La Maddalena: rifiuiti fantasma
Da La Nuova Sardegna del 16/01/2011 La Maddalena: rifiuti fantasmaDalle carte fornite ai Rossomori ancora non si capisce interamente la destinazione delle scorieAccesso agli atti dello smaltimento, la Protezione civile non risponde di Pier Giorgio Pinna SASSARI. «Restano buchi informativi nella rete per lo smaltimento dei rifiuti alla Maddalena: per ora si continua a non sapere neppure se siano finiti in discariche della Nurra o altrove». La consigliere regionale dei Rossomori Claudia Zuncheddu ha appena ricevuto una serie di documenti sulle bonifiche 2008 in vista del summit tra i Grandi (poi trasferito). Molti cd, fascicoli e incartamenti devono essere esaminati a fondo da tecnici e specialisti, altri sono già stati presi in visione. Per il momento tuttavia il mistero legato agli aspetti più oscuri dello scandalo Formato G8 non viene chiarito: la Protezione civile non ha dato comunicazioni di alcun tipo. «Sulla mia richiesta di accesso agli atti fino a oggi solo alcuni enti hanno risposto, e non tutti nei trenta giorni previsti dalla legge in materia di “informazioni a carattere ambientale”», dichiara l’esponente dell’opposizione in Consiglio. La quale, come medico e politico sensibile ai temi della difesa del territorio, nei mesi scorsi aveva fatto un sopralluogo a Canaglia e a Scala Erre con Paola Correddu, Giancarlo Pinna e Ivan Cermelli.
«Sì, è vero – conferma adesso Claudia Zuncheddu – Tra i “latitanti” c’è proprio il settore a suo tempo guidato da Bertolaso, il dipartimento che avevamo interpellato a titolo principale, visto il suo ruolo nei grandi eventi per la presidenza italiana del G8 e per il 150º dell’Unità d’Italia». Interventi, ricorda l’esponente dei Rossomori, a suo tempo definiti dal governo «indifferibili, urgenti e di pubblica utilità». Compresi trasporto e smaltimento dei rifiuti (speciali e pericolosi) provenienti dall’area dell’arcipelago più inquinata nel tempo dagli insediamenti militari. Un lavoro andato avanti per mesi, finora costato non meno di 31 milioni e mai completato (le integrazioni dovevano essere finite nel 2010 e invece non sono mai partite).Il ministero dell’Ambiente ha invece risposto, si è saputo ancora nelle ultime ore, sostenendo «di non possedere dati attinenti alla fase esecutiva, demandata alla gestione esclusiva della Protezione civile in qualità di soggetto attuatore e appaltante». «L’European Environment Agency mi ha infine consigliato di contattare la direzione generale dell’Ambiente alla Comunità europea, responsabile delle questioni sulla legislatura in quest’ambito – spiega Zuncheddu – Mentre grande disponibilità è stata manifestata dalla Provincia di Olbia-Tempio, che ha fornito una ricca documentazione in suo possesso sulle operazioni».In attesa dell’esame complessivo dei fascicoli già inviati e nella speranza che arrivino quelli della Protezione civile, sia pure in ritardo, la situazione si rivela così decisamente interlocutoria. Oltre che – sembra di comprendere – contrassegnata dal consueto rimpallo di responsabilità da un ente all’altro. Finora il governo ha risposto in parlamento a una serie d’interogazioni. Ma l’inchiesta giudiziaria sulla Cricca della Ferratella ha dimostrato come la gran parte delle notizie fornite dai dirigenti sul campo all’esecutivo fosse parziale e contraddittoria. Altre incongruenze sullo smaltimento dei rifiuti erano state messe in rilievo dagli stessi Rossomori, da ambientalisti, da parlamentari del Pd e dall’ex assessore provinciale gallurese Pierfranco Zanchetta.
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