Il nostro Blitz alla discarica di Canaglia sbugiarda la Protezione Civile Italiana
15 novembre 2010 ore 10.30
E’ questione di genocidio del popolo sardo
E’ possibile che i rifiuti tossici provenienti dagli insediamenti militari di La Maddalena , a seguito delle operazioni di bonifica, siano stati smaltiti irregolarmente presso la discarica di Canaglia, ubicata vicino a Porto Torres, gestita dalla società Servizi Ambientali Sardi s.r.l. adibita a ricevere rifiuti classificati come “speciali non pericolosi”?
Per certo sappiamo che “dei rifiuti” sono stati trasportati da La Maddalena nelle discariche del sassarese, Canaglia e Scala Erre, ma non sappiamo come siano stati caratterizzati per essere giudicati ammissibili in quei siti.
Il 25 luglio 2008, veniva fatta una segnalazione urgente alla Presidente della Provincia di Sassari e al Presidente del Consiglio Provinciale per le inquietanti notizie apparse sugli organi di stampa relative all’imminente arrivo a Porto Torres di rifiuti pericolosi provenienti dalla bonifica dell’Arsenale de La Maddalena.
Il 30 luglio 2008, appare sulla Nuova Sardegna l’articolo “Le rassicurazioni del Governo. Via dall’arcipelago gli scarti dell’Arsenale. Parte una nave di rifiuti”, in cui si segnala che una nave della Ustica Lines la “Gianni Morace”, con a bordo rimorchi carichi di materiale smaltito dall’Arsenale, parte nel tardo pomeriggio da La Maddalena per arrivare l’indomani mattina ad Olbia dove i containers verranno caricati sui camion e trasferiti in provincia di Sassari. In quella occasione la Protezione civile rassicura che non si tratta di rifiuti pericolosi e che l’amianto verrà smaltito a Torino.
Il 23 agosto 2008, l’Unione Sarda riporta la notizia che la nave Major, la stessa che viene presa spesso a noleggio dallo Stato Maggiore della Difesa per operazioni collegate ad attività militari, come “un cassonetto galleggiante […] con la pancia stracolma di scarti della demolizione dell’ex armeria della Marina Militare”, da due settimane, durante le ore notturne, continua a fare spola fra l’arcipelago e lo scalo turritano portando in dote quotidianamente una sessantina di rimorchi che, con il loro carico, si dirigono verso le discariche di Canaglia e Scala Erre.
Già il 21 agosto 2008 Giancarlo Pinna, testimone oculare di questo “via vai”,in nome e per conto del movimento civico Cultura e Azione, aveva inoltrato un esposto-denuncia alla Procura Generale della Repubblica presso il Tribunale di Sassari, chiedendo l’interruzione del trasporto e ipotizzando inoltre la flagranza di reato.
Parrebbe dunque che siano state usate due modalità di trasporto dei rifiuti: una su pneumatici e una via mare.
Perché? Venivano trasportati differenti tipi di rifiuti? Quali?
Dove sono le bolle relative ad entrambi i tipi di trasporto?
E, ammesso e non concesso, che nelle discariche di Porto Torres siano stati trasportati solo rifiuti non pericolosi, dove sarebbero stati smaltiti i rifiuti tossici contenenti metalli pesanti e materiale radioattivo?
Dove è stato smaltito l’amianto?
I documenti relativi sono nella disponibilità della Regione?
Per cercare di dare risposta a questi interrogativi, questa mattina la Consigliera Regionale Claudia Zuncheddu (Rossomori), accompagnata dai promotori dell’iniziativa Giancarlo Pinna, Ivan Cermelli, Paola Correddu, si è recata presso la discarica di Canaglia, per poter prendere visione delle bolle di accompagnamento relative a questi trasporti. Ma, prima di poter valicare l’ingresso, il cancello è stato “provvidenzialmente” chiuso e subito dopo sono giunti sul posto il comandante della Stazione dei Carabinieri di Palmadula, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Porto Torres, il responsabile di cantiere delle due discariche Mario Cherchi. Evidentemente le sole armi di cui eravamo dotati, curiosità e desiderio di conoscere la verità, hanno destato la preoccupazione di qualcuno che ha subito provveduto all’invio delle Forze dell’Ordine. Il sig. Cherchi ci ha riferito che le 62 mila tonnellate di rifiuti di La Maddalena erano stati smaltiti solo nella discarica di Scala Erre, dato che contrasta con quanto dichiarato dalla stessa Protezione Civile, secondo cui il materiale di bonifica sarebbe stato trasportato in Penisola. Al nostro incalzare su dove fossero stati destinati i rifiuti pericolosi, circa il 21% del quantitativo complessivo, il Sig. Cherchi si è ricordato che quello era stato trasportato nella zona di Milano, senza menzionare con esattezza il nome della discarica. Alla richiesta della consigliera Zuncheddu di poter prendere visione delle bolle, c’è stato un categorico diniego. Quanto accaduto stamane, lungi da fugare i nostri sospetti, li ha confermati. Si è avuta l’impressione che a qualcuno non sia piaciuto che siamo andati a ficcare il naso. La Consigliera è pronta a dare battaglia e preannuncia nuove iniziative in Consiglio Regionale, visto la deludente risposta dell’ex Assessore all’Ambiente Uras ad una sua precedente interrogazione.
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