Per la tutela dei diritti delle donne sarde affette da endometriosi
L’endometriosi è una patologia cronica, dolorosa e invalidante, che incide sulla vita delle donne, colpite spesso in giovane età, non solo sul piano della salute fisica, compromettendone la fertilità, ma anche sul piano economico-sociale.
La malattia registra un progressivo incremento in Sardegna, e su di essa incide molto anche l’inquinamento ambientale. L’accertamento diagnostico non è semplice e necessita di indagini ripetute, che rischiano di incidere sul budget familiare per via del pagamento del ticket sanitario: da tempo le associazioni che operano a tutela delle donne sarde affette da questa patologia denunciano il totale disinteresse delle istituzioni verso la prevenzione, la diagnosi precoce e il miglioramento della qualità delle cure.
A queste donne è tutt’oggi negato il diritto alla gratuità delle cure, che possono arrivare a costare fino a 1.500 euro l’anno. Il diritto alla salute è un tema centrale, dal quale il futuro Consiglio regionale non potrà prescindere. Il centrodestra di Cappellacci in questi cinque anni ha letteralmente smantellato il sistema sanitario in Sardegna. È arrivata l’ora di dire basta a queste vergognose discriminazioni. Dobbiamo reintrodurre la parola “equità” nel nostro sistema socio-assistenziale.
CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
INTERROGAZIONE n. 1289/A
INTERROGAZIONE ZUNCHEDDU – COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulle urgenti e improrogabili iniziative che la Regione deve intraprendere a tutela dei diritti delle donne sarde affette da endometriosi.
***************
I sottoscritti,
premesso che:
– l’endometriosi è una patologia cronica, dolorosa e invalidante (dovuta alla presenza di tessuto endometriale (ghiandole e stroma) al di fuori della cavità uterina) che incide sulla vita delle donne che ne sono affette non solo sul piano della salute fisica, compromettendo la fertilità, frequentemente anche in giovane età, ma anche sul piano sociale: condizioni che migliorerebbero attraverso iniziative mirate a sensibilizzare alla conoscenza di questa malattia e a sostenere e aiutare le persone affette e le loro famiglie;
– colpisce le donne in età riproduttiva (10-15 per cento con picco di incidenza tra i 30-40 anni) e, pur rivestendo un carattere di benignità è caratterizzata da una severa sintomatologia dolorosa ed una complessiva perdita di benessere, da una compromissione degli organi riproduttivi con uno stato di subfertilità o di infertilità assoluta e dalla compromissione di più organi addominali col conseguente rischio della perdita dello stato di salute fisica e psichica;
– tutto ciò ha un impatto fortemente negativo sulla qualità di vita, anche con riflessi negativi in quella di coppia, famigliare e sociale; l’accertamento diagnostico di questa affezione non è semplice e frequentemente necessita di indagini diagnostiche anche ripetute, vista l’intuitiva ciclicità della malattia, che rischiano di incidere sul budget familiare per via del pagamento del ticket sanitario;
– in Sardegna è una patologia che fa registrare una notevole incidenza fra la popolazione femminile e in percentuali superiori a quelle riscontrate oltre Tirreno;
– il Parlamento europeo, con la “Written declaration on endometriosis” del 2004 e il Senato italiano con la risoluzione del 2005 della XII Commissione igiene e sanità, hanno trattato il “Fenomeno dell’endometriosi come malattia sociale” proponendosi di affrontare i diversi aspetti patologici e sociali di tale malattia;
– nonostante le numerose proposte di legge depositate nel tempo presso il Consiglio regionale della Sardegna, a tutt’oggi nessuna iniziativa è stata intrapresa dalla Regione e dalle istituzioni competenti ai vari livelli al fine di tutelare la salute e le condizioni e la qualità della vita delle donne sarde affette da endometriosi;
– le associazioni che operano a tutela delle donne sarde affette da questa patologia denunciano da tempo anche l’assenza di interesse verso la prevenzione, la diagnosi precoce della malattia e il miglioramento della qualità delle cure: in particolare, viene rimarcatala gravità dell’aspetto economico, in quanto coloro che soffrono di tale disturbo devono sostenere di tasca propria notevoli spese per poter ricevere le prestazioni sanitarie necessarie;
preso atto che:
– solo dopo venti anni di lotta, per ottenere il riconoscimento dei propri diritti, nel luglio 2012 questa patologia è stata inserita nelle nuove tabelle per l’invalidità dell’INPS (che non venivano aggiornate dal lontano 1992): in base a tali nuove disposizioni, l’endometriosi contribuisce al riconoscimento dell’invalidità civile, anche se va sottolineato il fatto che le percentuali di invalidità sono ancora basse e quelle più alte vengono riconosciute solo nei casi più gravi e a seconda dello stadio della malattia (quindi anche dopo diagnosi lunghe e complicate); l’Associazione progetto endometriosi (APE) a tal proposito ha segnalato che le tabelle sono incomplete e non tengono in considerazione la globalità della malattia;
– ad aggravare la situazione è il fatto che le terapie e le prestazioni sanitarie sono ancora date in assenza dell’esenzione per patologia, motivo per cui alle donne affette da endometriosi è negato il diritto alla gratuità delle cure specialistiche primarie come dovrebbe essere garantito da parte del Servizio sanitario nazionale (è stato stimato che questa patologia richieda una spesa di circa 1.500 euro all’anno),
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se intendano o abbiano già provveduto ad intraprendere iniziative istituzionali finalizzate a garantire:
a) la tutela della salute e il miglioramento delle condizioni di vita (fisiche e sociali) delle donne sarde affette da endometriosi; la prevenzione e la diagnosi precoce di questa patologia, la qualità delle cure;
b) l’istituzione di un centro specialistico di riferimento a livello regionale che preveda la collaborazione di università, ASL, associazioni, medici specialisti;
c) iniziative e progetti mirati alla formazione e all’ informazione, con il coinvolgimento di associazioni, istituti scolastici, università ecc;
2) se intendano farsi portavoce presso i competenti ministri del Governo italiano affinché:
a) alle donne affette di endometriosi sia riconosciuto il diritto all’esenzione per patologia che garantirebbe loro di poter ricevere gratuitamente tutte le cure e le prestazioni specialistiche inerenti la patologia;
b) l’endometriosi sia riconosciuta come “patologia cronica, sociale e invalidante” così come da indicazioni del Parlamento europeo, con la “Written declaration on endometriosis” del 2004 e del Senato italiano con la risoluzione del 2005 della XII Commissione igiene e sanità.
Cagliari, 17 gennaio 2014
Commenti