L’America di Trump stanotte si è suicidata in Siria.
Il dominio della superpotenza tramonta miseramente in Medio Oriente. Forse Trump con l’alibi di colpire la Siria, ha giocato in modo maldestro a svuotare i propri arsenali ormai obsoleti. Il 70% dei missili sono stati intercettati nei cieli siriani e disintegrati dalle forze governative della Repubblica araba della Siria senza che neppure toccassero terra. Il restante 30% dei 103 missili di vecchia generazione, ha colpito obiettivi inutili, pare un laboratorio chimico già distrutto da altri bombardamenti ed una scuola vuota.
Eppure non mancavano bersagli d’interesse strategico, dalle residenze politico-istituzionali, alle postazioni iraniane, a Hezbollah, ai depositi di armi e soprattutto alle stimolanti postazioni russe.
Putin, che guadagna terreno su tutti i fronti a livello internazionale, non si scompone di fronte alla farsa americana ispirata da un’altra farsa, quella dell’uso dei gas tossici da parte delle forze governative contro i civili. Il casus belli dell’aggressione americana alla Siria ricorda tanto la menzogna dietro l’aggressione militare di George Bush, nel 2003, all’Iraq di Saddam Hussein accusato di detenere armi chimiche.
Per la Commissione d’inchiesta, nel 2016, quella guerra preventiva in Iraq era basata su prove false e rivela le responsabilità dell’ex Primo ministro Tony Blair per il sostegno militare del Regno Unito all’America di Bush.
I cicli della storia si ripetono e l’alibi delle armi chimiche ispirano l’aggressione-farsa dell’America di Trump alla Siria nella notte del 13 aprile, ma i gas tossici, a detta dell’Intelligence trumpiana “rigorosamente russi”, avrebbero di recente attentato anche alla vita di un ex agente del Kgb, Sergej Skripal e di sua figlia nel Sud dell’Inghilterra.
E’ chiaro che la guerra in Syria non ha alcuna connotazione regionale, ma è terreno di un nuovo scontro tra l’America e la Russia. L’America è indebolita e disorientata non solo per la palese sconfitta in Siria, ma per la sua inadeguatezza di fronte ai nuovi scenari mondiali, per il clima fortemente concorrenziale attorno alla questione energetica (gas).
Gli stessi grandi alleati europei dell’America di Trump, non se la passano bene. Macron, sommerso dai conflitti interni alla Francia preferisce parlare di guerra e Teresa May, contro la quale la Russia punta il dito per aver esercitato forti pressioni per accelerare l’aggressione USA alla Siria, anche a costo del bluff sulla guerra chimica, sposta l’attenzione dai nodi che le restano da sciogliere con l’Europa.
L’Italia tra schizofrenia e sudditanza mentre dichiara che “non prenderà parte al conflitto in Siria”, garantisce il supporto ai suoi alleati. Con Basi e poligoni militari al servizio degli americani, l’Italia entra in guerra dalla porta principale.
La Sardegna è al centro delle strategie delle guerre ed un grande bersaglio militare nel contesto mediterraneo.
Per garantire la Sicurezza ai sardi e non solo, l’Italia deve uscire dalla Nato dissociandosi da ogni altrui velleità bellica.
Claudia Zuncheddu – Sardigna Libera
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