Replica all’assessore comunale M. Paola Loi – Stop Apartheid a Sant’Elia
Sant’Elia non è la patumiera di Cagliari
Le aree di Ecocentro, necessarie per costruire una reale catena della raccolta differenziata, vanno ubicate in zone che non siano individuate all’interno di quartieri popolati come quello di Sant’Elia, né in siti a vocazione diversa e già definita: da quella sportiva a quella culturale, a quella turistica. Cagliari ha un ricco patrimonio di aree idonee per questi centri. Forse è la miopia di una certa Politica che porta a fare scelte sbagliate e dannose per i cittadini.
Le politiche ambientali non possono essere né improvvisate e ancor meno ereditate da ruoli che la Politica attribuisce secondo i criteri purtroppo ben noti, dei quali la meritocrazia è l’ultimo requisito. La materia è complessa e bisogna informarsi e studiarla, in modo da evitare, come è avvenuto pubblicamente, di dichiarare di non conoscere neppure la Tipologia dell’Ecocentro di Sant’Elia.
La normativa Regionale parla chiaro, Ecocentri di “tipologia B”, come quello di Sant’Elia, dove possono essere conferiti anche RIFIUTI PERICOLOSI di provenienza domestica e non domestica come solventi, acidi, sostanze alcaline, prodotti fotochimici, olii, grassi, tubi fluorescenti e altri rifiuti contenenti mercurio, filtri olio, vernici, farmaci, pesticidi, detergenti contaminati etc. etc. dovrebbero essere per il “principio di precauzione”, secondo la normativa europea, localizzati non in sedi popolate. Sono pericolosi sempre, anche quando stazionano in un centro, in sicurezza, in attesa di essere trasferiti per lo smaltimento. La casistica sugli incidenti in questo campo non manca.
Non basta parlare di “siepi di mascheramento” alla vista dei cittadini e decantare la bellezza degli Ecocentri, per tranquillizzare un quartiere già fortemente discriminato ed abbandonato.
Il progetto prevede 4.900 metri quadri di strutture di stoccaggio di rifiuti, al centro di un punto strategico da cui si snodano i percorsi naturalistici e archeologici di maggior pregio della città: Parco Molentargius, Saline, Poetto, Calamosca, Sella del diavolo, Parco di Sant’Elia.
Questa è una scelta che ci sorprende e non nasce da una cultura ambientalistica né dall’amore per le bellezze della città e ancor meno, per il rispetto dovuto ad un quartiere popolare.
Sulla mia correttezza, sulle domande legittime, fatte da me e da altri, nel corso dell’assemblea e sull’atteggiamento e le mancate risposte dell’assessore lascio giudicare alle persone presenti.
Claudia Zuncheddu
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