Meningite in Sardegna. Panico ingiustificato. Il “vaccino subito” non è la priorità
E’ da medico specialista in Malattie Tropicali che ritengo doveroso dare il mio piccolo contributo alla chiarezza sull'”allarme meningite” in Sardegna.
La mobilitazione dei medici del servizio di Igiene Pubblica, dei medici di base e delle guardie mediche non basta. I cittadini necessitano di maggiore supporto. Per porre fine al panico bisogna promuove l’informazione ed una campagna vaccinale gratuita anti meningococco per chiunque lo desideri. A Napoli è imminente. In tanti si chiedono il perchè i sardi debbano sostenere gli altissimi costi del vaccino e la risposta è sempre la stessa, è una questione di disuguaglianze.
Nel cagliaritano si registrano diversi casi di meningite con 2 decessi e 6 casi conclamati. Ad oggi, la casistica non è tale da rientrare in un quadro di epidemia, seppur sia necessaria una stretta vigilanza.
Le priorità sono la Prevenzione e la Sorveglianza sanitaria seguendo i protocolli scientifici. E’ compito del servizio sanitario di competenza, individuare le persone che sono state a stretto contatto, nelle ultime ore, con l’ammalato. Queste persone devono essere sottoposte a profilassi antibiotica.
Si tratta di farmaci di uso comune ma per evitare il pericoloso fai da te, bisogna rivolgersi al proprio medico.
Per debellare sin dall’esordio la malattia è sufficiente una sola compressa di antibiotico, oppure una compressa ogni 12 ore per due giorni a seconda del principio attivo.
I locali interessati dai casi di meningite meningococcica e/o comunque quelli a maggiore rischio come le discoteche, in quanto si tratta di spazi chiusi che ospitano collettività che vi possono stazionare a lungo, devono essere aerati. Non è necessaria alcuna disinfezione.
La meningite meningococcica acuta da Neisseria Meningitidis ha la più alta incidenza nelle nostre aree geografiche visto che l’80% dei casi è imputabile a questo batterio. I sierotipi più diffusi e virulenti sono A, B, C. Il tipo B è quello responsabile della casistica cagliaritana.
Ogni anno in Italia, isole comprese, si registrano circa 200 casi di questa malattia. Questo dato ci consente di sostenere che sino ad oggi, a Cagliari e dintorni, non ci troviamo di fronte a nessuna epidemia. La maggiore incidenza di questa patologia si registra al passaggio dall’inverno alla primavera. L’habitat privilegiato del meningococco è il rinofaringe ed il contagio avviene per inalazione di secrezioni nasofaringee infette o attraverso goccioline di saliva infette che si concentrano nell’aria.
Dal rinofaringe il meningococco passa nel sangue per raggiungere le membrane meningee. Il periodo di incubazione è breve, 24 – 72 ore dal contatto.
Non basta evitare le discoteche e spazi simili ma si sconsiglia anche l’uso sempre in voga di bicchieri collettivi. Il proprio medico deve essere il punto di riferimento.
Il panico diffuso è ingiustificato e la corsa frenetica al vaccino subito non è la priorità, benché la Asl debba impegnarsi a metterlo a disposizione gratuitamente per chi lo desidera.
Claudia Zuncheddu
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