lo stato italiano in sardegna non smilitarizza i tre poligoni e non bonifica
Lo Stato italiano non intende smilitarizzare i tre poligoni in Sardegna. Il poligono di Quirra è al centro di strategie di affari internazionali, mediati dallo Stato che subappalta, dove chiunque può sperimentare ciò che vuole, basta un’autocertificazione.
Ignora e lascia irrisolto il problema delle bonifiche. In oltre 50 anni di esercitazioni è intuibile la concentrazione di proiettili che possono essersi conficcati nel sottoterra inquinando con la dissoluzione dell’ossido il terreno e le falde acquifere. Lo Stato nega e tace di fronte all’evidenza. Emblematica la foto del cartello militare, pubblicata da L’Unione Sarda oltre 10 anni fa indicante: “Attenzione – residui radioattivi”. All’indomani il cartello fu rimosso e con esso anche il problema. E’ necessario avviare le bonifiche secondo le linee guida dei protocolli americani. Per la decontaminazione del Poligono di Quirra, secondo gli studi statunitensi riferibili alle bonifiche in corso nel sito militare di Vieques in Portorico (1/3 di estensione rispetto a Quirra), non bastano 600 milioni di euro e 30 anni di inteso e delicato lavoro. Cifre ben superiori ai 75 milioni promessi dallo Stato e destinati a 13 poligoni italiani, compresi i tre sardi.
Volutamente si confonde l’intervento di rimozione in superficie di ordigni inesplosi con la bonifica reale, che prevede la rimozione della terra sino a due metri di profondità, per circa 14 mila ettari di territorio interessato dalle esercitazioni. In tali profondità possono essersi conficcati anche ordigni inesplosi. Le tecniche di bonifica certificate prevedono che le montagne di terra rimossa vadano lavate e l’acqua del lavaggio venga poi conservata in appositi cassoni metallici.
Claudia Zuncheddu
RASSEGNA STAMPA
Poligoni militari, Claudia Zuncheddu: “Lo stato italiano non intende smontarli e prende tempo” (SardiniaPost – 11/06/2014)
«Il poligono è sotto sequestro per il torio»
La realtà, secondo Claudia Zuncheddu, segretaria di Sardigna Libera, è che «lo Stato non intende smilitarizzare i tre poligoni in Sardegna e quello di Quirra «è al centro di strategie di affari internazionali». Si parla dello stesso Stato che «ignora e lascia irrisolto il problema delle bonifiche». In oltre 50 anni di esercitazioni «è intuibile» la concentrazione di proiettili nel sottosuolo con la dissoluzione inquinante dell’ossido: servono bonifiche (e cifre) più complesse di quelle ipotizzate. Ma a Roma «si nega l’evidenza».
L’Unione Sarda – 12/06/2014
Claudia Zuncheddu: «Lo Stato sta solo prendendo tempo»
«Lo Stato italiano non intende smilitarizzare i tre poligoni in Sardegna». Lo afferma l’ex consigliera regionale Claudia Zuncheddu (foto). «Si lascia irrisolto il problema delle bonifiche – aggiunge l’esponente ecologista, segretaria del movimento Sardegna Libera – In oltre 50 anni di esercitazioni è intuibile la concentrazione di proiettili che possono essersi conficcati nel sottoterra inquinando con la dissoluzione dell’ossido il terreno e le falde acquifere. Ma lo Stato nega e tace di fronte all’evidenza». Zuncheddu si è inoltre fatta promotrice di una petizione contro l’ipotesi che l’isola possa diventare la sede dove ospitare le scorie nucleari. «In sole 24 ore hanno firmato 1.600 cittadini – rivela – Tutti d’accordo nel contrastare la ferocia di un sistema di mercato perverso e di guerra che crea, anche così malattie, morte e distruzione». «Le nostre firme sono la forza di un’Idea di pianeta diverso, dove far vivere le future generazioni in pace, nel benessere e in armonia con l’ecosistema», conclude l’ambientalista.
La Nuova Sardegna – 12/06/2014
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