TRA ELEZIONI POLITICHE E QUESTIONI DI GAS IN SARDEGNA
MENTRE I SARDI “INEBRIATI DALLA MAGIA” DELLA CAMPAGNA ELETTORALE, TRA LEGITTIMI SOGNI, AMBIZIONI E PROMESSE ATTENDONO IL CINQUE MARZO, LA STAMPA ANNUNCIA CHE LA “DORSALE” PER IL GAS METANO E’ REALTA’.
La Nuova Sardegna scrive: “Metano, la svolta: ora si accelera. Alleanza tra la SNAM e la SGI per realizzare la DORSALE nell’Isola. Il Gasdotto… e Rigassificatore a Porto Torres”.
L’OPERA DISTRUTTIVA SI IMPIANTERA’ SULLA NOSTRA TERRA, un’opera spropositata per i bisogni energetici sardi, ancor più oggi con la delocalizzazione industriale. La Politica italiana, fortemente sostenuta da certi politici sardi, tra una lite e l’altra su chi dovrebbe accaparrarsi la realizzazione dell’opera, SNAM (legata all’ENI) e SGI (Gasdotti Italia), promuove la DORSALE.
“Infrastruttura mastodontica… un metanodotto collegherà Sarroch, Oristano e Porto Torres e sarà lungo 277 km, uno unirà Cagliari al Sulcis, in tutto 57 Km, mentre l’ultimo spaccherà l’Isola in orizzontale unendo Codrongianos a Olbia con una tubatura di 75 Km… Totale 409 Km… I costi previsti dal Patto con la Sardegna: 1,5 miliardi di euro, compresi i 228 destinati alla realizzazione dei bacini rigassificatori”.
PACE FATTA tra i parlamentari grazie al coinvolgimento nei lavori di entrambi i colossi: SNAM (ENI) e SGI.
Metano SI ma a quali costi per i sardi?
L’intera Sardegna verrà sventrata per il passaggio del tubo che, ad alta pressione e ad alto rischio di esplosione, spingerà il metano da una parte all’altra dell’Isola. Un RIGASSIFICATORE per Porto Torres e uno per Cagliari. A Porto Torres l’Eni ospiterebbe il Rigassificatore in area Industriale… bontà sua, ma a quando le bonifiche nel Nord Ovest della Sardegna, abbandonato ad un disastro ambientale con spaventose ricadute sulla salute delle collettività locali? Poca chiarezza anche sul Rigassificatore destinato a Cagliari.
A noi sardi non è dato sapere se sia stata fatta un’analisi sul rapporto costi/benefici di un’opera miliardaria, comunque con i suoi effetti collaterali per la Sardegna, una valutazione dei rischi con ruoli e responsabilità, oltre che dei costi per le ripercussioni sulla salute ambientale e delle popolazioni. Non è solo una questione di tariffe energetiche, ma è questione anche di sicurezza relativa alle interferenze con i poligoni militari e gli aeroporti, sui rischi legati agli incendi stagionali, su esplosioni per errori umani anche minimi o per questioni di nuovi bersagli per il terrorismo internazionale.
Com’è possibile che nessuno nel Consiglio Regionale abbia chiesto chiarimenti su ciò ed oltre?
Com’è possibile che oggi uno dei SENATORI sardi che appoggiarono la mia battaglia in Consiglio Regionale contro il Gasdotto Galsi, ora in Senato appoggi e solleciti la GRANDE OPERA a colpi di azioni istituzionali? Quali interessi individuali o di piccole lobby politiche dietro il miliardo e mezzo di Euro da investine sul gasdotto in Sardegna?
Claudia Zuncheddu – SardignaLibera
SENATO DELLA REPUBBLICA
Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-03599
Atto n. 3-03599 (con carattere d’urgenza)
Pubblicato il 21 marzo 2017, nella seduta n. 789
LUCIANO URAS, EMILIO FLORIS, SILVIO LAI, GIUSEPPE LUIGI SALVATORE CUCCA, MANCONI VACCARI, MOSCARDELLI , BORIOLI , ASTORRE , PEZZOPANE , GIACOBBE , PAGLIARI , BROGLIA , RUTA , TOMASELLI , PUPPATO , MORGONI.
Ai Ministri dello sviluppo economico e dell’economia e delle finanze. –
Premesso che:
la regione Sardegna non è connessa alla rete nazionale e continentale europea di distribuzione del metano, i cittadini e le imprese dell’isola non hanno mai potuto usufruire dei vantaggi economici legati alla possibilità di avvalersi di tale fonte energetica continua e a costo più basso rispetto a quelle sino ad ora utilizzate;
ciò determina ancora oggi un forte divario ed una sperequazione tra i costi energetici sostenuti dai cittadini e dalle aziende sarde e quelli sostenuti dei residenti delle altre regioni della penisola e del resto d’Europa;
il costo dell’energia influisce in modo rilevante sull’intero apparato produttivo della Sardegna, sopratutto in termini di competitività; dunque, per garantire ai cittadini e alle imprese sarde parità di accesso e di trattamento rispetto al resto del Paese e dell’Europa è necessario procedere in tempi rapidi al collegamento della Sardegna alla rete dei gasdotti nazionali;
nel corso della XVII Legislatura sono state approvate diverse mozioni che impegnano il Governo a superare le criticità esistenti in Sardegna e tra gli interventi a ciò finalizzati era stata prevista anche la metanizzazione dell’isola;
rilevato che:
il 31 gennaio 2017 il Ministero dello sviluppo economico, attraverso un decreto direttoriale emanato dalla Direzione generale per la sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche, ha reso noti i nuovi tratti di rete del metano per cui sono stati presentati i progetti dal 1° luglio 2015 al 30 giugno 2016;
la SGI, Società Gasdotti Italiani, azienda con sede a Frosinone, che gestisce circa 1.500 chilometri di gasdotti tra il Lazio e l’Abruzzo, ha presentato i progetti per la realizzazione di tre tratti di gasdotto nel territorio regionale sardo, per un totale di 409 chilometri, che, secondo fonti di stampa, sarebbero corrispondenti al progetto del tratto del Galsi che attraversava la Sardegna;
nel progetto di SGI non è tuttavia stato previsto il tratto di connessione alla rete nazionale ed europea né sono state precisate le modalità di adduzione del metano all’interno del gasdotto regionale;
Considerato che:
le modalità di adduzione e di connessione alla rete continentale non sono secondarie ma, al contrario, fondamentali per il progetto dell’opera, sia per quanto riguarda le sue dimensioni strutturali e la sicurezza generale, sia per garantire la continuità del servizio e quindi favorire la globale conversione del sistema energetico regionale;
per la realizzazione dell’infrastruttura di connessione della nuova rete sarda del metano a quella italiana ed europea andrebbero escluse soluzioni che non possono garantire gli stessi standard qualitativi e di sicurezza che solo la società a cui oggi è affidata la gestione di gran parte della rete nazionale, ovvero SNAM, riesce a garantire;
rilevato peraltro che:
la SNAM, Società nazionale metanodotti, nel piano strategico 2017-2021 presentato nei giorni scorsi a Londra, ha confermato tra le nuove opportunità di business che la riguardano la metanizzazione della Sardegna, già prevista nel piano 2016-2020;
TALE ANNUNCIO NON PUO’ CHE ESSERE ACCOLTO CON INTERESSE, POICHE? LA REALIZZAZIONE DI UN COLLEGAMENTO CON LA RETE NAZIONALE AFFIDATA A TALE AZIENDA GARANTIREBBE CONTINUITA’ CON LA RETE EUROPEA E ASSUCUREREBBE PROFILI DI SICUREZZA ADEGUATI;
la metanizzazione dell’isola, inoltre, rientra anche tra gli impegni sottoscritti dal Governo italiano e dalla Regione Sardegna, nel settembre 2016 nel patto per la Sardegna a cui avrebbe dovuto far seguito un tavolo tecnico per la predisposizione del progetto relativo sia alla parte di distribuzione interna regionale che alle modalità di adduzione,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto descritto e quali siano le loro valutazioni in merito;
quali siano i motivi per cui la proposta SNAM, presentata agli azionisti nel giugno 2016 e confermata nei giorni scorsi, non abbia avuto seguito e per quali ragioni il Governo abbia approvato la proposta di SGI;se la proposta di SGI risponda e coincida con quanto previsto dagli accordi Stato-Regione per la metanizzazione dell’isola, quali siano le modalità con cui si è pervenuti all’assunzione di tale proposta e se ciò sia avvenuto nell’ambito di tavoli tecnici e istituzionali di cui esistano verbali;
quali siano i sistemi di adduzione previsti dal progetto SGI per portare il metano in Sardegna e quali risorse pubbliche siano state previste per la realizzazione del progetto di 409 chilometri di rete regionale proposto da SGI;se nel progetto SGI sia garantita un’adduzione che renda la rete regionale sarda capace di garantire continuità di fornitura e sicurezza ai cittadini e alle imprese;
se non ritengano necessario prevedere un collegamento diretto tra la rete di metanizzazione sarda e la rete europea e nazionale già esistenti, anche considerando un possibile interesse partecipato con la Francia per la metanizzazione della Corsica;se non si ritenga opportuno tenere conto della disponibilità della società SNAM che già gestisce la rete nazionale, evitando soluzioni che possano rivelarsi inadeguate e non in continuità con la rete nazionale esistente, o perlomeno se non si ritenga di mettere a gara la progettazione e la realizzazione di un’opera di rilievo nazionale come la metanizzazione della Sardegna.
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