Legge 162/98 – Tagliati i fondi per 30 mila disabili in Sardegna
La Giunta della Regione Autonoma della Sardegna, a colpi di delibere veloci quanto efficaci, penalizza i nostri disabili. Per la Giunta di centro sinistra e dintorni, la priorità non è di certo il disagio sociale e ancor meno i bisogni e i diritti di decine di migliaia di disabili. Questi “geni della politica” disattendono gli impegni assunti anche nei loro programmi, deludono chi li ha sostenuti e dimostrano di non avere nessuna logica di buon senso nella gestione del Bene Comune. Così facendo alimentano il malessere sociale e la sofferenza dei cittadini più fragili e più bisognosi di assistenza, compresa quella sanitaria. Con la delibera 33/11 del 30 giugno 2015 la Giunta Pigliaru condanna cinicamente i sardi disabili a ulteriori sofferenze e difficoltà… dove si vuole arrivare?
Claudia Zuncheddu
Pubblichiamo e divulghiamo il comunicato dell’Associazione SensibilMente onlus
La legge 162/98 e le buone prassi sulla disabilità in Sardegna. La legge 162 del 1998 è una legge nazionale ad applicazione regionale, che in Sardegna ha visto la sua applicazione più innovativa e adeguata ai bisogni delle persone con grave disabilità. I piani personalizzati 162 consentono di superare la vecchia visione del disabile come soggetto da istituzionalizzare e aprono la strada all’inclusione in famiglia, a scuola e nella società più in generale. Il piano personalizzato cosi finanziato, consente interventi socio-assistenziali ed educativi da svolgere al domicilio del disabile anziché in istituto, permettendo, tra l’altro, un importante sgravio ai conti pubblici che beneficiano della domiciliarietà dei servizi, certamente meno costosa delle istituzionalizzazioni. La 162, cosi come la conosciamo in Sardegna, è il fiore all’occhiello della sanità regionale e delle politiche sociali sull’handicap, cosi all’avanguardia da essere portata come modello.
Il modello Sardegna dovrebbe essere baluardo e bandiera di tutta la politica, regionale e nazionale, e dovrebbe essere esteso a tutte le altre regioni. In realtà nel resto d’Italia, nascono sempre più spesso comitati e movimenti che vorrebbero l’applicazione della 162 con gestione indiretta (cioè con la possibilità di scegliere gli operatori da parte del disabile o della famiglia) cosi come è in Sardegna, invece nel resto della penisola, i soldi stanziati sono pochissimi e non è permesso scegliere; un’ora alla settimana di un operatore mandato dal comune deve bastare alle famiglie, l’alternativa è l’istituto.
Riguardo all’autismo, il finanziamento 162 permette di implementare l’intervento terapeutico dei bambini, rispetto alla scarsa copertura offerta dal SSN. La 162 è quindi un sistema che consente di ottimizzare gli interventi lasciando il disabile in seno alla famiglia e quindi, nella società, cosi come dovrebbe essere applicato il vero principio di inclusione sociale. Una “buona prassi”, di quelle che consentono miglioramenti nella qualità della vita delle persone in difficoltà e consentono, al medesimo tempo, una riduzione dei costi sui conti pubblici. Dal 2004 ad oggi le coperture per la 162, provenienti dal fondo per la non autosufficienza, sono aumentate costantemente e per il 2015 sono di 104 milioni di euro.
Già da diversi mesi avevamo sentore che il fondo sarebbe stato tagliato, a febbraio siamo riusciti a scongiurare un taglio cospicuo in bilancio e dopo mesi di attesa, con la delibera 33/11 del 30 giugno 2015 i tagli si sono concretizzati. I piani con punteggio inferiore ai 70 punti, una platea di circa 30 mila soggetti disabili, subiscono tagli che vanno dai 250 ai 150 euro annui. Taglio irrisorio per taluni, mortificante per noi. Mortificante perché non salva le sorti della sanità regionale ma è un chiaro segnale. Un segnale allarmante, ci stanno dicendo “questo sistema non vale poi così tanto” considerando forse che l’istituto sia più valida alternativa e ci chiediamo per chi, visto che la collettività avrebbe costi triplicati. Le famiglie sono sul piede di guerra, NON si può tornare indietro e non si tornerà indietro. Attendiamo ancora gli sviluppi in consiglio regionale e portiamo avanti, come Comitato delle famiglie per l’applicazione della 162 e insieme all’Abc Sardegna, le nostre azioni diplomatiche con i consiglieri regionali di ogni parte politica, che in diverse occasioni hanno criticato il taglio.
Il 24 luglio si svolgerà a Sassari un incontro tra il direttivo del Comitato e dell’Abc Sardegna con le associazioni del nord Sardegna, al fine di aggiornare e discutere un’azione comune ed incisiva per chiedere ed esigere il necessario cambio di direzione da parte della Giunta regionale. Ne va del futuro dei nostri figli, ne va dell’applicazione di una “buona prassi” che NON deve diventare storia che fu.
Dott.ssa Veronica Asara – Presidente sensibilMente onlus.
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