Mozione sulla dichiarazione di Indipendenza del Popolo sardo
Consiglio Regionale della Sardegna
XIV Legislatura
Mozione N. 224
Psd’Az e più, Sulla dichiarazione di indipendenza del Popolo Sardo
Tracce del mio intervento
Come sarda impegnata nelle istituzioni e come esponente del Movimento indipendentista Sardigna Libera, in questi anni ho portato avanti i temi politici del diritto dei Popoli all’Autodeterminazione, all’Autogoverno, alla Sovranità e al nostro diritto, come sardi, all’Indipendenza come contemplato dal diritto internazionale e disconosciuto dallo Stato italiano. Oggi l’indipendenza per il Popolo sardo non è più una reliquia della storia o un’aspirazione di una ristretta élite intellettuale, ma una necessità e una opportunità che in questi anni si è fatta sempre più forte e necessaria per salvarci dalla crisi internazionale e dal crollo economico dell’Italia.
Da ciò la necessità che il referendum consultivo sulla Sardegna Nazione Indipendente, al di là delle nostre convinzioni personali, sia un libero diritto di espressione del nostro Popolo.
“E’ nostro dovere, come classe politica responsabile e al disopra delle proprie convinzioni e divisioni partitiche, dare questa opportunità di libertà e di democrazia ai sardi, qualsiasi sia la risposta che esprimeranno. E’ dovere di tutti noi mettere in atto tutte le iniziative possibili come difesa imprescindibile dei diritti dei sardi al proprio Autogoverno, al proprio benessere e come rottura democratica, pacifica e condivisa dal Popolo del processo di dipendenza dallo Stato italiano e con l’apertura di una nuova stagione di Sovranità, Autodeterminazione e Indipendenza”.
Tutti questi temi non ideologici ma legati in modo indissolubile al diritto del Popolo sardo, al “lavoro che non uccide” e a un percorso economico che partendo dalle economie tradizionali, dal commercio, dalla piccola e media impresa, costruisca economia compatibile e rispettosa del bene ambiente, in modo tale da permettere al nostro Popolo di resistere e respingere gli attacchi di vecchi e nuovi colonizzatori, dallo Stato italiano che ne è il principale, fino agli ultimi arrivati: gli sceicchi e gli emiri del Qatar che a nostra insaputa di cittadini sardi e di consiglieri della RAS, “dialogano” con il presidente Cappellacci e con il presidente del Governo italiano Monti, decidendo in solitudine e non per conto dei sardi il nostro destino e quello delle future generazioni.
In questo scenario politico-economico, sicuramente difficile e drammatico per noi sardi, anche per il livello di occupazione e precarietà economica che ci vede fra gli ultimi in Italia, la RAS e questo Consiglio sono chiamati a dare un chiaro esempio di resistenza agli attacchi economici delle multinazionali che garantendo solamente i loro interessi e i loro profitti hanno contribuito a creare questo scenario di disoccupazione e di desertificazione industriale che ha messo ancora più in crisi l’economia dei territori e con la disoccupazione ha minato la stessa coesione e aggregazione sociale che nessuno può più garantire.
Non possiamo permettere che la Sardegna sia terra di discariche di rifiuti “non ben identificati” ma sicuramente pericolosi per la salute degli uomini e dell’ambiente, di nuovi inceneritori spacciati in modo ingannevole dietro le targhe di green economy o di interventi di revamping, di impianti di biometanizzazione, di infinite distese di serre fotovoltaiche… per non parlare dello sconvolgimento anche del sottosuolo con le trivellazioni per la ricerca di combustibili fossili. Tutti questi eventi sono tesi a continuano a creare ricchezza per pochi stranieri, ed espropri e povertà per i sardi.
Non possiamo più permettere che la Sardegna sia, ieri come oggi, il contenitore della peggior criminalità internazionale con i mafiosi e i camorristi del 41 bis, importati “clandestinamente”, senza che le nostre istituzioni siano state coinvolte. nelle nuove carceri, costruite per alleggerire il sovraffollamento degli istituti di pena sardi, ma di fatto destinate a loro volta a un nuovo sovraffollamento di criminali pericolosi, promuovendo sempre più l’inquinamento mafioso della nostra economia, purtroppo già esistente, come denunciano le cronache giudiziarie.
Non possiamo più permettere che lo Stato italiano continui a ingannarci dietro la promessa delle bonifiche dei poligoni di tiro in Sardegna, propagandando 75 milioni di euro (che sarebbero comunque briciole rispetto ai costi altissimi di una seria bonifica come previsto dai protocolli internazionali), e con la beffa che non sono destinati solo ai tre poligoni sardi, come ci hanno fatto intendere, anche alcuni politici sardi presenti nel Parlamento italiano, ma anche ad altri 10 poligoni presenti nel territorio della penisola.
Non possiamo più permettere che Multinazionali delle industrie ed Enti di Stato, come l’ENI in violazione delle stesse leggi costituzionali, abbandonino l’Isola impuniti dopo aver usufruito di fiumi di finanziamenti regionali, destinati al sostegno e al superamento delle povertà in Sardegna e dopo aver inquinato e impoverito le nostre risorse e il nostro ambiente, oppure simulare riconversioni, ovviamente, senza bonificare i siti inquinati.
Non possiamo più permettere che il credito sia gestito dalle filiali delle banche multinazionali che decidono arbitrariamente a chi concedere il credito privando le famiglie e le imprese sarde di questo sostegno indispensabile per continuare a vivere e difendere l’occupazione. Bisogna pensare all’istituzione al più presto di una banca sarda che abbia al centro gli interessi del nostro Popolo e l’Agenzia delle Entrate Sarde che gestisca i nostri tributi e salvi le famiglie e le imprese dallo strozzinaggio di Equitalia che ci sta portando al fallimento.
Affrontare il problema della “dipendenza” che subiamo, oggi è più che mai urgente anche alla luce dell’operato politico del P. Cappellacci… che usa il suo ruolo di Presidente della RAS, per occuparsi di affari internazionali, senza che le istituzioni sarde siano a conoscenza del come e del quando… come se la Sardegna e il suo Popolo fosse una sua proprietà.
Forse troppo spesso abbiamo sottovalutato il P. Cappellacci, pensando che fosse davvero solo “ingenuo” (lui si autodefinì babbeo). Purtroppo l’affare dell’Emirato del Qatar, di cui il P. si sta “prodigando” è di dimensioni inimmaginabili, gestito in solitudine dal nostro Presidente insieme a Monti (e al fidatissimo di Berlusconi Valentino Valentini). La Sardegna ancora una volta rischia di essere svenduta per affari e interessi italiani e internazionali, come è avvenuto nel secolo scorso.
Cappellacci non è da sottovalutare visto che mentre in altri tempi le occupazioni dei territori nazionali passavano attraverso le guerre, oggi con la globalizzazione della finanza, come lui ben sa, tutto è più facile e nascosto in barba alla nostra Sovranità territoriale. Le nostre terre vengono conquistate e acquistate dal Qatar con i petrodollari e diventano di proprietà non dell’emiro come soggetto privato, ma dello Stato Arabo con i suoi Fondi Sovrani: una Monarchia assoluta islamica.
L’”affare Qatar”, per quello che ci è dato conoscere, prevede oltre che le transazioni azionarie di acquisizione del 51% di Smeralda Holding (Cala di Volpe, Pitrizza, Romazzino e Cervo Hotel, oltre alla Marina con 700 posti barca, il Cantiere di Porto Cervo e il Pevero Golf Club oltre a 2400 ettari sul mare intorno ad Arzachena e Olbia come Liscia Ruja e Razza di Juncu. Tutto ciò per non parlare di ulteriori interessi su Teulada e una gran parte delle coste del Sulcis con l’alberghiero e l’allevamento dei cavalli.
Aree tutt’ora preservate alla Legge Salva Coste voluta dalla precedente Giunta Soru nel 2004. Affinché l’”operazione Qatar” possa andare in porto indisturbata, si metterà mano al PPR. Ci troviamo nella situazione in cui uno Stato diventa proprietario di una parte del territorio di un altro Stato.
Il Fondo Sovrano del Qatar è pari a 60 miliardi di euro. È un veicolo di investimento pubblico controllato direttamente dal governo. Di fatto un Fondo Sovrano non investe, ma acquisisce beni diventandone il Proprietario. Nel caso specifico della Sardegna, con un miliardo, il Qatar diviene proprietario di vaste zone della nostra Isola.
Quest’operazione ci ricorda tanto il miliardo messo a disposizione da Mussolini per comprare i sardi ribelli e per garantire migliori condizioni di vita al nostro Popolo. Il risultato è sotto gli occhi della storia.
C’è da chiederci anche legittimante se Cappellacci sia il governatore della Sardegna o un commercialista dell’emiro del Qatar.
Conosco le diverse opinioni politiche dei colleghi sul tema del Federalismo, dell’Autonomia, della Sovranità e dell’Indipendenza, ma conoscendo la grande sensibilità e generosità, ritengo che nella storia ci sono delle occasioni in cui le divisioni vanno superate per perseguire il “bene comune” dei sardi e per ribadire il diritto alla libertà del nostro Popolo, un diritto spesso violato e che insieme dobbiamo difendere e garantire.
E’ proprio nel massimo rispetto delle opinioni politiche dei colleghi che in questo Consiglio rappresentano lo spaccato della società sarda, che chiedo che a tutti voi che sia data l’opportunità al nostro Popolo di esprimersi liberamente sul tema della Sardegna “Nazione Indipendente” con un referendum consultivo che la RAS promuova.
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