“Lettera” a Giacu Meloni
Pubblichiamo una lettera di Claudia Zuncheddu a Giacomo Meloni, Segretario della CSS, sul suo intervento tenuto in Consiglio Regionale all’assemblea straordinaria per l’emergenza economico-sociale che troverete poi riportata integralmente a seguire.
Caro compagno Giacomo
In Consiglio Regionale, il 15 luglio, dal mio banco, in alto e il primo a sinistra, ho seguito con attenzione ed emozione il tuo intervento “fueddu po fueddu”.
In questa drammatica lotta per la sopravvivenza non solo per il diritto negato al lavoro ma per lo stesso diritto negato alla salute e alla vita, il tuo intervento dettato dal cuore non poteva che essere trasmesso dall’intensità anche emotiva della nostra lingua.
Ho avvertito con commozione quanto la lingua sia “identità di popolo”, sapendo trasmettere con i “suoni dell’anima” un messaggio forte e doloroso. Un messaggio che impone a noi sardi il ritorno a “su connottu”, e a tutta la classe politica, sempre più inadeguata, una profonda riflessione e assunzione di responsabilità.
Il tuo discorso che ha espresso l’essenza del mio pensiero, visto che non potevo intervenire in quanto avrebbero parlato solo i capi gruppo, ha avuto una grande valenza nel riaccendere la speranza di una vita alternativa non solo possibile ma obbligata all’industria: frutto velenoso di un sistema coloniale feroce e inclemente che ha visto la complicità dell’apparato politico locale totalmente asservito in cambio di privilegi personali e/o familiari.
Il fallimento dell’industria in Sardegna, caro Giacomo, non è cosa di oggi. Quel modello di sviluppo era già fallito agli albori, sin da quando “mise piede” per la prima volta nel nostro territorio. Si sapeva che avrebbe cancellato l’economia tradizionale seminando morte e distruzione fra il popolo e che avrebbe devastato e ammalato il nostro ambiente: il mare, l’aria e il territorio.
E’ dalla “cura” di tutti questi danni che dobbiamo ripartire per restituire salute all’ambiente e agli uomini oltre che creare occupazione per la nostra gente.
La nostra proposta per sanare tutti i mali legati alla grande crisi, è quella di ripartire dalla bonifica ambientale avviandoci naturalmente verso modelli di sviluppo compatibili con il nostro ambiente e la nostra storia.
S’Industria e is amigus insoru, chi sind’accabinti de andai ma chi paghinti prima is dannus.
A si biri cun saludi
Claudia Zuncheddu
Consigliera regionale Rossomori
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Giacu Meloni . Segretariu generali de sa CSS
Oggi si è riunito il Consiglio regionale in assemblea generale straordinaria per l’emergenza economico-sociale, alla presenza di istituzioni, organizzazioni sociali e sindacali.
Giacomo Meloni ci ha inviato il suo intervento, in italiano e in sardo, che volentieri pubblichiamo.
Com’è noto, i lavoratori dello stabilimento sono in stato di agitazione per la decisione della casa madre di fermare l’impianto del petrolchimico di cracking per due mesi. La lotta ha prodotto un primo effetto, l’odierna seduta straordinaria del Consiglio regionale e la convocazione da parte del governo in settimana il “tavolo della chimica” per affrontare il problema di Porto Torres. Berlusconi, inoltre, ha chiesto all’Eni di sospendere i provvedimenti annunciati in attesa della riunione del tavolo.
Ecco ora l’intevrento del Segretario generale della CSS.
SALUDU SA PRESIDENTE DE SU CUNSILLU REGIONALE DE SA SARDIGNA
SALUDU TOTU SOS RAPPRESENTANTES DE SU POPULU SARDU
Sa Cunfederatzione Sindacale Sarda da almeno 24 anni- fin dalla sua costituzione- che denuncia la crisi della Chimica in Sardegna. É ora di dire la Verità fino in fondo. La Chimica in Sardegna è finita! Ed è finita probabilmente anche a Marghera perché l’ENI ha cambiato totalmente il Piano di Investimenti ed ha orientato tutto sulle nuove fonti energetiche.
I sardi hanno speso ingenti loro risorse in questo Comparto: 2.800 miliardi delle vecchie lire furono date nel 1977 a Rovelli dal Credito Industriale Sardo per costruire gli impianti di Porto Torres e l’IMI dovette versare 1.000 miliardi di lire in conto liquidazione alla famiglia Rovelli . Già negli anni 90 l’ENI aveva operato la rivoluzione tecnologica nei suoi principali Impianti ed ogni ristrutturazione e riorganizzazione aveva comportato anche in Sardegna rilevanti tagli di posti di lavoro,
Abbiamo calcolato che nel Comparto chimico in Sardegna sono stati spese risorse pari a due Piani di Rinascita.
Le ricadute positive in termini di buste paga e di economia di scala nel territorio non pareggiano gli squilibri ed i danni provocati dalle Industrie in conto ENI in termini di disastri ambientali e diffusione di malattie da tumore in tutti i territori dove opera. La posizione della CSS è chiara.
Noi vogliamo l’unità del popolo sardo nella Vertenza al centro di questa giornata di riflessione e discussione a condizione che si pongano come obiettivi:
1. la cacciata dalla nostra Isola dell’ENI con sdegno e fermezza. Noi sardi dobbiamo insorgere e cacciare l’ENI che tanti danni ha prodotto in Sardegna, Diciamo con chiarezza,citando il poeta latino Virgilio “ Timeo Danaos et dona ferentes ”. Non illudiamoci, l’ENI potrebbe cedere alle richieste politiche ed alla mobilitazione sindacale e popolare magari lasciando in Sardegna alcune linee di lavorazione, tra le più inquinanti e pericolose che non vuole più nessuno in Europa. Ed anche questo sarebbe un dono avvelenato perché costerebbe alle casse regionali e statali molte risorse, mentre veramente pochi sarebbero i posi di lavoro “salvati” e forse ancora per un breve periodo di tempo come è avvenuto purtroppo già negli anni passati.
2. l’ENI e con esso il Governo della Repubblica, che tramite il Ministero del Tesoro ne è uno dei maggiori azionisti, prima di smobilitare, deve risarcire la Sardegna per i danni provocati;
3. gli esperti della Giunta Regionale calcolino la cifra da chiedere come risarcimento allo Stato e questi soldi veri siano subito investiti in opere di bonifica, riqualificazione e rinaturalizzazione dei territori.
Lanciamo un vero e proprio Bando perché i nostri giovani laureati in ingegneria, in scienze ambientali, in geologia e biologia ed i nostri operai trovino immediata occupazione nelle Aziende a cui sarà affidata la bonifica. Abbiamo stimato che c’è lavoro per almeno 20 anni.
La Regione investa sulle fonti pulite di energia alternativa: sole e vento prima di tutto nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Impediamo e respingiamo con forza ogni possibile tentativo di introdurre in Sardegna lo stoccaggio delle scorie nucleari che cambierebbero totalmente la vocazione turistica della nostra isola.
Ricopriamo di pannelli fotovoltaici le zone industriali dismesse definitivamente compromesse, ahimè, dal disastro ambientale. Promuoviamo una vera e propria Riforma Agropastorale, modernizzando la nostra agricoltura, allevamento e pastorizia collegandoli all’industria di trasformazione e conservazione dei nostri prodotti agroalimentari e pastorali
Investiamo nella piccola pesca, nel turismo congressuale e culturale di tutto l’anno e nell’artigianato rilanciando i concorsi tematici. Irrobustiamo il comparto tessile, partendo dalla Legler che va rilanciata come polo del Tappeto sardo.
Rilanciamo l’economia della conoscenza e delle nuove tecnologie avanzate,valorizzando le migliaia di intelligenze dei nostri giovani. 1
Non è detto poi che, realizzandosi queste condizioni, ad una decrescita del PIL corrisponda un abbassamento del tenore di vita del popolo sardo, tutt’altro sfatiamo questo mito salvifico della crescita del P.I.L.!!
La festa è veramente finita per l’ENI in Sardegna da dove ha tratto utili miliardari, lasciando dietro di sé distruzione ambientale e morte.
Inizia invece da oggi la nostra VERA FESTA. Noi Sardi dobbiamo utilizzare questa crisi internazionale ed epocale per svoltare pagina e per intraprendere un nuovo sviluppo.
Festa del popolo sardo perché abbiamo ritrovato l’unità.
Festa perché stiamo imboccando la strada maestra del nostro vero sviluppo.
Liberi di governare lo sviluppo della nostra Terra, rispettando la natura e le comunità e le persone.
Sicuri di aprire una prospettiva di benessere e felicità a questo nostro popolo e alla Nazione Sarda.
Cagliari,15/7/2009
Per la delegazione Sindacale della CSS
Il Segretario Generale della CSS
Dott. Giacomo Meloni
SALUDU A SA PRESIDENTI DE SU CONSILLU REGIONALI DE SARDÌNNIA
SALUDU A TOTU IS RAPRESENTANTIS DE SU PÒPULU SARDU
Sa cunfederatzioni sindacali sarda de 24 annus assumancu, de candu est nàscia, est denuntziendi sa crisi de sa chìmica in Sardìnnia. Imoi est ora de nai sa cosa comenti est. Sa chìmica in Sardìnnia est spaciada! E incapas est spaciada in Marghera puru, poita s’ENI at totu cambiau su pianu suu de is imbistimentus e est ghetendi-sì a is energias noas e lìmpias.
Is Sardus ant spèndiu unu sciacu mannu de dinai in custu setori : 2.800 milliardus de is francus bècius (sa lira italiana), si-ddus at donaus a Rovelli, in su 1997, su Crèditu Industriali Sardu, po ndi pesai is impiantus de Portu Durra (Porto Torres) e s’IMI iat dèpiu donai àterus 1.000 milliardus de licuidatzioni a sa famìllia Rovelli. Giai in is annus ’90 s’ENI iat incumentzau s’arrevolutzioni tennològica in is impiantus suus prus importantis e candu iat torrau a assetiai sa cosa, dònnia borta po sa Sardìnnia boliat nai a nci perdi postus de traballu. De unu contu chi eus fatu nosu, ndi est bessiu a pillu chi po sa chìmica in Sardìnnia eus spèndiu su tanti de duus pianus de Rinascita.
Su chi ndi eus tentu comenti a stipèndius o àteru guadàngiu econòmicu po su logu nostu est tropu pagu e no abastat mancu a arrangiai su dannu chi s’at lassau s’indùstria de s’ENI po su chi spetat a s’ambienti o a is maladias, càntzeru etc., chi s’agataus aundi totu ant traballau is indùstrias. Sa positzioni de sa CSS est crara.
Nosu boleus s’unioni de su pòpulu sardu po sa chistioni chi seus arrexonendi oi, cun custas cunditzionis:
1. A nci bogai de s’ìsula nosta a s’ENI cun dinnidadi e firmesa. Nosu Sardus si-ndi depeus stantargiai po nci bogai a s’ENI, chi at fatu dannu meda in Sardìnnia. Naraus cun craresa, arremonendi a su poeta latinu Virgìliu, “ Timeo Danaos et dona ferentes ”. No si penseus una cosa chi no est, s’ENI s’iat a podi arrendi puru a su chi bolit sa polìtica o su sindacau o su pòpulu, mancai lassendi in Sardìnnia is traballus peus, is prus chi imbrutant su logu, is chi nemus bolit prus in Europa. E custu puru est un’arregalu aferenau, poita iat a bolli nai a spendi àteru dinai, meda, po su Stadu o po sa Regioni, e is postus de traballu chi s’iant a aturai iant a essi pagu cosa diaderus, forsis po unus cantu mesis sceti, comenti est giai capitau in su tempus passau.
2. S’ENI paris cun su Guvernu de sa Repùbrica, chi po mesu de su Ministèriu de su Tesoru est unu de is atzionistas suus prus mannus, prima de si-ndi andai, si depit pagai totu su dannu chi s’at fatu.
3. Is espertus de sa Regioni depint carculai su dinai de depi pediri a su Stadu e custu dinai bolit torrau a imbistiri po limpiai su logu e po ddu torrai comenti fiat prima.
Ghetaus su bandu po ca is giòvunus nostus, laureaus in ingennieria, biologia, geologia etc. e is operajus nostus agatint traballu luegus in is traballus de bonìfica. Segundu is carculus nostus, nci est traballu po 20 annus assumancu.
Sa Regioni depit imbistiri in s’energia lìmpia, soli e bentu ainnantis de totu, arrespetendi sa bellesa de su logu. No aceteus cun fortza s’idea de ndi mandai a innoi s’àliga nucleari, ma penseus ca seus un’ìsula de turismu.
Impereus is pannellus de su fotovoltàicu in is zonas industrialis chi no funt traballendi prus e chi funt adanniadas, po mala sorti nosta.
Promovaus un’arreforma bera po modernizai su traballu de su messaju e de su pastori pondendi-ddus in cuntatu cun s’industria po traballai is produtus nostus de su sartu e de su bestiàmini.
Imbistaus in sa pisca, in su turismu de is cungressus e culturali a totu annu, in s’artisanau cun is cuncursus temàticus.
Afortieus su tessìngiu, movendi de sa Legler chi bolit torrada a ponni in motu, e su tapetu sardu aicietotu.
Torreus a fai caminai s’economia de sa connoscèntzia e de is tennologias noas e modernas, ponendi stima a s’abilèntzia de is giòvunus nostus.
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No est nau chi, andendi beni custas cunditzionis, abascendi su PIL si depat abasciai su tenori de vida de is Sardus puru! No pongaus in menti a custu mitu de su PIL!
Su boboi est spaciau po s’ENI in Sardìnnia, anca at fatu dinareddu e s’at lassau morti e dannu.
Est printzipiendi oi, sa festa nosta bera. Nosu Sardus depeus imperai custa crisi internatzionali po cambiai pàgini e pensai a unu svilupu nou.
Festa de su Pòpulu Sardu poita eus agatau s’unioni torra,
Festa poita si seus incarrerendi in su mori de su svilupu nostu beru.
Lìberus de guvernai su svilupu de sa terra nosta, arrespetendi su logu, is comunidadis, sa genti.
Sigurus de aberri una caminera de benistai e de prexu po custu pòpulu nostu e po sa Natzioni Sarda.
Casteddu, su15 de mesi de argiolas de su 2009
Po sa delegatzioni Sindacali de sa CSS
Su Segretàriu Generali de sa CSS
Dott. Giacu Meloni
Furriau in sardu de Ivo Murgia
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