Interrogazione urgente al Comune di Cagliari riguardante la dismissione di un importante mercato comunale
Sono sarda e sento il bisogno di riappropriarmi della mia lingua: lo faccio con coraggio, assumendomi la responsabilità di commettere talvolta degli errori propri di una lingua, orale e scritta, poco praticata e non insegnata all’interno delle nostre scuole come meriterebbe di essere.
Accetto e ringrazio per le eventuali correzioni apportate da chi vuole dare un contributo alla “lingua negata”.
Sa Giunta de su Cumunu de Casteddu a su postu de si preocupai de allogai is “arrikesasa pubricasa” suasa, faendidasa cresci po su beni de totu sa genti, de is traballadoris e de Casteddu e totu, faidi una “politica de impoporimentu” bocendi s’economia e fendi cresci ancora de prusu i disocupausu.
Immoi kali esti s’arrejonamentu ki sa Giunta de Casteddu faidi po su “mercau pubricu comunali” de Viale Monastir? D’adi abbandonau, obrighendi is traballadorisi a serrai po andai in logu allenu e innui depinti pagai meda po porri traballai.
Serrai un’”arrichesa pubrica” de su territoriu su, po aggiudai unu “mercau privau e allenu” (in su Cumunu de Sestu) mi paridi unu modu de arrejonai ki faidi danni e ki esti pagu politicu, (ki fai ”politica” olidi nai “amministrai su beni de totusu”).
Po guvernai n’ci olidi conca, identidadi e sentimentus bonus po sa genti e poi is logus propriusu. S’”arrejni” de istoria e de cultura esti necessaria no feti po amministrai beni in su Cumunu, ma serbidi po podi cumprendi mellusu su ki capitada in su mundu.
Sa “poporesa sarda” nosu da depeusu a sa “poporesa deis politicusu” ki anti biu in domu nosta, unu logo innui andai feti a furai.
Seu critikendi unu “sistema de pensamentu e unu modu de fai” ki adi sempri potau a nosu sardusu impoporimentu po arrichiri is istrangiusu privausu o pubricusu ki sianta. Poita?
INTERROGAZIONE URGENTE
Visti gli articoli comparsi sulla stampa sarda riguardanti il Mercato Ortofrutticolo Comunale sito in Viale Monastir, nei quali si paventa la drastica e di fatto imminente chiusura del medesimo Mercato.
La scelta irresponsabile priverebbe i cittadini e gli esercenti di Cagliari e del circondario di una importante struttura pubblica deputata alla commercializzazione dell’ortofrutta, per privilegiare, come è già sotto gli occhi di tutti, una struttura privata sita nel comune di Sestu.
Tale operazione sarebbe responsabile di un ulteriore impoverimento della città, porterebbe alla perdita di decine di attività produttive, di centinaia di posti di lavoro e dell’indotto, creando un monopolio privato nel settore senza alcuna possibilità di competizione in un libero mercato.
Il tutto, come riportato dalla stampa, sembrerebbe essere sconosciuto persino alla commissione consiliare preposta.
– Che cosa abbia fatto questa Giunta per tutelare queste realtà produttive della nostra città;
– Che cosa abbia fatto per bonificare dal punto di vista sanitario l’area medesima con particolare riferimento alle coperture in eternit, già dichiarate pericolose per la salute pubblica e degli operatori medesimi;
– Che cosa abbia fatto per rendere funzionale la viabilità interna e i parcheggi per gli operatori e per i clienti che giornalmente insistono numerosi su quest’area, svolgendo le proprie attività produttive e lavorative;
– Che cosa abbia fatto dal punto di vista urbanistico, per la cura, il decoro, la funzionalità e la conservazione del bene stesso;
– CHIEDO In base a quale logica, il Comune ha scelto di non intervenire sulle urgenze dell’area a partire dalla pavimentazione del cortile interno le cui buche creano seri problemi a tutti i mezzi da lavoro: auto, carrelli…, ma il Comune ha optato per “tinteggiare con un colore acquarello luminoso” l’esterno del muro di recinzione del mercato. Perché?
– Garanzie e certezze immediate per il futuro dei 43 operatori;
– La ristrutturazione, sistemazione e accorpamento delle attività esistenti e attualmente disperse e non funzionali all’interno dell’area sempre più degradata;
– La demolizione di due capannoni centrali e fatiscenti, a tutt’oggi dotati di tettoie in eternit (malgrado….) e la trasformazione naturale in area di parcheggio per i clienti;
– Che le attività commerciali vengano concentrate lungo il perimetro del mercato;
– Le autorizzazioni dietro pagamento di un canone, per usufruire dei posteggi lasciati liberi dagli operatori non più presenti, come parcheggio interno;
– Chiedo che gli spazi vengano resi a norma a partire dalla:
– Eliminazione delle tetto in eternit;
– Collaudo dell’impianto antincendio per il quale c’è stato un investimento di 300.000€ (trecentomila€), pare a favore di un’impresa di Lampedusa che ha eseguito altri lavori per il Comune di Cagliari e della quale pare che non ci siano più tracce;
– Chiedo una verifica sull’equità del rapporto “produttività/stipendio” del Dirigente deputato alla Produttività e Direttore del Mercato;
– Chiedo delucidazioni sull’affermazione (vedi circolare n° 360 del dirigente del Comune) – “…se il mercato potrà continuare la sua attività…”. Che significa?
– Chiedo che fine ha fatto la “Commissione esterna comunale di mercato”, contemplata dalla Legge, ma che dal lontano 1987 non si riunisce;
– Chiedo che venga immediatamente sospesa la delibera che in maniera subdola decreta la fine del mercato stesso con il rischio che tali aree urbanisticamente appetibili, abbiano altre destinazione d’uso, privando la città di questa ricchezza produttiva e occupazionale e privando i cittadini di un esercizio indispensabile.
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