Mozione su inquinamento ambientale e salute delle popolazioni
– Alla luce delle preoccupanti statistiche che denunciano una elevata incidenza di patologie tumorali tra i sardi, con particolare interessamento dei lavoratori che operano in siti industriali, in poligoni militari e in siti minerari, si pone la necessità di una seria riflessione in sede istituzionale e conseguenti scelte tempestive atte a monitorare costantemente lo stato di salute dei lavoratori a rischio e delle popolazioni che vivono in quei contesti. – Già i dati emersi da un precedente studio promosso dalla RAS, sindaci e ASL dei territori interessati sono alquanto allarmanti malgrado ci siano fondate tesi che certificano che la situazione della salute dei sardi sia ancora più drammatica.– Un problema ulteriormente discriminate per i numerosi sardi che contraggono patologie letali da inquinamento ambientale è l’impossibilità di stabilire con certezza il nesso di causalità tra esposizione a sostanza tossica-malattia. – La negazione della tutela legale al cittadino che ha contratto malattia da inquinamento è avvallata dalla mancanza di certezze scientifiche in questo campo: Ma chi fa questi studi? Chi è che porta avanti certe nozioni? Chi impone l’approfondimento delle conoscenze in materie oncologiche e il “famigerato nesso di causalità tra esposizione ed evento, tra esposizione e malattia? – In generale sono le stesse aziende coinvolte che “finanziano e indirizzano” gli studi. – L’azienda interessata diviene così controllore di se stesso e in nome del Profitto la scienza perde la sua indipendenza. – Ciò significa che agli stessi fini del riconoscimento della “malattia professionale” o da “esposizione a sostanze inquinanti in aree geografiche più ampie”, chi contrae la malattia o i familiari delle persone decedute inequivocabilmente per esposizione a sostanze tossiche prodotte da industrie, poligoni militari e miniere, devono dimostrare “scientificamente” alla Legge Italiana la “causa responsabile”.– a causa dello stato di disagio e di povertà della Sardegna, è sempre più difficile per i sardi discriminati dalla Legge italiana, sostenere costi elevatissimi per azioni legali e per indagini scientifiche tese alla “ricerca della verità” da contrapporre al potere delle aziende, sia pubbliche che private. – I “dati ufficiali” emersi dalla suddetta indagine sullo stato di salute dei sardi dal 1981 al 2001 (eseguita da RAS-ASL ed Enti Locali con l’assistenza tecnica dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale, con i fondi del Quadro Comunitario di sostegno PON ATAS 2000-2006, e gestito dal Ministero della Salute e dalla società E.S.A. (Epidemiologia Sviluppo Ambiente) benché sottostimati, evidenziano un quadro drammatico cui le istituzioni devono dare risposte: – I sardi si ammalano e muoiono principalmente per patologie tumorali in una percentuale nettamente più elevata rispetto alle altre regioni italiane.– Così come le malattie respiratorie, dell’apparato digerente, della tiroide, le allergie hanno un’altissima incidenza in Sardegna.– Anche fra i bambini delle aree inquinate come a Sarroch, si registra un incremento di bronchiti croniche, asma bronchiale, allergie etc.– Gli studiosi sono allarmati dalla possibilità di danni genetici.– Gli uomini sono maggiormente colpiti da tumori del fegato, del polmone e del sangue (in gran parte dovuti all’inquinamento ambientale e alle esposizioni professionali);– i dati rilevati per aree industriali, minerarie e militari sono particolarmente allarmanti: Aree industrialiA Portoscuso: I decessi per malattie respiratorie (con maggiore incidenza fra gli uomini) sono stati 205 contro 125 previsti rispetto alla media italiana;A San Gavino 69 decessi contro 47 previsti. A Portoscuso: Morti per pneumoconiosi (che raggruppano varie malattie come l’”asbestosi”, dovuta all’inalazione di fibre di amianto e la “silicosi”, causata dall’inalazione di particelle di silice) 117 su 30 previsti. A Portoscuso e Sarroch: L’incidenza del cancro polmonare è superiore al 24%. A Porto Torres: La mortalità per tumori era in eccesso del 4% negli uomini e del 9% nelle donne; Decessi per le malattie respiratorie 28% contro l’8% previsto; Per malattie dell’apparato digerente 21% contro 13% previsto;Per tutti i tumori 9% contro 4% previsto;Per tumori del fegato 21% contro il 18% Aree minerarieNonostante la tendenza alla riduzione dell’eccesso di mortalità per malattie respiratorie non tumorali, intorno al 2000 a Iglesias e ad Arbus si registravano ancora eccessi significativi negli uomini. In questi ultimi anni, i morti per “pneumoconiosi” sono stati in media 20 all’anno ad Arbus e 10 a Iglesias. Così come ad Arbus i tumori polmonari negli uomini erano aumentati del 72% contro il 56% mentre a Iglesias del 108% contro il 72%.Aree militariNell’area militare di La Maddalena , si è registrato un eccesso del 121% per i tumori alla vescica.Eccessi significativi di morti e ricoveri ospedalieri per linfoma non Hodgkin (mortalità 1981-2001, negli uomini, 17 osservati contro 6,3 attesi; nelle donne 8 su 5,6). Nell’area di Salto di Quirra, tra il 1997 e il 2001 le morti per mieloma negli uomini 5% su 2,3% previsto mentre le leucemie erano aumentate nei due sessi. Preso atto che – La Sardegna e le sue strutture preposte nell’affrontare il problema della “salute ambientale” hanno un colpevole ritardo. E’ venuta totalmente a mancare da parte istituzionale la vigilanza e la tutela sulla salute dei luoghi (terra, mare, aria) e delle popolazioni che vivono nelle sedi interessate dai fenomeni di inquinamento. – Le istituzioni continuano a ignorare la gravità della situazione non tutelando gli interessi della collettività. Mancano norme specifiche e in particolar modo quelle che dovrebbero contemplare sanzioni penali per i responsabili dei danni.– La RAS non attuando sistemi di prevenzione dei “mali” derivanti da qualsiasi tipo di attività economica e militare non è stata garante della salute e del “bene” dei sardi. – Essa ha privilegiato il “profitto” di grosse lobby industriali e lo Stato che ha imposto in Sardegna il 60% dei poligoni militari (previsti per tutto il territorio italiano).– Il dramma dei malati e dei morti da queste cause, sono sotto gli occhi di tutti e la Regione e gli Enti Locali si trovano nella condizione di dover prendere atto, con notevole ritardo, che non hanno adempiuto ad un ruolo di primaria importanza: la “tutela” e “prevenzione” della salute e del patrimonio ambientale. Tutto ciò premesso, si impegna il presidente della Regione Sardegna e la Sua Giunta a– imporre norme e regole rigide alle aziende anche in materia di bonifica dei luoghi contaminati– l’istituzione di una Commissione Sanitaria Permanente autonoma e slegata dagli interessi locali, con la concertazione delle Istituzioni, delle Università, con tecnici e specialisti riconosciuti, e con il supporto delle Associazioni ambientaliste e sociali che nel tempo si sono impegnate nel settore della salute ambientale e delle popolazioni perché il dovere delle istituzioni della politica non è quello di “avere la certezza assoluta che il cittadino non si ammali”, ma quello di “prevenire”, cioè scegliere prima anche in materia di “sviluppo economico” che cosa è meglio per la salute delle persone e dei luoghi. Cagliari 13/10/2009
Claudia Zuncheddu – Radhouan Ben Amara – Carlo Sechi – Luciano Uras – Massimo Zedda
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