Tanti sono stati informati in ambulatorio, altri a domicilio, altri l’hanno appreso per altre vie. La notizia ha creato tanto sconforto e questo non agevola il mio distacco da chi ha condiviso con me un percorso di vita importante. Ho operato da “medica libera”. I pazienti sono stati i miei unici interlocutori. Ho conosciuto uno spaccato perfetto della società cagliaritana. Mi ha arricchito l’esperienza vissuta al di sopra dei privilegi e del disagio. La sala d’attesa e i rapporti medico-paziente hanno reso uguali ricchi e poveri, intellettuali e chi a scuola c’è passato poco, alti rappresentanti dello Stato e della Chiesa, personalità della Giustizia e persone con debiti con la legge, “sans papier” di ieri e migranti di oggi.
Non ho fatto niente di eccezionale. Ho solo cercato di assolvere al mio compito. Sono stata al servizio di un’umanità fatta di persone, iscritti e non iscritti alla lista ufficiale dei pazienti.
Mi sono semplicemente impegnata ad esercitare la professione medica, quella di curare i mali. Credo di averlo fatto con amore.
Grazie per avermi accompagnato sino ad oggi, alla partenza del treno… per non avermi sostituito con un altro medico come per prudenza avreste dovuto fare subito. Porterò nel cuore le vostre emozioni, i vostri segreti, il vostro affetto ma anche tanta preoccupazione. Vigilate sulla vostra Salute anche difendendo i diritti ad essere curati e a non ammalarvi. Nessuno lo farà per voi.
Grazie a voi di tutto.
Claudia. La vostra dottoressa.
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