Lettera di Carlo Sanna ai sardisti e ai Sardi
Segretario del Psd’Az del “vento sardista”
Ex consigliere e assessore regionale
Ex senatore al Parlamento Italiano
Il Partito Sardo d’Azione si presenta alle prossime elezioni regionali con un’altra scissione.
L’ennesima della sua storia e come le altre, dolorosa però necessaria: per non condividere la responsabilità, nei confronti del popolo sardo, di scelte servili, non dignitose e politicamente opposte alla storia e alla cultura del Psd’Az.
E’ successo più volte anche in passato e chi ha creduto alle proposte dei politicanti di turno ha sempre sbagliato.
Sebastiano Satta parlava di “assurda e anacronistica vocazione che ci vieta di inserirci nel processo della storia”. Accompagnata dalla personale, subdola astuzia di coloro che, attraverso l’ossequio e la svendita dei propri valori, ritengono di poter conquistare marginali e disprezzati compensi.
Alla luce di quanto sta accadendo, sono tristemente lontane e mortificate le parole di Emilio Lussu: “L’Italia deve sopprimere il regime interno dello sfruttamento e del privilegio, deve darsi una democrazia politica e sociale moderna, deve far sorgere a nuova vita il Mezzogiorno”.
Ma Lussu era educato a vivere congiuntamente etica e politica.Un rigore che, ai sardisti, è costato sofferenza, contrasti e divisioni come quella che si è consumata in questi giorni e come le altre dolorosa. Ad un vecchio sardista come me procura un’immensa sofferenza assistere alla separazione tra compagni e amici con i quali si sono combattute lunghe e difficili battaglie in nome del popolo sardo.
Tuttavia mi conforta vedere che un gruppo di sardisti ha deciso di rifiutare la svendita del Partito al peggior Centro Destra italiano, rappresentato da Silvio Berlusconi e che si presenta alle elezioni nel nome di Emilio Lussu, cavaliere senza paura e incorrotto dei Rossomori.
La lista “Rossomori” che schierata con il Centro Sinistra appoggerà il presidente Soru e le sue politiche di progresso e rinascita per la Sardegna e il popolo sardo.
“Rossomori” è un richiamo che significa il recupero dei grandi valori del sardismo storico: quello della dignità dei sardi, della difesa orgogliosa della propria identità, della rivendicazione dei propri diritti e della lotta a favore dei più deboli. Obiettivi questi che non si possono raggiungere mettendo in liquidazione la propria storia a vantaggio di poco dignitose alleanze volute da dirigenti non degni della generosa militanza di generazioni di sardisti.
Nonostante le azioni politiche positive intraprese in questi anni dal governo di centro sinistra capeggiato da Soru, la Sardegna continua a soffrire il dramma cronico della disoccupazione e della povertà.
Ad Armungia il paese di Emilio Lussu non nasce più nessuno. Tutto ciò significa che oggi come in passato esiste una “questione sarda” improrogabile che deve essere anche a livello italiano una priorità, che richiede perciò interventi immediati e straordinari, in grado di produrre ricchezza e progresso attraverso una politica basata sul rifiuto del centralismo, sulla valorizzazione della persona e dell’individuo, sul solidarismo sociale, sull’identità, sul riconoscimento di una reale Autonomia e Sovranità, e su un Federalismo che non privilegi le regioni più ricche, contro la speculazione e devastazione dell’ambiente e per il rispetto dei bisogni primari del nostro popolo: l’accesso alla cultura e all’istruzione, il lavoro, la sanità. Tutti obiettivi che non possono prescindere l’uno dall’altro e tutti prioritari.
In caso contrario la Sardegna sarà condannata a restare, come diceva Lussu, una “nazione mancata”. Per tutte queste ragioni io mi rivolgo a tutti i sardisti, e ai sardi di buona volontà, affinché vogliano sostenere lo sforzo e l’impegno di quei valorosi sardisti che non sono disposti ad abbandonare la trincea. Sardisti decisi a battersi orgogliosamente contro i saccheggiatori, gli speculatori, gli affaristi e i mercanti nel segno di Emilio Lussu, di Camillo Bellieni, di Attilio Deffenu, di Pietro Mastino, di Luigi Oggiano, di Dino Giacobbe, dei fratelli Melis e di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita inseguendo il sogno di una Sardegna più giusta e più dignitosa.
Per queste ragioni, vi invito a sostenere Soru come Presidente della Sardegna e la lista dei “Sardisti Rossomori”.
Carlo Sanna
Cagliari, 10/01/2009
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