Le trasparenze che servirebbero
Articolo di Claudia Zuncheddu pubblicato sull’Unione Sarda del 17-04-19
Non stupisce che quel prêt à porter di trasparenze “per andare al mercato come in chiesa”, così come la neoeletta consigliera del M5S Desiré Manca sostiene per il suo chiacchierato abbigliamento, abbia fatto sussultare il Consiglio Regionale poco avvezzo, al di là dei look, a vedere donne su quei banchi.
Un mondo maschile, che con l’alibi di agevolare la candidatura delle donne, ha persino fatto della doppia preferenza di genere il proprio harem per raccattare più voti per se stessi. Questa è la più clamorosa operazione sessista certificata dai numeri: 8 donne elette su 60 consiglieri nel Consiglio della massima assemblea dei sardi.
Dev’essere colpa della noia e dell’improduttività della politica la sovraesposizione delle “nudità” della consigliera, come se fosse questo il prodotto delle attività del nostro Consiglio deputato a legiferare. Un “prodotto sardo” esportato nelle redazioni di tutta la stampa italiana che sull’onda del vuoto politico ha un tema grottesco di cui far parlare.
Un tema di distrazione di massa di fronte al disagio sociale ed economico a cui non si dà risposta.
Non sono queste le trasparenze che oggi i sardi sollecitano. Dalla consigliera pentastellata attendiamo trasparenza sulle azioni politiche del suo movimento.
Mentre gli ospedali pubblici sardi muoiono, assistiamo ad un nuovo assalto alla diligenza della nostra Sanità pubblica. È l’operazione dietro cui si cela il caso Carpani: lo specialista in spending review del governo Monti, poi del Governo Renzi e successivamente promosso Capo di Gabinetto dalla Ministra Grillo. Un patto di continuità tra forze politiche che si alternano al governo della privatizzazione del sistema sanitario pubblico.
Carpani, esperto in tagli alla Sanità merita trasparenza, merita la trasparenza il suo ruolo di membro del Consiglio di amministrazione del Mater Olbia sino al suo insediamento nel Ministero della Salute ed il coincidere della sollecitazione da Roma alla Sardegna di maggiori finanziamenti nelle tasche del Qatar.
La trasparenza è un diritto di tutti anche in materia di inquinamento elettromagnetico. Il Ministero per lo sviluppo economico del governo M5S/Lega, ha designato Cagliari tra le sei città per la sperimentazione della tecnologia di nuova generazione: 5G, quella per la quale numerose città in tutto il mondo si ribellano e migliaia di scienziati chiedono di proibire all’industria-telecomunicazioni wireless l’ulteriore espansione delle radiazioni RF a livello terrestre e spaziale. La pericolosa sperimentazione sarà testata sul nostro ambiente e sulla cittadinanza cagliaritana. A nulla è valso l’appello anche di Isde-Medici per l’Ambiente a Di Maio, secondo il quale il governo “metterebbe in campo una strategia per affrontare i rischi legati allo sviluppo delle reti 5G”. Ma non basta dire che “i rischi non vengono sottovalutati”. Che si fa per schermare la vita di una città dalle pericolose radiazioni? Più trasparenze sul perché il M5S abbia violato il principio di precauzione, di prevenzione e il diritto dei cagliaritani all’informazione, partecipazione e condivisione, secondo la normativa europea, di una scelta a forte impatto ambientale.
I primi veli da togliere in nome delle trasparenze sono quelli che coprono le coscienze di chi, nel dire tutto ed il contrario di tutto, ignora il valore della salute e della vita. La seduzione di altre trasparenze merita il suo posto nella sfera intima della fantasia e della creatività individuale.
CLAUDIA ZUNCHEDDU
Unione Sarda 17-4-2019
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