lingua blu: l’assessore alla sanità revochi subito il decreto terroristico, intimidatorio e di ricatto contro i pastori sardi
Con il recentissimo Decreto, l’assessore alla Sanità De Francisci, esclude dagli indennizzi i numerosi pastori che per limitare i danni dell’epidemia di LB, scelgono di non somministrare “vaccini controindicati” nei propri allevamenti.a
Contro l’epidemia di Lingua Blu in Sardegna, gli allevatori sono pronti a collaborare, ma gli assessori alla Sanità e Agricoltura impongono nei tempi sbagliati dei vaccini inefficaci, con la minaccia di esclusione dagli indennizzi i pastori che non hanno vaccinato i propri ovini.
Il vaccino è efficace? è innocuo? Quali sono i costi degli effetti collaterali sugli animali? Sono le domande che pongono i pastori e questi sono i requisiti che un vaccino deve avere secondo i manuali di medicina umana e veterinaria.
La profilassi imposta nel 2003, allora come oggi, sotto ricatto: “no vaccino no indennizzo”, ebbe conseguenze drammatiche, non tanto per la mortalità degli ovini quanto per il crollo della produttività dei capi sopravvissuti. Gli animali non ripresero i loro cicli produttivi. Gli effetti infausti sono ancora sotto gli occhi di tutti. Oggi la difficoltà di reperimento del formaggio e del latte e l’innalzamento dei loro costi (pecorino romano sfiora gli 8 € e il latte 1 €) è la conseguenza del crollo della produttività del settore ovino.
I pastori vogliono collaborare perché la sopravvivenza delle loro aziende e delle loro famiglie dipende dalla soluzione del problema, ma oggi le proposte delle Istituzioni non sono credibili. L’epidemia è avanzata, i vaccini a disposizione sono limitati e di dubbia efficacia. Non si hanno notizie sul sierotipo responsabile della LB. Muoiono ovini vaccinati come quelli non vaccinati. Abortiscono le pecore gravide. Ovini disorientati dalla febbre si perdono nelle campagne.
Manca uno studio specifico sulla situazione sarda. C’è disinformazione in tutti i settori, da quello sanitario a quello della politica. Assistiamo alla metamorfosi di medici in burocrati e di politici in veterinari. Le eccellenze dei nostri centri di ricerca e delle università, indispensabili per le nostre economie tradizionali, come Veterinaria di Sassari, vengono declassate in una prospettiva di smantellamento. Dei sieri prelevati dai nostri ovini affetti da LB, se ne occupano a Teramo, come se in Sardegna mancassero intelligenze e professionalità per studiare i sierotipi e allestire nei nostri laboratori i vaccini con ceppi locali.
Manca un Piano strategico per la tutela della salute animale, dalla LB alla peste suina africana, già sradicata ovunque tranne che nella nostra Isola.
Sono i pastori a chiedere contro la LB, una profilassi obbligatoria in Sardegna, ma i vaccini devono essere specifici, innocui ed efficaci, anche quando sono passivi, e devono essere somministrati anticipatamente per prevenire l’epidemia. Nel corso dell’epidemia è controindicata la profilassi. Il Decreto dell’assessore alla Sanità, all’indomani dell’approvazione della Legge sugli indennizzi, punta in modo irrazionale ad escludere numerosi allevatori che non hanno vaccinato i propri ovini. Il Decreto, non passato al vaglio del Consiglio, non può essere un’arma di ricatto nelle mani di assessori impreparati. Non si può creare terrorismo tra i pastori, in un momento in cui imperversa disorientamento e disinformazione fra gli stessi “addetti ai lavori” preposti a trovare soluzioni, politici compresi. Chiediamo tutti la revoca immediata del decreto.
Claudia Zuncheddu
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