Sulla ”continuità territoriale” e la nostra Sovranità mancata
Sulla mozione 177
18/05/2012
Sulla “continuità territoriale” e la nostra Sovranità mancata: un tema che come un miraggio si ripresenta periodicamente al centro del dibattito in Aula del Consiglio Regionale per poi dissolversi nel nulla.
Ribadisco che il diritto alla mobilità per persone e merci da e per la Sardegna, è il principio che sta alla base della continuità territoriale di uno Stato, che dovrebbe garantire ai propri cittadini, e sottolineo “dovrebbe” (in quanto, nel nostro caso specifico non sempre è avvenuto) e visto che sono i contribuenti che pagano, quest’onere è di esclusiva competenza dello Stato italiano.
Se la continuità deve essere per tutti, residenti e non, i costi non possono essere in nessun caso addebitati sulle casse della RAS.
Oggi ci troviamo di fronte a una situazione di totale incertezza sulla continuità territoriale (sia aerea che navale, anche se le implicazioni sono differenti) e con costi esclusivamente di mercato, per noi insostenibili per garantire un reale interscambio di persone e merci.
La Sardegna così è condannata ad una sudditanza che sta portando, oggi più di ieri (a causa della crisi mondiale gestita dalle multinazionali della Finanza) alla morte di ogni settore della nostra già debole economia e alla dissoluzione della società sarda con effetti devastanti per qualsiasi forma di convivenza e tenuta sociale.
Da ciò, come classe politica, dobbiamo porre al primo posto sempre le esigenze della Sardegna e il bene delle nostre collettività e poi le esigenze del mercato, che è determinato anche dalle nostre azioni politiche e non solamente dalle lobby mondiali. Uno sforzo di orgoglio da parte del Presidente della RAS e di tutto il Consiglio per far si che queste operazioni che minano l’economia sarda oggi e in futuro vengano affrontate e risolte definitivamente a nostro favore.
Come classe politica dirigente, qualsiasi sia il nostro ruolo oggi di maggioranza e di opposizione, non dobbiamo spaventarci e ancor meno demonizzare il fatto che per difendere i nostri diritti sui temi della mobilità di qualsiasi tipo essa sia, dobbiamo fare un salto in avanti ed affrontare con tempi, modi, mezzi e strutture adeguate la necessità storica di gestire in proprio, come sardi, i vettori e le rotte sia aeree che navali che garantiscano il nostro benessere e i nostri diritti.
Alla luce delle discriminazioni e degli sperperi incalcolabili, gestiti dallo Stato italiano, non dobbiamo avere incertezze sulla possibilità di concretizzare un’idea di sovranità sui trasporti costruendo in modo oculato una flotta (aerea e navale) sarda.
E’ necessaria l’apertura di un dibattito concreto e lungimirante sulla nostra Sovranità sui temi della mobilità.
Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale Sardigna Libera
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