Sa Sardigna in su Parlamentu Europeu
Politica in Consiglio Comunale a Cagliari 04/11/2008
Sul mantenimento delle preferenze alle elezioni europee e per l’introduzione della Circoscrizione Sardegna
Sa Lei italiana, no bolidi sa Sardigna in su Parlamentu Europeu.
Sa boxi de chini podi difendidi s’abbisongiu de is sardus e de sa Sardigna in Europa?
Il voto di preferenza è un diritto alla base della democrazia e come tale si contrappone alle mire dei vertici dei partiti: “intoccabile casta”, che con le sue liste blindate e senza preferenze, perpetua d’ufficio la concentrazione del potere nelle mani delle segreterie dei partiti, senza che la base dei degli stessi e la collettività in generale possa mai metterla in discussione.
La mancanza di una reale democrazia partecipativa all’interno degli stessi partiti politici e in modo trasversale, ritengo sia la principale causa del fallimento di tutto il sistema di gestione del “bene della collettività”.
Queste logiche tanto care ai partiti aziendalisti e ai partiti che non gradiscono una reale partecipazione popolare alle scelte collettive, meritano di essere “rivisitate” anzi, “rivoluzionate”.
Il diritto al voto, è un momento di espressione democratica dovuta ad ogni singolo cittadino come reale strumento di partecipazione che consente di scegliere oltre il partito politico, il nome di chi viene demandato a rappresentare.
Per quanto riguarda la “Circoscrizione Sardegna” (con l’accorpamento delle due isole), è l’ennesima “ingiustizia-beffa” che vede
A noi sardi è preclusa ogni possibilità di esprimere rappresentanti propri nel Parlamento Europeo. Chi può dar maggior forza alle ragioni dei sardi e della Sardegna se noi non ci siamo?
Ritengo che le soglie di sbarramento su base regionale e italiane debbano essere separate e ridotte al minimo, in modo tale da permettere realmente a tutte le componenti politiche e principalmente a quelle minoritarie, di poter partecipare ad una competizione seria e non come quelle viste sino ad oggi: “truccate e spogliate di ogni reale scelta democratica.
Claudia Zuncheddu
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