La Sardegna non può continuarepagare la crisi italiana
Comunicato stampa
La Manovra Finanziaria, varata ieri da Berlusconi-Tremonti, messi sotto tutela dalla Banca Centrale Europea, ha per certo che a pagare la crisi economica saranno i ceti più poveri. I tagli previsti per Regioni, Comuni e Province decreteranno inesorabilmente la riduzione dei servizi pubblici e la negazione di qualsiasi solidarietà sociale per i più deboli (portatori di handicap, disoccupati etc.) con una ulteriore imposizione fiscale sui cittadini, da parte degli Enti intermedi.
La Sardegna, già in ginocchio per una crisi industriale e delle economie agro-pastorali, senza precedenti, rischia una catastrofe economica e sociale, con “lacrime e sangue”.
Da sempre denunciamo gli insostenibili costi della politica e ho presentato in Consiglio Regionale una proposta di legge per l’abbattimento dei costi, nell’ordine del 50% e per la razionalizzazione dei costi di tutta la macchina amministrativa regionale.
Non ci spaventa il ventilato taglio delle provincie. E’ ora che la comunità sarda e i partiti politici discutano concretamente sull’opportunità dell’abrogazione delle province (inutile retaggio napoleonico) per dare più potere ai Comuni con il decentramento dei poteri dalla Regione alle comunità, senza inutili intermediazioni.
Questo consentirebbe il controllo delle comunità sulla gestione delle risorse e la soluzione delle criticità dei territori.
Invece spaventa la demagogia con cui Berlusconi e non solo lui, affrontano il problema dei costi della politica, proponendo come principale soluzione la riduzione numerica dei consiglieri regionali e non solo.
Si vuole confondere volutamente la necessità dei “tagli ai privilegi della politica” con i “tagli alla democrazia”, cercando con ciò di eliminare istituzionalmente il diritto di rappresentanza alle formazioni politiche minori, spesso le più critiche e portatrici dei temi sociali, economici e culturali dei territori.
Lo Statuto di Autonomia, sbandierato in questi giorni come “antidoto” ai provvedimenti di Berlusconi, ignorando le ripetute violazioni, non può essere lo scudo per proteggere situazioni di privilegi e inefficienza nelle amministrazioni sarde.
La gravità della crisi impone a tutte le formazioni politiche e in particolar modo a quelle identitarie e indipendentiste, una riflessione profonda e urgente su come difendere le nostre economie, il diritto alla sopravvivenza e la sua stessa rappresentanza all’interno delle istituzioni regionali e italiane.
Claudia Zuncheddu
Consigliera regionale Indipendetistas
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