il No della Difesa al sito nuclearein Sardegna – escamotage temporaneo o merce di scambio con l’Operazione Trident della Nato nei nostri territori?
Dalla stampa è giunta la notizia secondo cui il deposito unico nazionale delle scorie nucleari non si farà in Sardegna. “I costi sarebbero troppo alti per lo Stato”, viene riportato. Noi riteniamo che il Governo italiano per poter portare avanti quell’operazione nell’Isola avrebbe trovato non poche resistenze da parte di tutti i sardi.
La nostra diffidenza, purtroppo fortemente motivata dalla storia, deve indurre tutti noi a tenere alta l’attenzione e la vigilanza.
Non vorremmo che la notizia sulla rinuncia al sito unico radioattivo in Sardegna, fosse un escamotage temporaneo o merce di scambio con l’Operazione NATO Trident, nei nostri territori, una delle più imponenti esercitazioni militari dalla fine della guerra fredda e con la quale si mette la Sardegna al centro delle strategie della tensione, degli scenari di guerra mediterranei e mediorientali con prevedibili ripercussioni nell’Isola.
Sollecitiamo il Presidente Pigliaru, ormai a pochi giorni dalla scadenza dei termini previsti per il ricorso al Consiglio dei Ministri, affinché si attivi per fare opposizione istituzionale. Questo è giusto e possibile. Sui temi delle servitù militari, già in precedenza il Presidente Mario Melis si oppose con forza e autorevolezza alle imposizioni dell’allora ministro della Difesa Spadolini.
Sardigna Libera
Rassegna stampa
Sardegna Reporter: SardignaLibera sul no della Difesa al sito radioattivo in Sardegna
Unione Sarda del 14/10/2015
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