La violenza sulle donne. Una questione di Potere
Non basta lo sdegno collettivo di fronte al dramma della violenza di genere per cambiare le regole in una società basata sul domino dell’uomo sulla donna.
Il fenomeno del femminicidio non è un problema della sfera affettiva ma come tutte le discriminazioni di genere trova le sue radici nella sfera del potere a tutti i livelli. I processi incalzanti di emancipazione femminile nei contesti culturali, artistici, delle professioni e dell’imprenditoria, non possono prescindere da una attenta analisi sulla gestione del potere. L’interruzione della dipendenza economica implica per la donna l’acquisizione di spazi di autogestione e di libertà sempre più ampi.
E’ sul potere che nasce e si inasprisce il nuovo conflitto di genere. Un conflitto difficile da mediare e che spesso si risolve in modo cruento in un sistema sociale totalmente privo di sicurezza.Il dominio ed il controllo sulla donna è una condizione culturale radicata anche tra gli strati sociali più diseredati, anch’essi vittime del potere.
La rassegnazione maschile alla perdita di dominio nelle relazioni di coppia ed in contesti sociali più ampi non è mai facile. Per la propria autonomia e indipendenza la donna ha spesso un pesante tributo da pagare. E’ il costo per le sue conquiste ma anche per la fragilità del genere maschile sempre meno adeguato ai ritmi incalzanti dell’emancipazione femminile. Per una concezione distorta del potere le nuove condizioni di libertà della donna vengono recepite, spesso in modo subdolo, come anomalie nelle relazioni di coppia, nei posti di lavoro e ancor più nella roccaforte della Politica.
Sulle discriminazioni di genere il potere politico ha enormi responsabilità. E’ sui banchi delle istituzioni che si legittimano disuguaglianze, esclusioni, discriminazioni. Alle donne numericamente dominanti nella società sarda, si riserva lo stesso disprezzo per le minoranze culturali e politiche che fanno parte della nostra storia.
Quattro donne su 60 consiglieri nella massima Assemblea dei sardi è il segno tangibile che la gestione anomala del potere non solo genera crisi economiche e sociali, ma disgrega le relazioni interpersonali, alimenta in tempi di emancipazione il nuovo conflitto di genere a cui si ricollegano nuove violenze.
Violenza è pure l’omologazione imposta dalle segreterie dei partitialle poche rappresentanze femminili nelle istituzioni. Nessuna rivoluzione del sistema sarà possibile senza una reale politica di genere
Claudia Zuncheddu
Unione Sarda 14-02-2017: Non basta lo sdegno collettivo «Una questione di potere». Articolo di Claudia Zuncheddu
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