Progetto Lavor@bile: violati i diritti dei lavoratori disabili. Ignorato persino il superamento della selezione pubblica. Ma che società è questa?
Sempre più spesso le Proposte di Legge al centro del dibattito in Aula, vengono messe a disposizione dei consiglieri un istante prima del voto. Come se dovessero sfuggire a un normale dibattito… alla più elementare riflessione. E’ inaudito che le Leggi passino con un voto inconsapevole.
Proposta di Legge n. 600 “Norme in materia di servizi per il lavoro, disposizioni attuative della LR 29 aprile 2013, n. 10 (Disposizioni urgenti in materia di lavoro nel settore sociale) e interventi a favore degli operatori di tutela ambientale”
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Tracce del mio intervento
Intervengo innanzitutto sul metodo, non va bene che una Proposta di Legge su un tema così sensibile e complesso debba essere presentata e votata all’ultimo minuto. Intendo pronunciarmi sui lavoratori disabili del progetto “Lavor@bile”.
Nonostante la professionalità acquisita per anni da cittadini disabili, che hanno ricoperto ruoli importanti all’interno del CSL, è incomprensibile l’operazione di disconoscimento dei loro diritti e dell’esperienza maturata, visto che a loro è stata preclusa l’opportunità di partecipare a procedure di stabilizzazione che prevedono la possibilità di far confluire dipendenti di CSL e CESIL nell’Agenzia regionale per il lavoro. Con delibera n. 48/10 del 21 novembre 2006 è stato avviato il progetto “Lavor@bile”, elaborato in attuazione degli obiettivi di inserimento lavorativo delle persone con disabilità, ai sensi della Legge 12.03.1999 n. 68 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili” e della L.R. 28.10.2002 n. 20 “Istituzione del Fondo Regionale per l’occupazione dei diversamente abili”.
Il Progetto consisteva nell’avviamento al lavoro presso le Province e i relativi Centri Servizi per il Lavoro di circa 100 disoccupati con disabilità iscritti alle liste speciali di cui alla Legge n. 68/99, mediante l’utilizzo del fondo regionale per i disabili istituito con legge regionale n. 20/2002;
Gli obiettivi del progetto Lavor@bile erano tesi a offrire la possibilità a lavoratori disabili di affrontare un’esperienza lavorativa e professionalizzante della durata di otto mesi all’interno della Pubblica amministrazione (province e Centri Servizi per il Lavoro-CSL), una possibilità capace di incidere sulle condizioni di occupabilità dei partecipanti, nonché per supportare le Province nell’aggiornamento tempestivo della banca dati del Sistema Informativo del Lavoro in Sardegna (SIL) al fine di poter contare su dati reali dei disoccupati, delle aziende sarde e delle loro interazioni con il mercato del lavoro regionale e nazionale. Visto il successo dell’iniziativa, in termini di produttività e di acquisizione di capacità operative, al termine degli otto mesi i contratti in essere sono stati prorogati mediante l’approvazione della delibera n. 44/32 del 6.8.2008, stanziando ulteriori 660.000,00 euro.
A differenza della maggior parte dei colleghi assunti presso i CSL senza l’attivazione di alcuna procedura concorsuale, per poter lavorare all’interno delle strutture pubbliche i lavoratori del Progetto Lavor@bile hanno inoltre superato una selezione pubblica, cui requisiti erano quelli dell’iscrizione alle liste della legge 68/1999 e il possesso del titolo di operatore di computer. All’interno dei CSL i lavoratori del Progetto Lavor@bile hanno svolto compiti essenziali, inerenti l’aggiornamento del SIL Sardegna, il “Servizio Informativo Lavoro” che collega i Centri per l’impiego, raccoglie tutti i dati dei lavoratori e delle aziende iscritte (includendo l’anagrafica, le liste speciali, la mobilità ecc.) e fornisce servizi e informazioni online per favorire l’occupazione e l’incontro fra domanda e offerta nel mercato del lavoro. Il mancato reinserimento di tali lavoratori inoltre, compromette un Sistema di tale importanza al servizio dei sardi.
Voglio sottolineare che nella procedura di stabilizzazione dei lavoratori CSL, dovrebbe essere prevista l’assunzione anche dei lavoratori del Progetto Lavor@bile. Ci troviamo di fronte a un caso di grave discriminazione.
Sarebbe interessante tener conto che a partire dal 1° gennaio 2014 si avvierà a livello europeo il Programma “Youth Guarantee” (Garanzia Europea per i giovani) secondo il quale entro il 2020 gli Stati membri e le Regioni dovranno realizzare degli interventi qualitativamente validi a sostegno dell’aumento dell’occupazione giovanile.
A tal fine, assume particolare importanza il ruolo dei Centri dei Servizi per l’Impiego, che dovranno adeguarsi agli standard europei e integrarsi telematicamente con tutti gli altri centri europei per l’impiego e con la piattaforma europea “Eures”. L’iniziativa è stata finanziata a livello europeo con 6 miliardi di euro: i fondi strutturali messi a disposizione dovranno specificatamente essere destinati per rafforzare i CSL e i sistemi informativi e telematici degli stessi.
Per anni la Regione Autonoma della Sardegna ha impiegato i lavoratori dei CSL sfruttando i fondi europei stanziati mediante le misure 3.1, 3.4 e 3.10 del POR Sardegna 2000/2006. La nuova iniziativa “Youth Guarantee” sopra indicata, ed i finanziamenti europei ad essa collegati, potrebbe rappresentare l’occasione per valorizzare le professionalità acquisite in ambito informatico e gestionale dai lavoratori del Progetto Lavor@bile. Ciò garantirebbe la possibilità di continuare a lavorare all’interno dei CSL svolgendo un servizio di essenziale utilità nella lotta alla disoccupazione giovanile, mantenendo aggiornato il SIL: Sistema Informativo del Lavoro in Sardegna. Non si possono liquidare questi lavoratori, con l’alibi della mancanza di fondi per la loro stabilizzazione, visto che per anni la RAS ha stanziato fondi POR per garantire il lavoro nei CSL. Oggi, comunque, si potrebbero utilizzare i fondi Europei per garantire il lavoro ai soggetti del progetto Lavor@bile che, per l’appunto, si occupavano del sistema informatico SIL. Inoltre, a prescindere dall’aspetto del diritto all’occupazione, è inopportuno sottrarre risorse umane così qualificate ai CSL, peraltro risorse così fondamentali, visto l’importanza di questo servizio in Sardegna.
Ribadisco che è incomprensibile discriminare cittadini che hanno il diritto prioritario all’occupazione, in quanto disabili e che inoltre hanno superato una selezione pubblica. Per il loro reinserimento dobbiamo trovare una soluzione subito. Non mi pare che la tendenza di questa proposta di Legge, all’Art. 2, intenda stabilizzarli all’interno dei percorsi dell’Agenzia del Lavoro, ma potrebbero indirizzarli verso corsi di formazione professionale. Ma che c’entrano? Questa Legge, dell’ultimo minuto, non andrebbe votata oggi.
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