”Leggina-inganno”: Proposta di Legge n. 513 ”disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale”
(firmata da tutti i capigruppo)
Esiti del voto: 55 SI – 2 NO e 6 Astenuti.
Le ragioni del mio NO
E’ una proposta di legge presentata all’ultimo minuto senza che il Consiglio potesse prendere atto e quindi discuterla con l’attenzione che il mantenimento del posto di lavoro merita. E’ una proposta di legge trasversale tesa a creare disuguaglianze, discriminazioni e favoritismi all’interno degli stessi lavoratori. Verosimilmente verrà impugnata in quanto anticostituzionale e priva di copertura finanziaria. I metodi frettolosi e pieni di trabocchetti creano “gattini ciechi”.
Non è più tempo di subire discriminazioni, di perdite del posto di lavoro e di chiusura delle nostre imprese, ma non possiamo più permetterci “leggine ad ock per i soliti noti” in nome di rendite elettorali. Queste logiche sono purtroppo ben note nella triste storia politica dell’Autonomia della Sardegna. Di tutto ciò il Popolo sardo continua a pagare i danni economici e ambientali, oltre alla beffa degli impuniti: dalla cricca del G8 alla Maddalena alla Portovesme srl e la lista sarebbe davvero lunga.
Tracce del mio intervento
Il disorientamento e l’incertezza che si è creata in Aula sulla proposta di Legge n. 513 del 22 Aprile 2013: “Disposizioni in materia di lavoro nel settore sociale” nasce anche da un problema di metodo, visto che viene portata al centro del dibattito come fulmine a ciel sereno e strategicamente alle ore 13.00, come già successo per altre proposte da passare frettolosamente senza che il Consiglio possa conoscerle nei dettagli prima di esprimersi in modo compiuto e responsabile. Questo metodo frettoloso è il trabocchetto che crea “gattini ciechi” ed esclude scientificamente dalle decisioni responsabili il Consiglio stesso. Mi ricorda tanto la c.d. “leggina in materia di finanziamento alla Carbosulcis …”, che con l’alibi della messa in sicurezza della miniera di Nuraxi Figus, di fatto a maggioranza e in modo trasversale, nell’ultima seduta del Consiglio prima della pausa pasquale, si è voluto regalare un uovo di Pasqua… agli “amici della Carbosulcis…”, un uovo pasquale del costo di 10 milioni di euro. Tutto ciò in faccia alla Commissione Europea che ha già messo sotto infrazione la Carbosulcis per non aver mai rendicontato i 400 milioni di € sperperati precedentemente.
A proposito di “leggine insidiose” veniamo a conoscenza dalla stampa di un investimento privato di 250 milioni di € per la realizzazione di un impianto termodinamico a Vallermosa, un ennesimo attacco al nostro territorio e al nostro ambiente e che per l’imponente impatto ambientale la Legge prevede la procedura di VIA (Valutazione Impatto Ambientale). Si tratta di un dettaglio legale che come ho già denunciato con un’interrogazione, è preoccupante che l’assessore Liori con disinvoltura dichiari pubblicamente e alla stampa che “…si sta comunque lavorando per definire una leggina così da evitare questo passaggio…”, cioè sarebbe allo studio un escamotage per evitare il rispetto delle Leggi.
In armonia con le “leggine insidiose” citate, quella al centro del dibattito di oggi è animata dallo stesso spirito, è un’ennesima operazione poco chiara che meriterebbe che venisse spiegato in termini chiari chi siano i reali beneficiari di questa operazione politica e chi discrimina visto che i beneficiari manterrebbero la stessa tipologia contrattuale, con annessi e connessi. Non si tratta di mantenere dei posti di lavoro, cosa giusta e doverosa, che deve in tutti i settori dell’economia sarda ispirare il nostro intervento politico in quanto RAS e ancor più oggi di fronte al disastro economico che vede la distruzione di tutti i settori della nostra economia, ma si parla esplicitamente di mantenere forme contrattuali già in essere.
Lo stesso inserimento all’interno della pianta organica dell’Agenzia Regionale del Lavoro, attraverso il metodo del “corso-concorso”, lascia intravedere percorsi inusuali e privilegiati rispetto ai lavoratori già facenti parte di quella struttura, creando sicuramente discriminazioni e nuove posizioni di rendita. Non mi sembra questo il metodo trasparente per dare risposte alle giuste richiesta di sicurezza e stabilità di lavoro a queste categorie, ma ancora una volta, così facendo, si creano trasversalmente sacche elettorali per i soliti noti e lavoratori sempre più ricattati.
Tutto ciò non è ammissibile in uno scenario dove la RAS, il suo Presidente, la Giunta e il Consiglio non fanno alcuna pressione affinché vengano messe in atto e divengano subito operative tutte le decisioni istituzionali riguardanti temi come: Credito e il Sistema Bancario che esclude le imprese e le famiglie, le vessazioni e lo strozzinaggio di Equitalia che di “equo” non ha niente e che continua indisturbata a rovinare e sequestrare le nostre economie, le nuove generazioni che sono sistematicamente escluse dal diritto al lavoro e a una propria dignità, così come tutti quelli che non più giovani, il lavoro l’hanno perso.
Di fronte a questa situazione di disuguaglianza non possiamo più permettere “leggine ad ock… per i soliti noti…” che discriminano in nome di rendite di sottogoverno con metodi e logiche già collaudate trasversalmente nella triste storia politica dell’Autonomia Sarda di cui a tutt’oggi il Popolo continua a pagarne i danni economici ed ambientali oltre ovviamente la beffa per gli impuniti: dalla cricca del G8 della Maddalena alla Portovesme srl… per non citarli tutti in quanto troppi perché il tempo non basterebbe.
Claudia Zuncheddu
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