Palestina, due popoli due stati
Nei giorni scorsi si sono svolte in tutta Italia e anche in Sardegna, a Cagliari, manifestazioni di solidarietà al popolo palestinese residente nella Striscia di Gaza. Popolazione martirizzata dalle stragi di civili, donne e bambini, perpetuate dai soldati e dagli aerei israeliani sotto gli occhi indifferenti di tutto il mondo, cosiddetto “civile”. L’alibi per giustificare questa ennesima strage preannunciata sono stati i missili di Hamas, organizzazione democraticamente votata dalla stragrande maggioranza della popolazione palestinese concentrata a Gaza. Questo consenso popolare, significa che i rappresentanti di Hamas hanno legittimamente vinto le elezioni a Gaza.
Il ministro degli Esteri, del governo di Centro Destra Frattini, nelle sue dichiarazioni ha sposato la tesi secondo cui Hamas: “organizzazione terroristica islamica”, sarebbe l’unica responsabile dell’intervento armato israeliano.
Noi che ci annoveriamo fra quella parte del mondo che promuove politiche di pace, di equità sociale e di difesa dei diritti di tutti i “popoli senza stato e senza terra”, riteniamo che l’ormai sessantenne “Risoluzione dell’ONU” che sostiene che in Palestina debbano convivere pacificamente il popolo palestinese e il popolo ebraico con due patrie e due stati diversi, debba finalmente essere applicata e costruita fra la gente di buona volontà. Se pace deve essere, questo “tavolo di pace” deve essere costruito anche con il contributo di Hamas, che rappresenta comunque una importante parte del popolo palestinese.
CHI HA PAURA DI CHI?
Torniamo a noi, a Milano durante la manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese a Gaza, nell’ora della preghiera, una parte dei manifestanti di fede musulmana, si è fermata a pregare nel sagrato antistante il duomo, simbolo di culto della fede cristiana, che ha alla base la fratellanza e l’amore universale.
Ma mentre Obama, nelle sue dichiarazioni di insediamento, esprimendo una nuova volontà di dialogo con i musulmani di tutto il mondo ha messo in discussione le politiche internazionali di guerra e fortemente repressive attuate dal suo predecessore, a Milano un momento di culto di un’altra fede, ha turbato il sonno dei soliti benpensanti che hanno come “unica missione” il “benessere e la sicurezza” del popolo italiano.
L’on. Maroni, autorevole esponente della Lega Nordo (organizzazione xenofoba), nonché ministro degli Interni del governo Berlusconi, ha esortato i questori a vietare tutte quelle manifestazioni di piazza che possano svolgersi in prossimità di chiese e altri luoghi di culto.
Considerando che questi luoghi sono parte integrante dei centri storici e degli abitati delle città italiane e sarde, e che solitamente le manifestazioni sindacali, studentesche e di protesta e di dissenso in genere si svolgono all’interno delle città, c’è da chiedersi se questo atto tenda a vietare la libertà di manifestare o la libertà di professare una fede.
Questo governo di centro destra, nella sua svolta profondamente autoritaria e antipopolare, ha paura del suo popolo, ha paura che esso comprenda che gli interessi di Berlusconi e “dintorni”, siano antagonisti e antitetici alle esigenze economiche, sociali e democratiche della stragrande maggioranza della popolazione. Dove si vuole arrivare? …Chi ha paura di chi?
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