempestivamente al Presidente Cappellacci, al quale ho messo a disposizione anche i miei due legali affinché lo agevolassero nella costituzione di parte civile per conto della RAS.
Nonostante le forti sollecitazioni e l’impegno assunto dal Presidente anche sulla stampa sarda del 22/11/2012, con cui rassicurava i sardi che “la Regione avrebbe avviato le dovute azioni risarcitorie nei confronti dei responsabili”, a distanza di quasi un anno nulla è avvenuto per difendere i diritti e l’orgoglio dei sardi, ancor meno la costituzione di parte civile.
Il processo per fortuna dopo vari rinvii e il trasferimento da Perugia a Roma, è previsto per il 20 Gennaio. Il Presidente può ancora costituirsi parte civile, come hanno fatto Ministeri del Governo italiano, il Comando della Guardia di Finanza e il Comune de La Maddalena.
Che cosa impedisce al Presidente di costituirsi parte civile contro personaggi spregiudicati su cui pesano capi d’imputazione che vanno dalla corruzione alla violazione della Legge Merlin (ovvero favoreggiamento della prostituzione)?
La Sardegna è la Regione più lesa, per cui non vorremo che il suo persistere nel non costituirsi parte civile, servisse ad alleggerire il carico giudiziario degli imputati come Bertolaso & C., fortemente protetti dall’allora Presidente Berlusconi.
Sull’affidabilità di Bertolaso, ricordo che viene condannato a pagare 40 milioni di € allo Stato italiano per danni erariali. Al Gruppo Anemone la Guardia di Finanza ha contestato un’evasione fiscale da 166 milioni di € (140 milioni relativi a imposte dirette e 26 milioni all’IVA), più fatture false per 38 milioni.
Intanto tra uno scandalo e l’altro passa volutamente inosservata un’ennesima beffa dello Stato italiano contro la RAS, cioè il declassamento delle bonifiche a La Maddalena. L’ex ministro all’Ambiente Clini, con un decreto ministeriale che s’ispira alla L. 134 del 07 agosto 2012, ha eliminato La Maddalena dai SIN (Sito di Interesse Nazionale), scaricando sulla RAS i costi delle bonifiche a La Maddalena.
Su quest’operazione dello Stato italiano, che ancora una volta beffa e condanna la Sardegna, non è apparsa nessuna reazione di sdegno da parte del nostro Presidente, che caso strano, veniva nominato “Commissario straordinario per il completamento dei lavori” previsti nell’ambito dell’ex G8 a La Maddalena ed entro il 31/12/2012 avrebbe dovuto provvedere al “rilancio della portualità turistica, commerciale e militare degli specchi d’acqua in prossimità di Cala Balbiano.
Sul “curioso incarico” che il Presidente si è accollato… immagino gratuitamente… non si conoscono scadenze, né si hanno notizie che sia stato sostituito, né specifica cosa accada in caso di mancato rispetto del termine (che non viene in alcun modo specificato come perentorio). Ancor meno si comprende il doppio ruolo del Presidente della Sardegna che nello stesso tempo è “parte offesa” (che dovrebbe costituirsi parte civile contro la Protezione Civile del Governo italiano) e “Commissario straordinario” che deve concludere i lavori, quindi è un rappresentante di una struttura dei Grandi Eventi, nominato dal Governo.
Da documentazione ufficiale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, su “modalità e tempi necessari per completare le bonifiche nell’area marina davanti all’ex Arsenale”, emerge che ad agosto del 2012 il progetto di bonifica non era pronto e che l’ex ministro Clini sosteneva che i documenti e il progetto sarebbero di competenza della Protezione Civile. A questo punto entra in gioco il Presidente Cappellacci, che in veste di Commissario Delegato deve indire una Conferenza di servizi per dar avvio ai lavori. Quindi Cappellacci deve possedere il progetto e dare l’incarico.
Da tutto ciò si evince la situazione di incompatibilità dei ruoli del Presidente e la sua difficoltà a costituirsi parte civile per difendere gli interessi dei sardi.
Con questa mozione il Consiglio Regionale, in quanto Massima Assemblea dei sardi, deve solennemente chiedere al Presidente che si costituisca parte civile, per far sì che nelle casse sarde rientrino almeno i 100 milioni di Fondi Fas, visto che è certificato che i lavori non sono stati eseguiti.
Mai come in questo periodo di crisi quei fondi possono dare respiro alle nostre emergenze, dai nostri malati di SLA alle povertà estreme in forte crescita.
Una classe politica credibile non può continuare a tollerare che la Sardegna sia trattata come una colonia italiana e delle multinazionali, e che dopo la rapina delle risorse umane, ambientali e culturali, diventi Terra di discariche e di inceneritori su cui continuare a lucrare ai danni della salute dei nostri territori e delle nostre economie.
Claudia Zuncheddu
VOTATA all’unanimità:
Presenti 57 Votanti 53 SI 53 ASTENUTI 4
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