Operazione Brillant Mariner 2013: cresce la militarizzazione in Sardegna
Consiglio Regionale della Sardegna
XIV Legislatura
Interpellanza Zuncheddu – Cocco D. – Sechi – Cugusi sul progressivo incremento della militarizzazione della Sardegna e le pesanti attività militari in corso con la “Brillant Mariner 2013” con cui la NATO e il Governo italiano continuano a esporre a forti rischi il territorio, l’ambiente e le popolazioni sarde, non solo per l’inquinamento ambientale, ma per la stessa esposizione dell’Isola a eventuali rischi derivanti dai delicati equilibri politici e militari internazionali
– mentre tornano al centro dell’interesse della stampa sarda e internazionale le tristi vicende legate alla morte di Soldati che hanno prestato servizio presso i poligoni sardi, continuano a svolgersi indisturbate pesanti esercitazioni sulle nostre coste;
– come già denunciato più volte alle autorità competenti anche attraverso diverse iniziative istituzionali (mozioni, interpellanze, Ordini del Giorno, interrogazioni etc. etc.) la militarizzazione del nostro territorio continua in violazione dei “principi di Precauzione e di Proporzionalità” sanciti dal diritto internazionale, delle direttive del Governo italiano e della stessa Commissione di inchiesta Parlamentare impegnata sul
tema delle bonifiche e della chiusura del Poligoni Sardi (chiusura puntualmente
smentita dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, come risulta dalla stampa
sarda del 01/10/2013);
– in riferimento alle allarmanti attività militari ancora in corso nei nostri mari, non risulta essere stato rispettato l’art. 332 del d.lgs. 66/2010 che dispone che, anche di fronte alle procedure d’urgenza, le popolazioni debbano essere adeguatamente informate dalle autorità competenti;
– a tutt’oggi, come risulta dalle numerose testimonianze dei residenti nelle zone prossime alle aree interessate dalle attività belliche, in violazione dei suddetti principi, le esercitazioni militari non preannunciate, creano terrore e insicurezza tra i cittadini, basti pensare al “boato sonico” provocato da due velivoli nei giorni 11 e 25
settembre nell’oristanese, giustificato sempre a posteriori e senza alcuna
preventiva informazione alle popolazioni, come una “missione regolarmente
programmata e autorizzata”»;
– la paura, la perdita della serenità e l’incertezza delle cittadinanze interessate sono rafforzate anche dal fatto che nonostante le nostre numerose sollecitazioni alle autorità competenti, a tutt’oggi non è pervenuta alcuna risposta in merito alle misure da adottare per la tutela delle popolazioni insediate in prossimità delle sedi di esercitazione e i relativi piani di evacuazione obbligatori previsti dalla normativa internazionale;
– il problema della sicurezza per i cittadini sardi oggi è più che mai urgente, visto che la Sardegna, per settimane, è al centro dell’imponente esercitazione militare “Brillant Mariner 2013” che, come si apprende anche dal sito ufficiale www.mc.nato.int, vede il coinvolgimento lungo le coste sarde di forze aereonavali di Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Turchia, Francia, Germania, Italia, Regno Unito e USA; ben 25 unità navali, fra cui una portaerei, 7 cacciamine, numerosi aerei, elicotteri e sommergibili, nonché oltre 5 mila militari;
– i rischi a cui la Sardegna e i sardi sono esposti da queste imponenti operazioni sono stati evidentemente sottovalutati o del tutto ignorati dalle autorità competenti e dalla stessa Regione Autonoma della Sardegna, soprattutto alla luce dell’instabilità degli
equilibri politici e militari internazionali (vedi il caso della Libia dopo
l’occupazione militare occidentale e lo scenario sempre più complicato che si
sta delineando in Siria), tutte circostanze che vedono il Mediterraneo come il campo
di prova per le maggiori potenze mondiali;
– è del mese di Agosto 2013 la notizia riportata dalla stampa internazionale sul potenziamento delle forze militari americane e russe nel Mediterraneo cui si aggiunge la flotta navale militare cinese in arrivo;
– contrariamente a quanto dichiarato da alti esponenti del Comitato militare della Nato, che negano qualsiasi collegamento di tali operazioni militari con il caso libico e siriano, tale spiegamento di forze viene visto sia sulla stampa italiana del 30/09/2013 viene giustificato come “prova per un intervento” guidato dalla Nato; resta il irrisolto il problema dello stato di abbandono delle popolazioni sarde non informate e non dotate di un piano di evacuazione previsto dalle Leggi internazionali. Tutto ciò in un
momento di allerta e di forte esposizione anche a eventuali ripercussioni legate
al terrorismo internazionale;
– a tal proposito il caso dell’attentato subito di recente dal comandante del Primo Reggimento corazzato di Teulada, frettolosamente attribuito da una certa parte della stampa a possibili “turbolenze politiche isolane”, di fatto non è da escludere un atto intimidatorio che potrebbe essere collocato sullo scenario del terrorismo internazionale, a cui evidentemente noi sardi siamo esposti a causa delle imposizioni delle gerarchie militari, delle multinazionali che si celano dietro il business dei cosiddetti “wargames”, delle potenze internazionali e del governo italiano;
– a tutt’oggi, nonostante le varie sollecitazioni, ancora niente è dato sapere circa la repentina anticipazione delle esercitazioni a fuoco imposte dalla Capitaneria di Porto presso il poligono di Teulada e quali siano le ragioni che abbiano portato a tali
decisioni: le ordinanze della Capitaneria di Porto infatti, con una procedura
d’urgenza, hanno anticipatamente imposto le interdizioni nell’area al transito,
alla sosta e alla pesca, nonché all’attività di immersione, diporto e balneazione per tutto il mese di settembre e oltre;
Tutto ciò premesso,
Si interpella il Presidente della Regione affinché riferisca su
1) quale sia la posizione della RAS circa i rischi cui i sardi sono esposti dalle imponenti esercitazioni militari in corso e soprattutto alla luce dei precari scenari politici e militari internazionali che vedono il consolidamento delle maggiori potenze militari mondiali nel Mediterraneo;
2) in quale misura la RAS si sia attivata al fine di imporre il rispetto dei “Principi di Precauzione e di Proporzionalità” sanciti dal diritto internazionale, delle direttive del governo italiano e della Commissione di inchiesta Parlamentare circa la bonifica e la chiusura dei Poligoni Sardi smentite dal Capo di Stato Maggiore della Difesa;
3) quali siano le misure predisposte in materia di sicurezza e ordine pubblico previste dalla normativa vigente in caso di incidente in concomitanza con esercitazioni militari come quelle indicate in premessa e se le stesse siano state adeguatamente pubblicate e pubblicizzate fra i cittadini delle aree interessate;
4) come intenda imporre il rispetto della normativa che vieta il ‘boato sonico’ ripetutamente verificatosi in diverse zone della Sardegna e quali siano eventualmente le autorizzazioni che abbiano giustificato il verificarsi di tali fatti;
5) quali siano le ragioni alla base dell’anticipazione delle attività militari in Sardegna come descritto in premessa;
Cagliari, 02/10/2013
Commenti