Piano Casa – 08/10/2009
08/10/2009 tempi interv.: 2 minuti su emendamento soppressivo Art. 7 Annuncio il voto favorevole all’emendamento per sopprime il comma che considero vergognoso e offensivo.Sta mattina ho condiviso l’intervento del consigliere M. Diana del Pld sull’attuarsi di una ”urbanistica selvaggia” dal dopoguerra in poi in nome del “modernismo”, e concordo anche con quell’architettura di pregio del “ventennio” su cui dobbiamo vigilare. Il consigliere Diana saprà che un nome celebre di quegli anni è quello dell’architetto Ubaldo Badas che ci ha lasciato numerose opere di pregio fra cui le ville del quartiere di Bonaria. Voglio anche ricordare che la Giunta di Centro Destra che amministra Cagliari ha dedicato una strada all’architetto Badas per il patrimonio architettonico con cui ha nobilitato la città. E’ la strada che dal terrapieno porta all’ingresso del centro storico Castello.Tuttavia per la Giunta, contando più il “profitto” del “genio”, dell’”arte e dell’”innovazione architettonica”, una volta dedicata la via, si appresta ad avviare il progetto di abbattimento delle ville in nome del “modernismo”… scusate… della speculazione edilizia. 08/10/09 intervento sull’Art. 5 Le manifestazioni di “nevrosi della fretta” da parte della maggioranza in aula, non è un bel segnale per la democrazia e per l’istituzione regionale: “Parlamento dei Sardi”. E’ la fretta di chi ha la consapevolezza che tutto è già scritto e definito su questo pseudo “Piano Casa”. Basta solo la vostra formale alzata di mano, ma noi dell’opposizione abbiamo il dovere politico e morale di dare il nostro contributo per salvare il salvabile da questo piano scellerato. L’Art. 5 come i precedenti rema contro la tendenza mondiale che oggi riguarda anche i Paesi del Sud del Mondo al recupero dell’esistente, alla tutela dell’ambiente, alla conservazione della storia dei popoli.Ma questo non vale per la Sardegna! Qui vince uno stato di arretratezza politica di cui il “Piano Villetta” è il suo frutto avvelenato.Con l’Art. 5 non si parla mai di:Valorizzazione delle caratteristiche tipologiche e architettoniche del patrimonio architettonico tradizionale;Non si parla della necessità di adottare strategie tecno-fiscali per promuovere e facilitare il risparmio energetico e dell’acqua potabile;Non si parla dell’abbattimento dell’inquinamento acustico e delle emissioni nocive ;Non un cenno all’adozione di materiali e sistemi costruttivi esenti da sostanze tossiche e compatibili con le regole della bioedilizia;Si ignora la necessità dell’introduzione di sistemi di edilizia sostenibile nelle nuove costruzioni che migliorino la qualità funzionale ed il benessere abitativo degli edifici;Così come non si parla dell’introduzione di incentivi per l’architettura sostenibile per superare gli incentivi di tipo esclusivo (ad esempio Bandi) con altri di tipo “diffuso” da calibrare a seconda degli interventi (ad es. per il recupero del patrimonio esistente, per il risparmio energetico).Qui si parla di ben altro e i conti non tornano!
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