Per l’Anfiteatro Romano: una lunga lotta senza tregua
Il rivestimento di legno dell’anfiteatro romano di Cagliari, è uno dei frutti avvelenati delle menti perverse del Centro Destra che in questi anni amministra la vita di Cagliari e dei suoi cittadini.Cancellare la memoria storica di un popolo e di una città è un reato contro l’umanità per chi crede nei valori universali di civiltà, di identità e di uguaglianza e rispetto fra i singoli e fra i popoli. L’anfiteatro romano come tutti gli altri tesori storici di Cagliari (e non si può non pensare con dolore a Tuvixeddu), sono parte integrante della nostra storia e della nostra identità. Essi costituiscono (insieme all’ambiente) la nostra vera ricchezza e nello stesso tempo un “patrimonio universale” inalienabile.Nel 2000, La Nuova Sardegna fu a fianco delle lotte di gente comune, di cittadini organizzati, di intellettuali e di artisti che si sono battuti contro una classe politica ottusa, cieca, feroce e ignorante che vede nei propri privilegi e nel proprio dominio l’unica ragione per esistere.A distanza di nove anni, le lotte per la difesa della nostra storia non hanno conosciuto tregua e oggi come “interrogazioni più che mai partecipate”, tornano contemporaneamente sui banchi del Consiglio Comunale e del Consiglio Regionale. Claudia Zuncheddu Al Consiglio Comunale (Zuncheddu – Zedda – Ben Amara)Al Consiglio Regionale (Zuncheddu – Ben Amara – Uras – Sechi – Zedda)
Premesso che
– l’intervento comunale di allestimento ligneo ha beneficiato di unfinanziamento pubblico di 6,5 miliardi complessivi di vecchie lire ai sensi della legge n. 270/1997 e della legge regionale n. 30/1993 condizionato all’utilizzo dell’intervento medesimo per almeno 5 anni, ampiamente scaduti;– l’Assessorato reg.le P.I. e BB.CC. – Ufficio tutela paesaggio aveva rilasciato ilnullaosta paesaggistico n. 9164 del 30 novembre 1998 ex art. 151 del decreto legislativo n. 490/1999 allora vigente “visto il carattere di amovibilità e temporaneità dell’intervento” ed il medesimo Consiglio comunale aveva approvato il progetto definitivo ex art. 42 della normativa di attuazione. P.R.G. allora vigente (deliberazione n. 21 del 23 febbraio 999) con la considerazione che “il progetto è costituito essenzialmente da strutture di adeguamento quasi interamente amovibili ad eccezione di alcuni locali (servizi igienici, n.d.r.) di modesto volume”;– l’intervento di allestimento ligneo, definito in tutti gli atti disponibili“temporaneo e reversibile”, risulta autorizzato con condizioni[1] sul piano della tutela archeologica con note Sopr. Beni Arch. n. 7252/1 del 14 ottobre 1998, n. 8840 del 9 novembre 1998, n. 9373 del 25 novembre 1998, n. 8989/1 del 23 dicembre 1999 (relativa alle modalità del rilievo archeologico, che presuppone la completa rimozione degli interventi) n. 9170 del 30 dicembre 1999 (individuazione dei 44 punti di appoggio ed ancoraggio) e n. 3375/1 del 16 maggio 2000[2]; d’altra parte, la Soprintendenza non poteva non autorizzare un intervento relativo ad “usi non compatibili con il … carattere storico od artistico oppure tali da creare pregiudizio alla … conservazione o integrità” ex art. 21 del decreto legislativo n. 490/1999 allora vigente (Cass. pen., sez. III, 19 gennaio 1994, n. 2288). Con la nota n. 6735 del 9 ottobre 2000 il Soprintendente invitava, quindi, il Comune di Cagliari “a provvedere, con la consentita sollecitudine, alla restituzione del monumento alla naturalità del contesto archeologico e perciò a rimuovere tutte le impalcature lignee relative alla platea ed al palco, nonché alle gradinate delle estremità settentrionale, orientale e occidentale e delle relative vie di fuga, fatti salvi gli apprestamenti idonei a consentire l’agibilità dell’edificio alla visita del pubblico … e quanto altro necessario a garantire, sul piano della sicurezza, il rispetto della normativa vigente”. Detta nota veniva dall’Amministrazione comunale cagliaritana impugnata nanti il T.A.R. Sardegna con l’esito sostanziale di fermare fino al momento attuale qualsiasi operazione di rimozione di quello che doveva essere un allestimento amovibile e temporaneo; – in proposito, si ricorda che, ai sensi degli artt. 16 del regio decreto n. 1457/1940 e 158 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i., l’autorizzazione paesaggistica perde efficacia con lo scadere del periodo di cinque anni dall’emanazione (vds. Cass. pen., sez. III, 7 agosto 2007, n. 32200; Cons. Stato, sez. VI, 22 agosto 2003, n. 4766; Cons. Stato, sez. V, 14 gennaio 2003, n. 87; T.A.R. Sardegna, sez. II, 27 febbraio 2008, n. 277; T.A.R. Puglia, sez. II, 7 novembre 2002, n. 4854), per cui, qualora non sia intervenuto nuovo nullaosta, dal dicembre 2003 l’allestimento ligneo non sarebbe autorizzato sul piano paesaggistico. Con nota prot. n. 20297 del 17 aprile 2007 l’Assessorato regionale della P.I. e BB.CC. – Servizio tutela del paesaggio ha comunicato che “lo scrivente Ufficio non ha emanato provvedimenti ulteriori rispetto alla nota n. 9164 del 30.11.98 e che alla data odierna non risultano pervenute ulteriori istanze di autorizzazione”; – ai sensi dell’art. 167 del decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche ed integrazioni (codice dei beni culturali e del paesaggio), l’Assessorato regionale degli Enti Locali, Finanze, Urbanistica – Direzione generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia o, in via suppletiva, il Direttore regionale per i beni culturali ed il paesaggio per la Sardegna dispongono con ordinanza ai trasgressori la rimozione delle opere non autorizzate esistenti ed il ripristino ambientale delle aree interessate, nonché provvedono all’esecuzione coattiva delle ordinanze di rimozione e ripristino ambientale relative ad opere non autorizzate, qualora non eseguite da parte dei trasgressori;– le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico, Amici della Terra, liberi cittadini e numerosi intellettuali da anni, sistematicamente, chiedono la rimozione dell’allestimento ligneo ormai non più autorizzato, proponendo soluzioni alternative.Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri comunali e regionali interrogano il Sindaco di Cagliari, gli assessori competenti, il Presidente della Regione autonoma della Sardegna, l’Assessore degli Enti locali, Finanze, Urbanistica della Regione autonoma della Sardegna, l’Assessore della Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo, Sport della Regione autonoma della Sardegna per sapere, ognuno per competenza:1) se siano a conoscenza di quanto descritto, 2) quali motivi impediscano all’Assessore degli Enti locali, Finanze, Urbanistica della Regione autonoma della Sardegna ed all’apparato tecnico-amministrativo di competenza di ordinare la rimozione dell’allestimento ligneo ormai da anni non più ; 3) per quali motivi l’Assessore della Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo, Sport della Regione autonoma della Sardegna e l’apparato tecnico-amministrativo di competenza continuino a consentire in una struttura ormai priva dei necessari requisiti di legittimità lo svolgimento di spettacolo sostenuti anche con fondi pubblici.Cagliari, 01 Luglio 2009
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