Dal “segreto libico” al “segreto della NATO”. Il boicottaggio della NATO al PM Fiordalisi nel procedimento giudiziario sulle attività nel Poligono di Quirra è illecito
Consiglio Regionale della Sardegna
XIV Legislatura
Interrogazione Zuncheddu con richiesta di risposta scritta sull’ingerenza della NATO nel procedimento giudiziario sulle attività nel Poligono di Quirra e sulla secretazione di una parte importante dell’inchiesta riguardante l’utilizzo dell’uranio impoverito
Premesso che nel corso del procedimento giudiziario sulle attività militari nel Poligono di Quirra, alla richiesta del pm dott. Fiordalisi della Procura di Lanusei, al giudice dell’udienza preliminare, “di far luce sugli appalti commissionati per la realizzazione di opere e manufatti all’interno della base militare”, l’unica risposta è giunta dalla NATO, con il suo intervento di secretazione di una parte importante dell’inchiesta, e cioè quella riguardante l’utilizzo dell’uranio impoverito. L’ingerenza della NATO nel processo giudiziario sarebbe stata possibile sulla base degli attuali trattati internazionali;
Premesso che probabilmente ci troviamo di fronte a un ennesimo abuso, oggi si parla di “segreto NATO” così come negli anni scorsi, si è parlato di “segreto libico”. Un “segreto” che fu un “escamotage” per coprire l’attività clandestina dell’addestramento degli aerei MIG libici nella base di San Lorenzo (un “aeroporto improprio”, camuffato da eliporto; “aeroporto improprio” perché non dotato di torre di controllo e non registrato come tale, infatti per il controllo veniva usata la torre di Decimomannu);
Visto che inoltre il “segreto libico” è servito anche a coprire le reali attività del “complesso militare industriale” sviluppatosi a Salto di Quirra (Vitrociset e altri), non permettendone la conoscenza sia alla Regione Autonoma della Sardegna che alle collettività direttamente interessate, con l’uso di generali in pensione messi a capo della struttura del “complesso militare industriale”;
-Visto che sul Poligono di Quirra non esiste alcuna condizione di sovranazionalità come quella per le basi italiane di Vicenza, Sigonella, Bagnoli etc.;
-Considerando che non sono contemplati presupposti per secretazioni connesse con la sovranazionalità delle basi e ancor meno segreti NATO;
-Visto che il segreto può essere imposto solamente dall’ANS (Autorità Nazionale di Sicurezza) e quindi dal Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso l’UCSI-UCSE (Ufficio Centrale di Sicurezza/Segretezza);
-Visto che qualora ci fossero stati atti di secretazione, sulla questione in oggetto, il Parlamento italiano avrebbe dovuto essere stato messo a conoscenza e conseguentemente la Regione Autonoma della Sardegna;
SI CHIEDE Al Presidente della RAS
– Se sia a conoscenza di eventuali trattati che hanno imposto delle secretazioni legate alla Nato;
– Se il Governo italiano l’ha informato di eventuali secretazioni;
– Quali azioni intenda mettere in atto per far chiarezza sull’ingerenza e sull’atto di prevaricazione della NATO nel procedimento giudiziario in corso;
– Quali misure intenda adottare per garantire al PM della Procura di Lanusei di avere risposte certe “sugli appalti commissionati per la realizzazione di opere e manufatti all’interno della base militare”, in modo tale da metterlo nella condizione di poter procedere nel migliore dei modi, per la difesa della legalità, della trasparenza, dei diritti del Popolo sardo, del suo territorio, del suo ambiente, dei civili e dei militari che operano all’interno del Poligono del Salto di Quirra;
– Se non ritenga che l’apposizione del “segreto NATO” sia da intendersi come una “prosecuzione del segreto in altre forme”, che si è verificata già precedentemente nel poligono di Salto di Quirra;
– Se non ritenga che l’uso del segreto, prima “libico” e poi “NATO” per tutto ciò che esso ha consentito e consente, non sia l’alibi per non permettere alle istituzioni sarde di conoscere la verità su ciò che avviene, in una parte vasta del proprio territorio, e le sue ripercussioni sulla vita dei sardi e di quelle aree.
Cagliari, 07/01/2013
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