Il lupo Cappellacci perde il pelo ma non il vizio
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Sull’iniziativa del Presidente Cappellacci che, in questi giorni, ha fornito un indirizzo e-mail ai sardi, invitandoli a inviare un messaggio contro Monti, suggerendo anche il testo “Procura de moderare, presidente Monti…”.
Il Presidente Cappellacci ha talmente “apprezzato” il mio recente appello ai sardi perché inviassero a lui un messaggio e-mail di sollecitazione affinché si costituisse parte civile al Processo di Perugia per difendere gli interessi dei sardi, contro gli “amici della cricca del G8” (costituzione ad oggi non avvenuta), tanto da imitarlo, facendoselo suo e sostituendo solamente l’indirizzo mail di Monti e cioè: centromessaggi@palazzochigi.it al suo indirizzo presidenza@pec.regione.sardegna.it
Il Presidente Cappellacci, gli strumenti politici e istituzionali per contrapporsi con efficacia alla violenza del governo italiano contro il nostro Popolo, li ha sempre avuti a disposizione, bastava che esercitasse i suoi poteri per i quali il Popolo sardo lo incoronò per essere ben rappresentato.
Ma la sua elezione nasceva dall’inganno di una propaganda elettorale che vedeva in prima fila “Berlusconi Presidente”. Le promesse di 100 mila posti di lavoro e di una telefonata a Putin che avrebbero risolto il problema dell’occupazione nel Sulcis Iglesiente, fu l’inganno che portarono numerosissimi sardi a cedere il Governo della Sardegna al peggior colonialismo italiano.
Certamente la storia sarda riserverà a questo Presidente lo spazio giusto per raccontare alle future generazioni la sua straordinarietà per aver abdicato ai suoi compiti, già prima che provasse a esercitarli. Cappellacci abdica, consegnando le chiavi della Sardegna al Governo italiano di Berlusconi e poi a Monti, il suo degno successore.
Chiedere oggi ai sardi di inviare una e-mail di protesta a Monti, è la conferma del suo fallimento politico e della sua sudditanza ai poteri d’oltre Tirreno. I sardi sanno, come rispondere autonomamente agli attacchi di Monti contro il livello di benessere sociale, di occupazione e di autonomia politica.
Mentre la disperazione dei sardi si riversa per le strade e per le piazze, l’attaccamento al potere, con alle porte la campagna elettorale per il Parlamento italiano e per le prossime “regionali” (per noi “nazionali”), costringe frettolosamente il lupo a vestirsi d’agnello. E’ così che Cappellacci diventa strenuo difensore dell’Autonomia e forse anche “indipendentista”, senza perdere il pelo per la sudditanza ai poteri forti romani e non solo.
- Claudia Zuncheddu – SardignaLibera
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