Progetto ‘Ritornare a Casa’ : NO al rischio esclusione degli aventi diritto per la lentezza delle procedure burocratiche
Consiglio regionale della Sardegna
XIV Legislatura
Mozione Zuncheddu – Cocco – Sechi – Cugusi sulle urgenti modifiche da apportare alle Nuove linee di indirizzo per il programma regionale “ Ritornare a Casa”, allegate alla D.G.R. n. 44/8 del 7.11.2012, che introducono modifiche nella compilazione della scala di valutazione specialistica CDRs (Clinical Dementia Rating Scale), tendenti a favorire l’esclusione degli aventi diritto piuttosto che l’inclusione e ciò non per mancanza dei requisiti sanitari ma per lentezza delle procedure burocratiche
Premesso che
-Con la Delibera Regionale 42/11 del 04/10/2006 partiva il Programma Sperimentale Triennale “Ritornare a Casa”, un provvedimento a favore della non autosufficienza, finalizzato a sviluppare la domiciliarità dei servizi alla persona in difficoltà attraverso l’elaborazione di un progetto personalizzato che mette al centro dell’intervento la persona stessa coni suoi bisogni reali.
– Il programma regionale nasceva per favorire la deistituzionalizzazione con rientro in famiglia dei soggetti che lo richiedevano, o a superare l’istituzionalizzazione dei soggetti non autosufficienti o a grave rischio di perdita di autosufficienza attraverso il sostegno alle famiglie sulla quali gravava il carico assistenziale.
– Lo scopo era quello di ottenere un risparmio di risorse fornendo nel contempo un servizio più consono ai bisogni della persona, migliorandone la qualità di vita.
-Il programma sperimentale rivolto prioritariamente a soggetti con deterioramento cognitivo, gravi patologie degenerative o nella fase terminale della loro vita, presupponeva l’elaborazione di un piano personalizzato basato su una valutazione multidimensionale effettuata dall’Unità di Valutazione Territoriale (UVT), istituita con Delibera N. 7/5 del 21/02/2006, unità valutativa dell’Azienda ASL, composta da un da un medico di assistenza distrettuale con conoscenza della rete dei servizi, responsabile del percorso assistenziale e supervisore circa l’idoneità dei requisiti del soggetto richiedente, e da un operatore sociale della ASL o del Comune del Distretto di riferimento.
– Questo nucleo doveva avvalersi della collaborazione del medico di medicina generale e di un medico specialista con preparazione specifica nelle discipline connesse alla tipologia del paziente da valutare.
– Lo specialista di riferimento, liberamente scelto dal paziente in base ad un rapporto fiduciario, quello che sta alla base di ogni relazione medico-paziente, indipendentemente dal fatto che fosse convenzionato ASL o libero professionista, provvedeva alla elaborazione della relazione medico-specialistica e alla compilazione della scala di valutazione CDRs attestante il grado di severità del deterioramento cognitivo per i soggetti affetti da demenza.
– Nel primo triennio 2006-2008 l’accesso al programma era garantito da un punteggio almeno pari a 3 nella scala CDRs, accesso poi riservato ai soli soggetti con punteggio pari a 5, dal 2009 a seguire, visto il crescente numero di domande presentate, escludendo di fatto tutti quei soggetti a grave rischio di perdita di autosufficienza e comunque necessitanti di assistenza continua e snaturando in parte quelli che erano gli obiettivi iniziali del programma.
Constatato che
– A partire dal 2013, l’accesso è diventato ancor più restrittivo grazie alla revisione delle linee di indirizzo del programma “Ritornare a Case, in allegato alla Delibera N. 44/8 del 07/11/2012, dove, al punto 8 relativamente alla valutazione multidimensionale, specifica che “le scale di valutazione strettamente cliniche ( Karnosky e CDRs) devono essere somministrate e firmate da uno specialista di struttura pubblica o convenzionata con preparazione professionale ed esperienza nelle discipline connesse alla tipologia del paziente da valutare”.
– Considerato che l’Unità di Valutazione Alzheimer (UVA) o il sevizio specialistico ambulatoriale del Distretto di Alghero (ma presumo anche di tutti gli altri Distretti ASL) non sono in grado di evadere le richieste di visita neurologica entro i tempi previsti per la procedura del piano personalizzato (30 giorni per una prima attivazione, due mesi per il rinnovo annuale), a causa di liste d’attesa anche di 6-8 mesi, questo comporterà l’impossibilità di presentare la domanda di accesso al finanziamento con conseguente esclusione dei soggetti aventi diritto non per mancanza dei requisiti richiesti ma a causa di impedimenti organizzativi indipendenti dalla volontà dei cittadini.
– Poiché l’Assessorato alla Sanità è a conoscenza del problema delle lunghe liste d’attesa presente nella Regione Sardegna, il provvedimento di modifica su menzionato sembra essere subdolamente finalizzato all’esclusione piuttosto che alla inclusione dei soggetti beneficiari. Gli anziani aumentano, aumentano le persone non autosufficienti e quindi bisogna trovare artefici burocratici per ridurre il numero degli aventi diritto.
– A questo si aggiunge la palese violazione del diritto di ciascun cittadino di scegliere liberamente lo specialista a cui affidare la gestione della propria salute, o di continuare ad affidarsi al proprio specialista di fiducia, quello che magari lo segue da anni, in quanto lo si obbliga a rivolgersi esclusivamente allo specialista della struttura pubblica.
– Infatti, i medici che operano come specialisti convenzionati per la ASL non sono autorizzati a certificazioni in quanto non rientrano nei “LEA”. Le certificazioni possono essere rilasciate al di fuori dell’orario di servizio, e in solo regime libero-professionale, cioè dietro pagamento: in merito poi alle visite a domicilio dei paziente, è altresì tassativamente vietato ai medici di svolgere visite domiciliari finalizzate alla compilazione di una certificazione, ma solo ed esclusivamente per giungere ad una diagnosi;
– Il paradosso che si è venuto a creare in merito alla compilazione di questi CDRs, costringe i pazienti, persone che nella maggior parte dei casi sono già profondamente segnate da gravi problematiche sociali ed economiche, ad affidarsi ai propri specialisti di fiducia, sia per evitare i lunghissimi tempi di attesa, sia perché se si affidano agli stessi medici che operano presso la struttura pubblica devono comunque sostenere a proprio carico le spese sanitarie dovute;
– La critica situazione venutasi a creare ha fatto registrare un vuoto normativo che impedirà agli aventi diritto di accedere al finanziamento proprio perché, secondo quanto stabilito arbitrariamente, non è prevista una figura abilitata alla compilazione della scala di valutazione per le demenze;
– La compilazione di una specifica scala di valutazione non è un mero atto burocratico ma è un atto tecnico, attestante la gravità della patologia da cui un soggetto è affetto e può essere redatto da qualsiasi specialista (neurologo o geriatra per quanto riguarda il CDRs) regolarmente abilitato all’esercizio della professione, a prescindere dal fatto che sia un medico di struttura pubblica o un libero professionista.
– E’ anche questo un atto medico come quello diagnostico e terapeutico, come la stesura di una certificazione, che fanno parte del normale svolgimento dell’attività di un sanitario. Non se ne comprende dunque il razionale di questa limitazione se non quello di creare ulteriori disagi agli utenti già in difficoltà per la propria disabilità o quella dei loro congiunti.
– E non può certo addursi a giustificazione di un simile provvedimento il fatto che bisogna attuare un maggiore controllo sulla procedura affinché venga espletata correttamente poiché questo compito di supervisione viene già svolto dal medico dell’UVT che è un medico dipendente della ASL che redige la sua relazione dopo aver preso visione del documento specialistico e dopo aver visitato il soggetto richiedente.
– Queste nuove linee di indirizzo oltre che gravemente lesive del diritto dei cittadini appaiono gravemente lesive per l’esercizio della professione medica del libero professionista, a cui vengono sottratti i pazienti non per incapacità nello svolgimento del proprio lavoro ma solo perché una Delibera ha stabilito, in maniera assolutamente arbitraria, che i liberi professionisti non sono abilitati alla compilazione delle scale di valutazione pur essendo specialisti nel campo.
– Il contenuto di questa delibera appare lesivo della dignità dei medici che esercitano la libera professione considerati a priori disonesti da parte delle istituzioni politiche.
Tutto ciò premesso
Si impegna l’Assessorato alla Sanità e alle Politiche Sociali affinché
Provveda in tempi celeri alla eliminazione in tempi rapidi della dicitura “specialista di struttura pubblica o convenzionata” contenuta nelle nuove linee di indirizzo del programma regionale Ritornare a Casa, ripristinando lo “status quo ante”, in modo da garantire il diritto dei cittadini e salvaguardare la dignità dei medici libero professionisti.
Cagliari, 31/05/2013
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