Piano Casa III: l’irresponsabile trionfo del Far West nel territorio sardo
Consiglio regionale
Seduta del 19/10/2011
Disegno di Legge N. 265/A – Piano Casa III
Tracce del mio intervento
E’ da oltre due anni e mezzo che questo Consiglio continua a discutere di “falsi Piano Casa” .
Già nella relazione di presentazione della proposta di Legge e anche oggi in Aula, il presidente della Commissione permanente all’Urbanistica Matteo Sanna (FLI), con enfasi esalta e giustifica la proposta di legge sul rilancio dell’edilizia, come risposta alle ripercussioni della crisi economica mondiale sull’economia sarda. Accusa la precedente giunta di non averlo fatto e di essere quindi responsabile dell’impoverimento dei sardi…
Questa è una gaffe di chi è totalmente ignaro su ciò che sta avvenendo nel mondo, e senza andare molto lontano, nella vicina Spagna, dove il “rilancio dell’edilizia come volano di sviluppo economico”, già sperimentato, è alla base del fallimento e del crollo dell’economia spagnola.
Se poi vogliamo parlare della preannunciata crisi finanziaria mondiale, che ha solo iniziato ad abbattersi sulla realtà economica e sociale della Sardegna (già profondamente prostrata dai modelli di sviluppo importati e imposti), a cui la classe politica non è stata in grado di dare indicazioni ai sardi su come fronteggiarla e su come difendersi.
Quindi, sarebbe stato opportuno parlare di “decrescita”, di “freno al consumismo”, di “Sovranità alimentare”, di “tutela del territorio e dell’ambiente”, di “potenziamento delle nostre attività tradizionali, della pastorizia, dell’agricoltura, dell’artigianato, del commercio, delle piccole professioni”, di “bonifiche e di processi di rinaturalizzazione del territorio”, ma purtroppo le nostre logiche non coincidono per cui si parla di cementificazione.
Mentre le attività della nostra tradizione, su cui poggia l’economia sarda, vengono massacrate dal Fisco italiano, senza che la Politica se ne preoccupi minimamente, in quest’Aula si parla di “falsi Piano Casa” e di “campi da golf”, tutto per “ingolfare” ancora di più la Sardegna di cemento.
In nome di “Disposizioni straordinarie per il sostegno dell’economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo etc. etc.”, di fatto anche con il supporto della vergognosa Legge sul golf, si intende far rientrare dalla porta principale la speculazione immobiliare sulle coste e nelle campagne sarde.
Benché anche l’assessore all’Urbanistica, Rassu, in questo periodo abbia tentato di elargire rassicurazioni, c’è poco da star tranquilli.
Il pilastro portante di tutta questa proposta di Legge (Piano casa III), è chiaramente l’eliminazione del PPR e la consegna del territorio sardo alla speculazione edilizia, con la riesumazione di vecchi piani di lottizzazione ben conservati tra gli interessi dei costruttori e della politica collusa.
Tutta la Proposta di Legge è fortemente improntata sull’ampliamento dell’edilizia esistente, dagli immobili presenti nelle zone agricole, a quelli a finalità turistico-ricettiva. Essa prevede demolizioni e ricostruzioni con lo stravolgimento degli indici massimi di edificabilità, di altezza, di distanze (vedi la reale minaccia di cementificazione delle coste).
La “generosità” di questo Piano Casa (ovviamente non per chi la casa non ce l’ha), è tale da prevedere persino “premi per l’abusivismo edilizio”, infatti gli incrementi volumetrici non escludono nessuno, neppure le migliaia di strutture disseminate nel territorio, su buona parte delle quali gravano azioni giudiziarie, e sicuramente non si tratta di abusivismo di necessità per la prima casa.
Con questa proposta di fatto, questo centro-destra intende dare una spallata alle norme che regolano l’edilizia e tutelano il territorio come “bene della nostra collettività”.
La stessa Confindustria si è pronunciata con preoccupazione per l’inevitabile scempio ambientale e per una politica che uccide la vocazione turistica della Sardegna, delle sue campagne, delle sue coste e non solamente con il cemento; Infatti il Piano Casa III promuove e incoraggia il “campeggio selvaggio” e le “baraccopoli” con l’installazione di strutture c.d. mobili, di ogni tipo “…anche se collocati in via continuativa, non costituiscono attività rilevante a fini urbanistici, edilizi e paesaggistici”. Così recita questa proposta di legge.
Ritengo importante rilevare che questa proposta di legge, paradossalmente “fuorilegge per indole” dovrà pur fare i conti con le Leggi esistenti, visto che il PPR è di valore costituzionale.
Ovviamente il buon senso di ciascuno di noi consiglieri, indipendentemente dagli “ordini di scuderia” saprà esprimersi per la salvaguardia del nostro territorio collettivo, che come principio non ha colore politico, così come non dovrebbe essere oggetto di interessi speculativi di nessuno.
Claudia Zuncheddu
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