L’assemblea sull’Ecocentro a Sant’Elia: una corrida
La raccolta differenziata a Cagliari a completamento dei servizi porta-porta, ancora solo sulla carta, implica l’individuazione di aree pubbliche idonee per l’impianto di Ecocentri. Queste non possono prescindere dall’approvazione delle varianti urbanistiche, dalla conclusione dei procedimenti di verifica di interesse archeologico, di impatto paesaggistico e ambientale, dall’informazione e dalla condivisione, secondo la normativa europea, della cittadinanza soprattutto se il sito individuato è all’interno di quartieri popolati e popolari come quello di Sant’Elia.
L’incontro di ieri 21 maggio al Lazzaretto di Sant’Elia con assessori, rappresentanti e tecnici dell’amministrazione comunale che intendevano presentare il progetto dell’Ecocentro da installare nel quartiere, è stato preoccupante per la superficialità della presentazione del progetto stesso e per le risposte evasive e nebulose date alla cittadinanza presente. Il progetto intende conferire i rifiuti da tutta la città in un’area del quartiere oltre che in altri due siti..
L’area di 4900 metri quadri di verde pubblico all’ingresso del quartiere, su cui si affaccia un istituto per anziani e la scuola elementare delle Mercedarie, dotata anche di orti urbani curati dai bambini, dovrebbe essere sacrificata all’Ecocentro. L’area, inoltre, costeggia il crocevia dei più importanti percorsi naturalistici di Cagliari, dal parco di Molentargius, alle Saline, al Poetto, a Calamosca, al Colle Sant’Elia, nonché uno dei punti di massimo traffico nell’ingresso del quartiere.
In questa riunione, da parte delle autorità comunali, nessun cenno è stato fatto al Piano della Mobilità, tenendo conto che il progetto sicuramente prevede un incremento del traffico di mezzi normali e di mezzi pesanti diretti all’Ecocentro all’interno dello stesso quartiere. Ciò influirà sulle criticità dell’inquinamento dell’aria e anche acustico amplificandolo. Lo studio di un Piano sostenibile sull’inquinamento acustico è uno dei criteri di esclusione previsti per questi impianti in siti popolati. Le linee guida Regionali prevedono che negli Ecocentri di tipologia B, come quello destinato a Sant’Elia, possono essere conferiti anche rifiuti pericolosi come solventi, acidi, sostanze alcaline, prodotti fotochimici, pesticidi, olii, grassi, tubi fluorescenti e altri rifiuti contenenti mercurio, filtri olio, vernici, farmaci etc. etc.
Da ciò deduciamo che questo quartiere sarà destinato ad un deposito di sostanze sicuramente pericolose e dannose per la salute pubblica e per tutte quelle forme di “disastri ecologici” tipici di questi siti. Le aree di Ecocentro, di cui non possiamo fare a meno se vogliamo costruire una reale catena della raccolta differenziata, vanno ubicate in zone particolari e sicure che certamente non sono individuabili all’interno di centri abitati e ancor meno in quartieri con una densità abitativa importante come è il quartiere di Sant’Elia.
Le numerose domande poste dall’assemblea, in cui erano presenti anche medici ISDE (Medici per l’Ambiente), hanno colto impreparati l’assessore comunale di riferimento e gli stessi tecnici comunali preposti alla gestione del progetto, come se ciò non fosse loro competenza e responsabilità. Ancora una volta c’è da chiedersi quali siano i criteri adottati dal sistema politico per dare risposte a noi cittadini e per promuove all’interno della pubblica amministrazione una classe di tecnici preparati e idonei a far fronte a questi grandi temi ambientali… immaginiamoci i criteri per selezionare i tecnici delle emergenze!
Nel corso dell’assemblea si è evidenziata sia la mancata conoscenza da parte degli assessori competenti che rasenta la superficialità, ma, ancor più grave prenderne atto, anche i tecnici sicuramente hanno dimostrato di essere impreparati e a rischio di incompetenza. Com’è possibile amministrare il bene pubblico, chiunque sia chiamato a farlo, con il criterio della superficialità e dell’incompetenza?
Così si costruiscono le tragedie ambientali, si promuovono stuoli di incompetenti e di yes man, il tutto sulla pelle dei cittadini e con il denaro dei contribuenti. Sembra proprio che in questa Amministrazione pubblica il criterio di assunzione di responsabilità e di competenza non sia contemplato, come se i cittadini fossero eterni bambini a cui raccontare le favole… e sicuramente non la favola del re nudo.
I piani per l’individuazione dei siti per gli Ecocentri, sempre più necessari in virtù del miglioramento del trattamento e riciclo dei rifiuti, richiedono strategie politiche che facciano gli interessi della cittadinanza, che salvaguardino le peculiarità dei quartieri, ma anche “illuminata strategia politica”, visto il coinvolgimento della salute dell’ambiente e dei cittadini. Fondamentale è anche il ruolo dei tecnici comunali ai quali si richiede competenza e non improvvisazione nelle assemblee pubbliche, dimostrando palesemente il contrario di quello che dovrebbero essere e per cui sono pagati e chiamati ad assunzione di responsabilità.
Claudia Zuncheddu
Commenti