Rossomori d’arrexonanta in atru modu
Po su Populu Sardu sa Regioni costa troppu po no fai nudda, o meda bortas po fai dannus. Abasciaus is istipendius a totus, ma chi no tocchinti sa rappresentanza de is Minoranzas.
Comunicato stampa
Pesante prevaricazione del capogruppo di “Comunisti-La Sinistra-Rossomori”
La proposta di riduzione della base di rappresentanza politica in Consiglio Regionale, avanzata, tra gli altri dal consigliere Uras, è agli antipodi dell’idea di partecipazione democratica a cui si ispira il movimento Rossomori.
Consideriamo un atto di prevaricazione del consigliere Uras che, nell’esercizio delle sue funzioni di capogruppo di “Comunisti-La Sinistra-Rossomori”, sostiene posizioni e proposte mai discusse né condivise tra la varie componenti che costituiscono il gruppo stesso. Ciò è inaccettabile nel metodo, ancor più nel merito.
Ridurre da 80 a 60 i componenti del consiglio regionale avrebbe il solo effetto di cancellare le minoranze che a fatica cercano di portare dentro il Parlamento Sardo le Istanze di quei settori di opinione pubblica più sensibili ai valori identitari dei Sardi.
Un progetto di “annessione” di aree e culture politiche destinato al fallimento, ancor più intollerabile in quanto promosso da chi conosce gli effetti nefasti, per la rappresentanza democratica, del modello bipolare.
Ridurre i costi della politica è però anche obiettivo dei Rossomori.Avanziamo una proposta radicalmente alternativa a quella sostenuta, senza il nostro consenso, dal consigliere Uras. La via è quella della riduzione drastica degli emolumenti dei consiglieri regionali (i cui effetti produrrebbero un risparmio più che doppio rispetto alla proposta del consigliere Uras). Giace in Consiglio Regionale una proposta di iniziativa popolare sostenuta da oltre 17 mila firme di cittadini sardi che nel 2005 chiesero il dimezzamento degli stipendi dei consiglieri. La maggioranza e la minoranza della tredicesima Legislatura, misero “in sonno” tale proposta, bollandola come demagogica.
Il regolamento consiliare vigente dispone la non decadenza delle proposta di iniziativa popolare; il rispetto di tale regolamento imporrebbe l’inserimento all’ordine del giorno dei lavori consiliari l’esame e la discussione di tale proposta di iniziativa popolare (“Norme in materia del trattamento economico dei Consiglieri Regionali della Sardegna”).
Il tema della riduzione dei costi della politica non può essere usato come spot propagandistico, a seconda della collocazione in maggioranza o all’opposizione.
I segnali macroscopici di disaffezione alla politica, manifestatisi con l’astensionismo delle ultime elezioni, sono una inequivocabile “ultima chiamata” all’avvio di una sessione delle riforme istituzionali che, a partire dalla revisione dello Statuto di Sovranità dei sardi, all’approvazione delle Legge elettorale sarda su base proporzionale del consiglio, alla nuova Legge Statutaria, alla revisione dei collegi elettorali per le elezioni europee, restituiscano ai sardi la pienezza dell’esercizio democratico e li renda protagonisti, in Sardegna e in Europa della costruzione del proprio futuro.
Claudia Zuncheddu
Consigliera Regionale Rossomori
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