L’aggressione della Saras in Sardegna non si ferma a Sarroch
Consiglio Regionale della Sardegna
XIV Legislatura
Interrogazione Zuncheddu con richiesta di risposta scritta sul progetto Igia della Sargas (società a diretto controllo del gruppo Saras) su trivellazioni per ricerca di idrocarburi nel territorio del Medio Campidano
Premesso che:
– Come già denunciato nella mozione n. 164 del 7 Febbraio 2012 e di cui la sottoscritta è prima firmataria, il rilascio in tutta Italia di decine di concessioni per la ricerca di idrocarburi sia in mare che in terraferma, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, ha fatto della Sardegna un territorio assai ambito per l’avviamento di attività di ricerca di giacimenti di gas naturali e idrocarburi;
– Tra le numerose istanze presentate al Ministero dello Sviluppo Economico, i due permessi a mare richiesti da Saras SpA per ora risultano essere stati respinti, mentre per quanto riguarda il Progetto Eleonora, nel comune di Arborea, sono previste perforazioni esplorative che potrebbero raggiungere i 3000 metri di profondità, fra l’altro in una zona che come già denunciato anche da esperti del settore e Associazioni Ambientaliste, è prossima ad aree tutelate dalla Convenzione internazionale di Ramsar (2 febbraio 1971) sulle zone umide d’importanza internazionale (decreto del Presidente della Repubblica n. 448 del 1976), dal vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche e integrazioni), da vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23 del 1993), dal piano paesaggistico regionale (decreto del Presidente della Regione n. 82 del 7 settembre 2006), destinato a riserva naturale regionale (legge regionale n. 31 del 1989, allegato A), sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale (direttiva n. 92/43/CEE);
– In merito al Progetto Eleonora, per la ricerca di idrocarburi ad Arborea, emergono criticità sulle Autorizzazioni e le necessarie procedure di verifica preventiva, visto che a tutt’oggi non risulta siano state impartite le necessarie disposizioni alle strutture tecnico-amministrative del competente Assessorato Regionale alla Difesa dell’Ambiente, al fine di garantire il massimo approfondimento delle analisi preventive finalizzate alle Valutazioni di Impatto Ambientale;
– Nonostante i forti dubbi e le incertezze su “trivellazioni” ed “attività esplorative”, le richieste di attività affini continuano ad arrivare in Sardegna da oltre Tirreno, consolidando non solo l’atteggiamento coloniale nei confronti del territorio e del Popolo sardo, già pesantemente gravati dall’inquinamento ambientale, sia industriale che militare, ma anche un modello di sviluppo che antepone il profitto al rispetto della salute e dei diritti delle popolazioni e dei territori;
– Oltre al Progetto Eleonora nel Comune di Arbus, infatti, se ne conta un altro, denominato “Igia”, sempre della Sargas (società a diretto controllo della Saras) che prevede attività di ricerca di idrocarburi in un’area di circa 187 kmq nel Medio Campidano;
– Oggi le attività di ricerca della Saras interesserebbero 36 comuni sardi: Assemini, Decimomannu e Decimoputzu, Cagliari e Capoterra, Elmas e Monastir, Nuraminis e San Sperate, Sestu e Uta, Villasor, Villaspeciosa, Oristano, Cabras, Riola Sardo, Nuraghi e Baratili, San Pietro, Zeddiani, Tramata, Siamaggiore, Solarussa e Arborea, Palmas Arborea e Santa Giusta, Marrubiu, Terralba, San Nicolò Arcidano, Uras, Guspini, Mogori, San Gavino, Villacidro, Samassi, Sanluri, Serramanna, Serrenti);
– Contro la realizzazione di questo ennesimo progetto si è scatenata una forte presa di posizione da parte delle cittadinanze dei comuni interessati, fra cui l’amministrazione comunale di Sanluri, il cui sindaco ha infatti dichiarato pubblicamente e a mezzo stampa, la propria opposizione a tale progetto, confermando che la prima richiesta di attività esplorative risale a ben quattro anni fa;
– dietro progetti come questi si nascondono promesse di modernizzazione e di ricchezza sia per i Comuni, che dovrebbero incassare ingenti indennizzi per lo sfruttamento dei loro territori, sia per le casse regionali: in verità, come già accaduto in passato, tali promesse non hanno avuto riscontro nella realtà;
Constatato che
– in Italia si registra un omologo caso in Basilicata, dove infatti continua a destare forti preoccupazioni ambientali l’impianto realizzato lungo i confini della principale area protetta della regione, in cui sono stati installati ben 39 pozzi, da cui vengono pompati circa 90mila barili di greggio al giorno: si apprende che le stesse amministrazioni comunali dei territori interessati abbiano più volte denunciato le proprie perplessità soprattutto per il mancato monitoraggio ambientale;
– in merito alla questione indennizzi, il caso della Basilicata è emblematico: risulta che ad oggi venga corrisposto un misero indennizzo annuo di 100 euro e 70 centesimi di benzina o gasolio ad abitante e solo ed esclusivamente ai cittadini che sono in possesso della patente di guida;
– la sfrenata ricerca di giacimenti petroliferi in Sardegna, per compensare il progressivo esaurimento di tale risorsa fossile, espone l’Isola a ulteriori disastri ecologici con compromissione della salute dell’ambiente e delle popolazioni: si pensi a ciò che è accaduto recentemente nel Golfo del Messico;
Tutto ciò premesso,
si interroga l’Assessore alla Difesa dell’Ambiente e tutti gli Assessorati ognuno per propria competenza per sapere
1)a che punto di attuazione sia il progetto IGIA, soprattutto per ciò che concerne le Autorizzazioni e le necessarie procedure di verifica preventiva;
2)se abbiano considerato il fatto che i territori in cui le ricerche dovrebbe essere condotte sono prevalentemente ad uso agricolo e assai fertili, per cui questa economia fiorente potrebbe essere irreparabilmente compromessa dall’installazione di questi impianti;
3)quali siano i rischi a cui il territorio e l’ambiente circostante vengono esposti sia nella fase di realizzazione che nella fase di attività degli impianti;
4)quali siano le ripercussioni sulla salute ambientale e dei cittadini;
5)se a fronte della realizzazione di tale progetto siano previsti degli indennizzi per i comuni interessati e in quale misura;
6)quale sia il perimetro esatto dell’area interessata dal progetto;
7)se vi siano studi preventivi attestanti l’ipotetica presenza di gas e idrocarburi vari nelle aree interessate;
8)se i cittadini e le amministrazioni comunali interessate siano state informate adeguatamente e nei tempi previsti dalla Legge o se sia previsto un piano di informazione mirato sugli imponenti lavori che dovranno essere svolti per la realizzazione dei vari impianti; l’entità delle attività una volta realizzati gli impianti; i rischi cui potrebbero incorrere etc);
9)se in merito al Progetto Eleonora, ci siano stati sviluppila procedura di VIA e se siano state avviate tutte le necessarie disposizioni agli Uffici competenti del proprio Assessorato perché sia garantito il massimo approfondimento delle analisi preventive finalizzate alle Valutazioni di Impatto Ambientale.
Cagliari, 05/12/2012
Claudia Zuncheddu
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