La “Legge farsa di Flotta Sarda” della Giunta Cappellacci tradisce l’idea di “Flotta Sarda Pubblica e Permanente al servizio dei sardi”
Il perché sono favorevole a una Flotta Sarda, come servizio pubblico e operante tutto l’anno, e contraria a questa proposta di “legge farsa di flotta sarda” proposta dalla Giunta Cappellacci.
Personalmente sostengo da sempre l’idea di una Flotta Sarda che privilegi le esigenze reali di mobilità dei sardi da e per la Sardegna, a partire dai diritti delle isole minori, che non possono essere mortificate da tariffe inique e dalla riduzione quantitativa delle corse per garantire il massimo profitto alle compagnie private. Sono per una Flotta Sarda a capitale pubblico-privato e con un vasto azionariato popolare che veda il nostro Popolo partecipe e padrone di questo strumento di sviluppo economico e sociale, che si contrapponga per tutto l’anno ai “baroni monopolistici del mare”. Abbiamo necessità di una Flotta Sarda che garantisca realmente la mobilità di uomini e merci verso tutte le sponde del Mediterraneo. Una Flotta Sarda permanente, che non sia subalterna e che non funzioni a intermittenza (come dice la legge proposta) e cioè soltanto qualora venisse a mancare l’interesse degli armatori della concorrenza europea. Un “interesse” da interpretare come ”profitto” che mal si addice a un servizio pubblico di primaria necessità, come quello del diritto inalienabile alla libera mobilità, e che di certo non aiuta a superare l’isolamento.
Questa legge che qualcuno ha definito una “provocazione” e che io considero “affrettata”, mi preoccupa perché può alimentare un ennesimo “carrozzone regionale” inutile, dispendioso e un’ulteriore condanna al nostro isolamento.
Sicuramente l’istituzione di Zone Franche in Sardegna, risolverebbe i limiti della nostra mobilità, naturalmente e restituendo alla nostra insularità il senso di peculiarità e di ricchezza.
Le norme già esistenti, sull’istituzione delle Zone Franche (vedi precedente Codice Doganale ai sensi dell’Art 167 del regolamento CE n. 2913/92 (Consiglio) e del regolamento CE n. 2454/93 (Commissione), che prevede: “i Paesi aderenti alla Comunità Europea che versino in disagio economico causato dallo spopolamento, possano destinare alcune parti di territorio doganale della Comunità a Zone Franche o a Punti Franchi” e che “debba esistere una discrimine positiva a favore delle regioni ultraperiferiche a scarsa densità demografica, (discrimine positiva) atta a compensare i sovracosti di trasporto e pertanto destinataria di specifici aiuto allo sviluppo economico reso indispensabile per la coesione sociale” (Art. 299 paragrafo 1 del trattato che ha istituito la Commissione Europea).
Oltre questo importate punto di riflessione sulle Zone Franche, il problema della mobilità turistica per la Sardegna, posta spesso come priorità da parte di diversi consiglieri regionali, ritengo che si risolva automaticamente con la soluzione della mobilità dei sardi.
Questa proposta di legge purtroppo non risponde alle nostre reali esigenze di mobilità e alla necessità che la RAS si riappropri delle rotte finanziate dallo Stato italiano. Da qui il mio voto contrario.
La Legge N. 346/A è stata approvata con
Votanti 58: 40 SI 18 NO (PD – SEL – Sardigna Libera) 8 Astenuti
Claudia Zuncheddu
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