mentre regna il silenzio in Aula suLegge elettorale e doppia preferenza di genere
Seduta del Consiglio del 05/06/2013
Le comiche in Aula
Di fronte ai gravi problemi che attanagliano la società sarda e le stesse istituzioni (vedi l’attesissima discussione sulla Legge Elettorale e sulla necessità di garantire la rappresentanza delle minoranze politiche, e con esse l’inderogabilità dell’attuazione, anche in Sardegna, della doppia preferenza di genere, che garantirebbe con l’equa rappresentanza delle donne nel Consiglio della RAS, il diritto della società sarda ad essere rappresentata in tutte le sue componenti, questa mattina è stata portata in Aula, in modo prioritario, una mozione sulla “territorialità della pena per i detenuti sardi”. Peccato che nessuno, prima dell’intervento della sottoscritta, si fosse ricordato che il 23 settembre del 2009, fu convocata una seduta straordinaria di Consiglio per discutere la mozione (n° 15 a firma Zuncheddu, Uras, Sechi e Zedda) sulla richiesta del rispetto della Legge italiana 354/75 e del Protocollo d’Intesa del 2006, sottoscritto tra la RAS e il Ministero di Grazia e Giustizia, “in materia di trasferimento dei detenuti sardi dalla penisola alla Sardegna, quindi sul diritto dei detenuti sardi presenti nelle carceri della penisola, sia in attesa di giudizio che condannati, a essere trasferiti nel nostro territorio”.
Questa mozione del 23 settembre del 2009 è stata votata all’unanimità, anche se a tutt’oggi questa Legge della RAS, non è stata per nulla applicata.
Il paradosso tragi-comico è che l’Ordine del giorno, nato dalla mozione, è stato discusso e votato nella seduta pomeridiana, senza che ci si rendesse conto, prima del mio intervento, che tutto ciò è già avvenuto, oltre tre anni fa, e che il vero problema è che attende di essere applicato.
Claudia Zuncheddu
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