Management della Carbosulcis: Il costo della lottizzazione della “cosa pubblica” generapericolosi intrecci fra Politica e Potentati economici
Consiglio Regionale della Sardegna
XIV Legislatura
Mozione n° 210 dell’opposizione per la richiesta dell’immediata revoca della delega dell’assessore regionale dell’industria, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.
Il 19 ottobre, si apprende dalla stampa che l’Assessora Zedda, ha riconfermato la fiducia al management della Carbosulcis, disattendendo la volontà espressa il giorno prima dal Consiglio regionale.
Tracce del mio intervento
Dedicherò qualche minuto del mio tempo al problema dei sardi emigrati in Emilia e che dopo il terremoto, vivono in condizioni di gravissimo disagio. In tanti hanno perso la casa e tutti i loro averi, c’è chi vive ancora in tende, in alloggi di emergenza, c’è chi vive provvisoriamente in alberghi lontani dal posto di lavoro.Gli aiuti promessi dalle istituzioni locali non arrivano o sono irrilevanti. In una situazione in cui decine e decine di famiglie sarde necessitano di tutto per la sopravvivenza, lamentano il silenzio e l’indifferenza della Regione Sardegna.Molte case sono crollate, altre vengono demolite, altre ancora sono inagibili e necessitano di interventi strutturali. Dopo l’intervento della protezione civile, la situazione di emergenza continua e rischia di cadere nel dimenticatoio, condannando le famiglie sarde al disagio e a nuove povertà. In concreto dico al Presidente Cappellacci, che in questi casi s’interviene finanziariamente, tagliando spese superflue di cui conosciamo la lunga lista. Sperando che questo appello non cada nell’oblio, passo al tema al centro del dibattito di oggi, senza voler entrare in merito al contenuto, Ass. Zedda, vorrei ricordarle che una decisione del Consiglio passata a maggioranza, e in questo caso con il voto congiunto di formazioni politiche di tutti gli schieramenti, è una decisione di cui avrebbe dovuto tenere conto.
Sicuramente non per distrazione, ma per chiaro “ordine politico”, nel riconfermare il management della Carbosulcis all’indomani delle decisioni del Consiglio, si è resa responsabile di un grave atto di omissione di un volere politico, manifestato con un voto di maggioranza.
Il suo atteggiamento è un atto di arroganza nei confronti del Consiglio, di cui non possiamo non prendere atto. Questa scelta nasce dalla certezza di essere sempre e comunque al di sopra dell’Assemblea e come tale di sentirsi insindacabile nelle decisioni intraprese. Questa è la filosofia di una “razza politica” che si è alimentata nel clima generale di impunità delle proprie azioni, qualsiasi esse siano; clima che dilaga in tutt’Italia e a cui la Sardegna purtroppo non è immune. L’arroganza, nella lottizzazione politica della “cosa pubblica” marcia di pari passo con le logiche di uso personale del bene pubblico, logiche espresse in questi mesi in Italia dal caso Lusi e Fiorito (er Batman), giusto per citare due casi freschi freschi di malcostume politico e di corruzione che purtroppo non sono così lontani da noi. Sui costi della politica, non è da oggi che ho espresso il mio pensiero, denunciando lo sperpero negli Enti, nelle Agenzie, negli Assessorati, nelle consulenze, come un costo spropositato e insopportabile per i sardi. Di certo il taglio dei costi non passa attraverso la riduzione del numero dei consiglieri, che è da leggere come un “taglio della democrazia” voluto dai governi italiani e accettato dalla classe politica sarda. Il costo della politica più pesante per la collettività è sicuramente il costo della lottizzazione della “cosa pubblica” in quanto puro sperpero di denaro pubblico, sottratto ai bisogni reali delle collettività e che genera l’inefficienza, il malaffare e pericolosi intrecci fra politica e potentati economici.
Quando parliamo di “costi della politica” dobbiamo quindi denunciare i “costi delle lottizzazioni politiche” che nominano alla testa di Enti pubblici (e/o società partecipate) personaggi per cui l’unica competenza è la fedeltà alla parte politica che lo ha designato. Il “caso Carbosulcis” è tristemente uno di questi. Un gruppo dirigente, di un’impresa totalmente partecipata dalla Regione, screditato dai suoi stessi risultati: incapace di fermare il deficit storico di questa società e che non rende neanche conto dei fiumi di finanziamenti di cui hanno usufruito.
Un gruppo dirigente incapace di elaborare dei Piani di Impresa nel settore del carbone, ma anche incapace di approntare tutti quegli atti che a norma europea dovrebbero portare alla privatizzazione delle miniere, privatizzazione ritenuta poco credibilmente come soluzione a tutti i fallimenti e i deficit della gestione pubblica.
…Fallimenti che ritengo legati ai fenomeni di lottizzazione, funzionali alle campagne elettorali di molti onorevoli. Un gruppo dirigente screditato agli occhi dell’opinione pubblica anche per il “caso Lorefice”, che se non fosse tragico, sarebbe comico. E’ come imporre in una corsa automobilistica, pensando di vincere, uno che notoriamente è senza patente e non sa guidare. Ma bontà loro, i titoli e i meriti sono scomparsi anche da face book e l’unica credenziale che resta è la vicinanza politica al P. Cappellacci e il peso elettorale.
Ancora una volta siamo di fronte a un costo della politica che è palesemente uno sperpero di denaro e di risorse pubbliche. Il Caso Lorefice Carbosulcis, che sicuramente non è un caso isolato, è sicuramente per i contribuenti sardi uno dei tanti sperperi e regalie elettorali che si sono succeduti in 60 anni di “nepotismo e favoritismo politico” nella gestione della cosa pubblica che alimenta e degenera in clientelismo e in corruzione.
Il disprezzo che i sardi esprimono, in molti casi condivisibile e in altri meno, verso le istituzioni democratiche, di cui la nostra Assemblea è una componente fondamentale, nasce principalmente da questo tipo di gestione delle istituzioni pubbliche.
Noi siamo contrari a queste logiche politiche che generano, come ho già detto, malaffare e corruzione. E’ dovere di quest’Assemblea prendere distanza palesemente da queste logiche, rifiutarle, denunciarle e sanzionarle.
Ass. Zedda, queste sono le motivazioni per le quali le chiedo di rassegnare le sue dimissioni. Deve dimettersi per manifesta sudditanza a certe logiche politiche e manifesta arroganza verso i deliberati del Consiglio (le ricordo, la massima Assemblea dei Sardi). Tutto ciò ben sapendo che dietro la sua esposizione ci sono rappresentanti istituzionali ai quali allargo l’invito a dimettersi per incapacità a gestire il Governo dei sardi.
P. Cappellacci, ancora una volta le ricordo che il Parco Geominerario del Sulcis, attende una risposta. La smetta di simulare interesse, per ingannare i sardi, com’è sua prassi, e sia operativo. Agisca e accetti democraticamente la collaborazione politica da questa Assemblea.
01/10/2012 Ottobre
Commenti