Sul destino inglorioso del Microcitemico
E’ bastato il tempo di un’alzata di mano in Consiglio Regionale per decretare la fine ingloriosa dell’ospedale Microcitemico, una Scuola di scienziati che ha reso la Sardegna avanguardia nel mondo e restituito speranza e una buona qualità di vita a numerose generazioni di piccoli ammalati.
Con lo scorporo del Microcitemico dal Brotzu, il più grande ospedale pubblico sardo, si smantella il Polo Pediatrico di alta specializzazione. Il Microcitemico viene condannato al destino degli altri ospedali pubblici sardi, siano essi dei territori disagiati che di Cagliari.
Ancora una volta la Politica, priva di competenza e di lungimiranza, interferisce sulla Sanità pubblica. Tra accorpamenti e scorpori irrazionali, procede lo smantellamento del sistema ospedaliero pubblico in tutta la Sardegna. Non c’è più alcuna garanzia per la Salute e il diritto alle cure delle persone. I servizi sanitari sono chiusi. Le liste d’attesa sono annullate. Non c’è alcun piano per le emergenze, compreso per il cov2. La medicina territoriale, sempre in prima fila, è in totale stato di abbandono. E’ priva di mezzi e con un crescente carico di lavoro di competenza specialistica e dei laboratori di analisi, a partire dai test sierologici sars-cov2 per le scuole. Una scelta pericolosa che potrebbe imporre la chiusura degli ambulatori e la quarantena per medici e pazienti.
Le ultime due Riforme sanitarie si ispirano, in egual misura, ai tagli dei servizi sanitari pubblici. L’interesse ad una “gestione anomala” del bilancio della nostra Sanità, pari al 50% dell’intero bilancio regionale, è tale da aver portato prima a concentrare i poteri nell’azienda unica con sede a Sassari, per poi, nel cambio di guardia politico, trasferire e decentrare quel centro di potere in altri centri minori senza che la sostanza cambi per chi ha necessità di cure.
Bisogna porre fine alle guerre politiche per bande pro asl unica sassarese e pro asl multiple. Bisogna riportare subito al centro di una politica responsabile le emergenze sanitarie.
Claudia Zuncheddu – Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica
Commenti