I tradimenti nel caso Tirrenia
Consiglio Regionale 27/07/2011
Tracce del mio intervento
Visto il momento di grave emergenza in Sardegna, in tanti in Aula, nel corso del dibattito continuiamo a chiederci dove sia il P. Cappellacci. La situazione è delicatissima: a Terra Segada, nel comune di Carbonia, continua la resistenza popolare per evitare che le forze dell’ordine, in assetto da guerra, eseguano lo sfratto forzato di una delle migliaia di famiglia di agricoltori indebitate con le banche e i cui beni sono messi all’asta; i pastori in prossimità del Poligono di Quirra resistono per non essere deportati dal proprio habitat, mentre nel poligono continuano le attività con militari e civili, come se loro fossero esenti da danni alla salute; a Cagliari le manifestazioni contro Equitalia e Partite IVA non hanno mai smesso; nei vari territori manifestazioni e presidi popolari contro i radar; si aggiunge pure lo scandalo del carico di armi che lascia la Sardegna, sotto segreto di Stato, su navi cariche di passeggeri ignari)….
La situazione è esplosiva in tutta l’isola e il persistere della latitanza del presidente della Regione non è giustificata. La sua inconsapevolezza, in un momento così delicato, mi ricorda una mia lettura giovanile, la “Storia della Rivoluzione Russa di Trotsky” che esordiva più o meno così: “…mentre la rivoluzione imperversava sino a bussare alle porte di Mosca, lo zar con una camicia dalle maniche ampie e color lampone, remava con la sua barchetta nel lago…”. Come lo zar, anche il nostro Presidente è completamente lontano dalla realtà che lo sta travolgendo.
Il centro-destra, è alla resa dei conti, incapace di difendere i diritti inalienabili dei sardi alla propria Sovranità e di elaborare le più elementari strategie economiche per superare il momento di crisi.
Sollecitiamo la presenza del presidente Cappellacci in Aula, così come è indispensabile che sulla “Vertenza Tirrenia”, l’assessore ai Trasporti Solinas ci presenti una relazione dettagliata sugli incontri cui lui ha partecipato in queste settimane e quali sono stati gli accordi siglati o le conclusioni a cui si è giunti.
Inoltre chiediamo all’assessore una relazione dettagliata sia da un punto di vista amministrativo che da un punto di vista del numero di passeggeri trasportati sulla c.d. “Flotta Sarda” e sui benefici per la mobilità di persone e merci che eventualmente sono subentrate sulle tratte sarde, sia una relazione sulla eventualità di potenziare questa iniziativa che personalmente condivido, nello spirito e nell’idea di create una flotta gestita principalmente dalla RAS e da altri soggetti pubblici e privati, nonché da un azionariato popolare nazionale sardo, ma che per come si è proposta sino ad oggi, nutro qualche perplessità.
L’incalzare della crisi economica, sempre più violenta e la pericolosa perdita di tempo in Aula, con dibattiti inutili e inconcludenti spesso attorno a “giochi clientelari”, genererà ulteriore disorientamento a questa classe politica sempre più in crisi e sempre meno capace di trovare soluzioni per affrontare e risolvere la sofferenza economica e politica delle nostre collettività.
Oggi la drammaticità della situazione chiede che si rimetta al centro del dibattito il tema delle sorti dei sardi, della Sovranità e delle relazioni con lo Stato italiano.
Con il caso Tirrenia, il governo Berlusconi ha sferrato l’ennesimo attacco alla c.d. “Specificità Regionale” e allo Statuto Speciale. Vogliono rendere i sardi sempre più limitati, incapaci di affrancarsi dai diktat italiani, assoggettati e privati di qualsiasi processo di Autonomia reale, di Autogoverno e di Autodeterminazione. Per non parlare di Indipendenza, una parola tanto usata in quest’Aula, quanto bistratta e vilipesa.
Sinché la RAS assurge al ruolo di “appendice burocratica” dello Stato italiano in territorio sardo, c’è da chiedersi “a chi spetta il compito istituzionale e politico di raccogliere le aspirazioni di riscatto, di rappresentanza e di tutela dei diritti dei sardi.
Certo è che con questo ruolo politico il P. Cappellacci e la sua Giunta (a sua volta assente) concorrono all’ennesimo scippo ai diritti e alle aspettative dei sardi. Forse non ci siamo accorti che il governo Berlusconi già da tempo, dietro il c.d. Federalismo Fiscale (che nulla ha di federalismo, e che di fiscale ha solo nuove imposizioni e balzelli per i sardi) si sta cercando di eliminare anche da un punto di vista legislativo la c.d. Specificità e Autonomia Regionale. A dire il vero, un’Autonomia Regionale politicamente esercitata sempre in modo subalterno all’’Italia, quindi mai salvaguardando l’Autonomia reale.
Vorrei ricordare che la rivendicazione delle Entrate Fiscali, maturate in Sardegna e dovute ai sardi (Art. 8 dello Statuto) hanno portato i gruppi di opposizione ad occupare l’Aula del Consiglio il 20 dicembre del 2010. Una protesta risolta con la promessa, da parte del P. Cappellacci, che si sarebbe appellato alla Corte Costituzionale per sollevare un conflitto di attribuzione nei confronti dello Stato italiano.
Un impegno successivamente tradito, con la giustificazione che l’atto dovuto ai sardi, “…avrebbe creato enormi danni sul piano politico”.
Per quanto ci riguarda, per noi non finirà con atti di rinuncia e di rassegnazione.
Claudia Zuncheddu
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