NO alla ‘declassificazione’ degli Usi Civici (proprietà collettive) delegata ai Comuni.
Comunicato stampa
Sulla Proposta di Legge 537 “Norme urgenti in materia di usi civici e in materia di beni paesaggistici”
Con una procedura d’urgenza, piuttosto sospetta, la proposta di legge del 23 luglio 2013 si discute in Aula il 30 luglio. I firmatari della Legge, da destra a sinistra, da autonomisti a sardisti, consegnano ai Comuni la competenza e potestà sulla “sclassificazione”, e cioè la “sdemanializzazione” delle terre gravate da uso civico, e in particolar modo quelle di maggior pregio in prossimità di zone umide, con l’alibi che “questi terreni non sarebbero più produttivi per le collettività”.
Sugli Usi Civici, proprietà collettive che da secoli sono ad uso delle singole cittadinanze e all’interno di esse degli strati sociali più disagiati, nella cultura di tutto il mondo da sempre servono a dare sostegno, reddito e sopravvivenza alle collettività e a contrapporsi calmierando gli appetiti delle proprietà private alla speculazione edilizia.
In Sardegna nonostante i tentativi portati avanti dal fascismo, l’oblio e il disinteresse della RAS su questi temi, le proprietà collettive continuano ad esistere. Oggi a causa dell’ignoranza sugli Usi Civici e i disastri urbanistici fatti da numerosi comuni, che non hanno saputo affrontare la complessità del tema, si rischia in nome di una sanatoria gestita dagli stessi comuni inadempienti e incapaci, di consegnare oltre il 30% del patrimonio ambientale dell’Isola nelle mani della speculazione edilizia.
Non si può, su questo tema dare competenza ai comuni che hanno dimostrato in tante occasioni, una incapacità totale a gestire non solo l’urbanistica e l’edilizia nei propri territori, ma anche ad interpretare le stesse carte regionali sugli Usi Civici, carte che seppur di valore risultano ancora oggi incomplete, parziali e che necessitano di uno studio approfondito di tutto il territorio sardo.
Si rischia per errori di amministratori, di tutti i colori politici, di alienare beni collettivi inalienabili per legge come gli Usi Civici e di consegnarli alla peggior speculazione edilizia.
Un Consiglio Regionale responsabile, dovrebbe come minimo affrontare i temi degli Usi Civici non in modo
frettoloso e sospetto, ma analizzando in primo luogo tutti gli studi, anche se incompleti, che sono stati commissionati e pagati dalla RAS.
Con la scusa delle “sclassificazioni” da parte dei comuni non possiamo regalare alla speculazione i nostri territori, specialmente quelli di proprietà delle nostre collettività: gli usi civici.
Questa proposta di legge di “demanializzazione” degli Usi Civici è palesemente incostituzionale e illegale.
Claudia Zuncheddu
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