Sciogliamo l’ambiguità
Presente e futuro del Sardismo
(dal Forum Partidu Sardu – www.politicaonline.net)
Liggiu cun prexerei tutti gli interventi, dai quali emerge sicuramente un forte sentimento nazionalitario che per la sua stessa natura non può che essere progressista. Cosa chiedere di più ai giovani che iniziano a intraprendere un percorso di lotta di liberazione nazionale? Dobbiamo prendere atto che i nuovi fermenti non sono contenibili all’interno di un Partito, così massacrato e privato del suo ruolo dalle vicissitudini interne e dalla soppressione del libero e democratico confronto sui temi legati alla “causa sarda”. E’ chiaro che si pone la necessità di ampliare il dibattito in un nuovo contesto, con i movimenti nazionalitari, indipendentisti e progressisti. Evitando comunque una “nostra condizione di isolamento”, seppur in un raggio d’azione più ampio con l’apertura del confronto politico sui nostri temi alle voci dell’”area progressista”.
Il Psd’Az dopo 87 anni di storia è stato mortificato e ridotto a una “entità piccola e politicamente amorfa”, volutamente incapace di incidere sulla realtà sarda.
L’uso strumentale, che costantemente è stato fatto del Partito, svuotandolo e trasformandolo di volta in volta in umiliante “mezzo di trasporto” a disposizione di qualcuno… non solo l’ha privato del suo ruolo di “guida storica” pei i sardi nella costruzione “a più voci” di un percorso politico, economico e culturale di liberazione; ma lo ha allontanato dalle nuove generazioni impedendogli di esprimere i suoi preziosi messaggi politici “sempre lungimiranti ed attuali” riassunti nello Statuto.
Se numerosi giovani sardi, abbandonati dal Partito ad una “politica fai da te”, hanno seguito percorsi non solo all’interno di movimenti, ma anche in aree politiche più articolate come i partiti della Sinistra storica italiana, non è per loro demerito e tanto meno bisogna prendersela con loro o considerarli “in solitudine” e con la puzza al naso.
Ribadisco che in un processo di ricostruzione e di rafforzamento del nostro progetto si debba inaugurare una nuova e più articolata fase politica con il coinvolgimento di idealità e di forze anche nel vasto ambito progressista. Non si può essere a fianco della giusta protesta di studenti e insegnanti per il diritto ad una scuola pubblica, laica, fruibile da tutti e poi fare accordi elettorali in Sardegna con gli amici della Gelmini.
Sciogliamo una volta per tutte l’ambiguità del Psd’Az, quell’orribile e qualunquistico moto “non di destra non di sinistra”, slogan mai spiegato e a cui si aggrappa l’ignoranza di certi “sardisti”, tenuti volutamente al di fuori della storia, per permettere ai “soliti noti” di usarli volta per volta come massa di manovra per il loro esclusivi vantaggi.
Con ciò non si vuol certo negare che nella prassi, Centro-Destra e Centro-Sinistra, spesso e volentieri si assomigliano o si “copiano” l’un con l’altro, anche a costo di volgarizzare le idealità che dovrebbero essere manifestate con progetti e riferimenti sociali nettamente differenti.
Badate bene che la teoria delle “mani libere” si regge su questo orribile moto, funzionale alle scivolate da una parte o dall’altra, a seconda delle convenienze personali dei “soliti noti” che “guidano sa macchinedda, modello Psd’Az” facile e veloce per “arrivare” nei posti da loro ambiti.
Non dobbiamo cadere in questa trappola, anzi dobbiamo denunciare questa mistificazione e ribellarci a questo stato di cose che crea un’”ignoranza diffusa” tesa solo a far regredire la lotta per la nostra causa.
Noi vogliamo che il Psd’Az si riappropri del suo orgoglio politico per dar forza ai suoi valori dai quali è nato, e al suo ruolo di guida dei sardi verso la “liberazione nazionale”.
La mia risposta a quelli del “non di destra e non di sinistra” è che il Psd’Az è nato nazionalitario, laico, progressista, azionista e socialista, ed è naturalmente divenuto indipendentista e come tale anticolonialista e NO-global.
E’ con questo ricco bagaglio ideologico e storico che deve confrontarsi con l’area progressista come grande competitore in un progetto globale che abbia come obiettivo la libertà e la felicità dei sardi.
Battista Colombu, testimone storico, diceva in un intervento a Bosa: “La sinistra l’abbiamo inventata noi sardisti…”. Per quanto riguarda i valori fondanti ha sicuramente ragione.
Il patrimonio politico del Psd’Az per la sua emancipazione vola assai più in alto dei partiti della sinistra storica italiana. Noi siamo oltre… altro… e più avanti.
Claudia Zuncheddu
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