incendi in Sardegna: cronaca di un disastro annunciato
Non è più credibile che la causa degli incendi in Sardegna sia da ricercare solo negli eventi naturali propri della stagione come le alte temperature e il soffiare dei venti. Non è più credibile che la causa di questi disastri sia da ricercar solamente nell’azione criminale di uomini singoli o ispirati da mandanti. Nei decenni passati, prima si incendiavano i territori e poi si costruiva soprattutto lungo le coste. Riteniamo che le cause di questi incendi, che hanno devastato il territorio e esposto le popolazioni ad alto rischio di vita, siano da ricercarsi nell’ ”irresponsabilità” dello Stato italiano che prima promette e poi non mantiene (vedi la querelle dei Canadair e la disorganizzazione della Protezione Civile preposta all’antincendio).
Non è credibile l’alibi dei Governi italiani che non avrebbero le risorse finanziarie per tutelare la Sardegna dalla devastazione degli incendi, quando queste sono disponibili e consistenti per sperperi di guerra, come l’acquisto degli F35: i noti aerei che non volano. La stessa “irresponsabilità” va ricercata in quelle politiche della RAS che in questi anni hanno permesso e agevolato lo spopolamento del territorio e il conseguente abbandono delle attività agricole e pastorali: fenomeni che sono alla base della desertificazione dei luoghi.
Le stesse politiche “irresponsabili e miopi” hanno distrutto i presidi del volontariato locali che operano in prima linea nel controllo e nella salvaguardia del territorio. Ne è esempio il taglio dei finanziamenti ai comuni e il caso scandaloso delle Compagnie barracellari, snobbate e abbandonate dalla RAS e lasciate senza fondi, senza i mezzi necessari, privandole delle dotazioni essenziali di sicurezza e addirittura delle stesse visite mediche, per l’idoneità al servizio.
Ancor meno i sardi possono accettare il “balletto” di responsabilità fra RAS e Governi italiani che si accusano a vicenda della mancanza di coordinamento dei piani e delle competenze di intervento nelle zone colpite dagli incendi. Non è più tempo di viaggi a Roma con il capello in mano e di piangere sul latte versato, quando la nostra Isola va in fiamme. E’ tempo che la RAS eserciti la propria Sovranità governando in prima persona questa piaga che può essere sconfitta e che non da oggi distrugge i nostri territori e le nostre economie.
Claudia Zuncheddu
Commenti