NO alla cementificazione della costa Bosa – Alghero, bene identitario irripetibile e irriproducibile
Consiglio Regionale della Sardegna
XIV Legislatura
Interrogazione Zuncheddu – Sechi con richiesta di risposta scritta sulle gravi conseguenze paesaggistiche e naturalistiche derivanti dagli imponenti progetti edilizi previsti lungo la costa fra Bosa e Alghero, in aree tutelate con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e siti di importanza comunitaria (direttiva n. 92/43/CEE)
Premesso che
– il progetto immobiliare denominato “Bosa Colores”, già conosciuto come “Bosa Sviluppo” della Condotte Immobiliare s.p.a. (Gruppo Ferfina) in società con il Gruppo Impregilo, continua ad essere oggetto di denunce e proteste da parte di cittadini, associazioni e Comitati ambientalisti in quanto prevede la cementificazione per centinaia di migliaia di metri cubi lungo una delle coste più incontaminate della Sardegna, ovvero la costa dei Grifoni, fra Bosa e Alghero, un sito paesaggistico e naturalistico di grande pregio, tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e sito di importanza comunitaria (direttiva n. 92/43/CEE);
– a tutela di questo bene identitario irripetibile e irriproducibile, si sono attivate anche le associazioni ambientaliste, Gruppo di Intervento Giuridico e Amici della Terra, che per la gravità e le potenziali conseguenze sul piano paesaggistico e naturalistico, hanno richiamato l’attenzione delle istituzioni di ogni ordine e grado: Commissione Europea, Ministeri dell’ambiente e dei beni e attività culturali, Presidenza della Regione Autonoma della Sardegna, Direzione generale regionale della pianificazione urbanistico-territoriale e della vigilanza edilizia, Servizio regionale valutazione impatti, Servizio regionale tutela del paesaggio di Oristano, Direzione generale per i beni culturali e paesaggistici per la Sardegna, Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Cagliari, Comune di Bosa, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Oristano;
– come già sottolineato dalle suddette associazioni, è paradossale che il Comune di Bosa, abbia da una parte promosso il progetto immobiliare provvedendo al suo inserimento nel Piano strategico di sviluppo comunale e del territorio (P.S.S.C.) e nello stesso tempo, Attraverso un Ordine del Giorno, abbia inserito la costa, oggetto della speculazione, all’interno del Patrimonio di Beni tutelati dall’Unesco;
Sottolineato che
– all’interno dei 247 ettari oggetto della cementificazione in questione, non si può non considerare l’esistenza di aree sottoposte a vincoli idrogeologici, a PPR (Piano Paesaggistico regionale) e al PUC, nonché di siti tutelati con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), Siti di importanza comunitaria (SIC) (direttiva n. 92/43/CEE) e Zone a protezione Speciale (ZPS) fra cui Tentizzos, habitat naturale dei Grifoni e Sa Miniera, area di nidificazione per gli avvoltoi che, come pubblicamente dichiarato da esperti naturalisti, trovano in questa’area l’unica colonia naturale in Italia;
– le conseguenze anche a livello faunistico sono rilevanti, soprattutto su specie rare e tutelate dalla legge, che verranno cosi condannate all’estinzione nel nostro territorio in nome della speculazione edilizia, di colate di metri cubi di cemento e dietro l’alibi del turismo golfistico che, contrariamente a quanto accade di norma nel resto del mondo, offrirebbe campi da golf in zone caratterizzate da coste alte e rocciose, che ad oggi non rientrano certamente fra gli scenari ottimali per attività sportive di questo tipo;
– questo è tra i progetti immobiliari che troverebbero legittimazione nella Legge regionale 19/2011 sui campi da golf, legge già impugnata dal Governo italiano per illegittimità costituzionali, in quanto consentirebbe di cementificare anche laddove non sarebbe stato possibile, come in zone agricole e lungo le coste, sacrificando le nostre risorse più preziose: l’ambiente, il territorio con le sue attività tradizionali e i centri storici, negando quindi ogni possibilità di sviluppo eco – sostenibile ed eco-compatibile secondo la vocazione delle aree interessate dal progetto immobiliare;
Preso atto che
– ci troviamo di fronte della crescente aggressività della cementificazione nell’isola da parte di società provenienti da tutto il mondo, in nome di interessi estranei alla Sardegna, dalle irrilevanti ricadute occupazionali, a medio e lungo termine in loco, dal consumo del nostro patrimonio territoriale ambientale: un unicum e come tale irripetibile e irriproducibile;
Tutto ciò premesso
Si interroga il Presidente della Regione, l’Assessore agli Enti Locali, l’Assessore alla Difesa dell’Ambiente, l’Assessore dei Lavori Pubblici, l’Assessorato ai Beni Culturali per sapere
– se siano a conoscenza delle criticità derivanti dalla realizzazione del progetto immobiliare in questione cosi come espresse in premessa;
– quali siano le misure ed iniziative da loro intraprese al fine di tutelare le aree sottoposte a vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e i siti di importanza comunitaria (direttiva n. 92/43/CEE) interessate dal progetto immobiliare in oggetto;
– se abbiano provveduto a dare risposte alle doverose e legittime richieste di informazioni avanzate dalle Associazioni: Gruppo di Intervento Giuridico e Amici della terra, così come indicato in premessa;
– se sia nelle loro intenzioni valutare i potenziali danni che quest’area della Sardegna subirà a seguito della realizzazione del progetto immobiliare in questione, anche con la consulenza di esperti del settore, dalle Università ai comitati cittadini alle Associazioni notoriamente esperte nel settore;
– se abbiano stimato i danni a livello paesaggistico, naturalistico e identitario e conseguentemente il rapporto fra costi – benefici per la Sardegna, come ad esempio la ricaduta occupazionale effettiva sia a medio che a lungo termine.
Cagliari, 07/08/2013
Claudia Zuncheddu
Carlo Sechi
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